“Dopo la bagarre avvenuta alla Camera tre giorni fa, dopo il voto con cui è stata bocciata da governo la mozione unitaria delle opposizioni sull’autonomia differenziata, dove si chiedeva al governo di interrompere immediatamente le intese in fase di negoziazione con le regioni sulle ‘materie non lep’ e di sciogliere il Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Clep) e dove sulla questione era intervenuto in Aula il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli che a nome del governo aveva espresso parere contrario alla mozione delle opposizioni annunciando che non si fermeranno “i negoziati con le Regioni che hanno chiesto l’Autonomia”, ecco la rapida retromarcia.
Evidentemente qualche costituzionalista deve aver chiarito ai fascio-leghisti al governo che la loro era una tattica poco men che “golpista” e così Calderoli, suo malgrado, ora sospende i tavoli con le Regioni, proprio come chiedano le opposizioni. Nella Lega ora è il caos, nel pieno dell’assedio dei governatori leghisti del Nord che dopo i flop elettorali del Carroccio rivendicano il ritorno a politiche e proposte che guardino al bacino elettorale storico della Lega, il leader Matteo Salvini deve incassare il “congelamento” dei tavoli sull’autonomia differenziata. Anche il Doge Zaia ammette che “servono approfondimenti”.
Quindi la dura realtà per i leghisti, dopo il pronunciamento della Consulta e al di là delle sparate di Calderoli e Zaia dei giorni scorsi, è che le massicce richieste di Veneto e Lombardia non sono mai state seriamente motivate e che tutto deve necessariamente ripartire dal Parlamento, piaccia o meno ai cacicchi leghisti in caduta libera, sia di consensi che di credibilità“.
Questo quanto dichiarato via social dal dirigente politico meridionalista Natale Cuccurese nel commentare la notizia relativa alla sospensione del tavolo delle trattative tra Governo e Regioni che avevano richiesto maggiori poteri, funzioni e risorse sulla base di una legge quadro che è stata letteralmente smontata dalla Corte costituzionale.
“Dopo la bagarre avvenuta alla Camera tre giorni fa, dopo il voto con cui è stata bocciata da governo la mozione unitaria delle opposizioni sull’autonomia differenziata, dove si chiedeva al governo di interrompere immediatamente le intese in fase di negoziazione con le regioni sulle ‘materie non lep’ e di sciogliere il Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Clep) e dove sulla questione era intervenuto in Aula il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli che a nome del governo aveva espresso parere contrario alla mozione delle opposizioni annunciando che non si fermeranno “i negoziati con le Regioni che hanno chiesto l’Autonomia”, ecco la rapida retromarcia.
Evidentemente qualche costituzionalista deve aver chiarito ai fascio-leghisti al governo che la loro era una tattica poco men che “golpista” e così Calderoli, suo malgrado, ora sospende i tavoli con le Regioni, proprio come chiedano le opposizioni. Nella Lega ora è il caos, nel pieno dell’assedio dei governatori leghisti del Nord che dopo i flop elettorali del Carroccio rivendicano il ritorno a politiche e proposte che guardino al bacino elettorale storico della Lega, il leader Matteo Salvini deve incassare il “congelamento” dei tavoli sull’autonomia differenziata. Anche il Doge Zaia ammette che “servono approfondimenti”.
Quindi la dura realtà per i leghisti, dopo il pronunciamento della Consulta e al di là delle sparate di Calderoli e Zaia dei giorni scorsi, è che le massicce richieste di Veneto e Lombardia non sono mai state seriamente motivate e che tutto deve necessariamente ripartire dal Parlamento, piaccia o meno ai cacicchi leghisti in caduta libera, sia di consensi che di credibilità“.
Questo quanto dichiarato via social dal dirigente politico meridionalista Natale Cuccurese nel commentare la notizia relativa alla sospensione del tavolo delle trattative tra Governo e Regioni che avevano richiesto maggiori poteri, funzioni e risorse sulla base di una legge quadro che è stata letteralmente smontata dalla Corte costituzionale.
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