La Presidente del Consiglio della Repubblica democratica italiana, Giorgia Meloni dalla Garbatella di Roma, derubrica la legittima manifestazione del dissenso a mera protesta che distoglie dagli obblighi lavorativi e lo fa polemizzando col Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e coi Sindaci dei Comuni meridionali che oggi sono scesi in piazza a Roma per denunciare gli scippi di Stato perpetrati dal suo governo ai danni del Sud. Un mix di cultura autoritaria e pregiudizi antimeridionali che evidenziano l’impostazione fascio-leghista del suo esecutivo ad esclusiva trazione nord-centrica: il grosso della torta al Nord e le molliche al Sud. E se giù al Sud alzano i toni, delegittimazione del dissenso prima, e botte poi? Automomia differeziata per il Settentrione e centralismo autoriatrio per il Meridione. Due popoli, due civiltà, due pesi e due misure, altro che “Fratelli d’Italia”.
Sul tema è intervenuto puntualmente il Presidente del Partito del Sud-Meridionalisti Progressisti, Natale Cuccurese, che attraverso i suoi canali social ha così commentato le critiche che Giorgia Meloni ha rivolto agli amministratori meridionali: “A prescindere dai toni sicuramente non sublimi, ma voi la vedete Meloni trattare con tanta arroganza e spocchia un governatore leghista? Su cosa si basa il pregiudizio meloniano contro gli eletti del Sud (andate a lavorare invece di protestare)? Su decenni di razzismo di Stato, sublimato nell’ultimo trentennio dalle idiozie razziste del suo alleato leghista. Oltretutto la frase è rivolta ai rappresentanti dei cittadini del Mezzogiorno, regolarmente eletti, giunti a Roma per protestare contro il suo governo che sta spaccando il Paese e derubando il Sud. Non solo vogliono discriminare per legge i cittadini del Sud, ma per questi “delinquenti politici” (cit) non bisogna nemmeno protestare democraticamente. E’ veramente vergognoso! Attenzione perché c’è un forte tanfo di regime!“.
La Presidente del Consiglio della Repubblica democratica italiana, Giorgia Meloni dalla Garbatella di Roma, derubrica la legittima manifestazione del dissenso a mera protesta che distoglie dagli obblighi lavorativi e lo fa polemizzando col Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e coi Sindaci dei Comuni meridionali che oggi sono scesi in piazza a Roma per denunciare gli scippi di Stato perpetrati dal suo governo ai danni del Sud. Un mix di cultura autoritaria e pregiudizi antimeridionali che evidenziano l’impostazione fascio-leghista del suo esecutivo ad esclusiva trazione nord-centrica: il grosso della torta al Nord e le molliche al Sud. E se giù al Sud alzano i toni, delegittimazione del dissenso prima, e botte poi? Automomia differeziata per il Settentrione e centralismo autoriatrio per il Meridione. Due popoli, due civiltà, due pesi e due misure, altro che “Fratelli d’Italia”.
Sul tema è intervenuto puntualmente il Presidente del Partito del Sud-Meridionalisti Progressisti, Natale Cuccurese, che attraverso i suoi canali social ha così commentato le critiche che Giorgia Meloni ha rivolto agli amministratori meridionali: “A prescindere dai toni sicuramente non sublimi, ma voi la vedete Meloni trattare con tanta arroganza e spocchia un governatore leghista? Su cosa si basa il pregiudizio meloniano contro gli eletti del Sud (andate a lavorare invece di protestare)? Su decenni di razzismo di Stato, sublimato nell’ultimo trentennio dalle idiozie razziste del suo alleato leghista. Oltretutto la frase è rivolta ai rappresentanti dei cittadini del Mezzogiorno, regolarmente eletti, giunti a Roma per protestare contro il suo governo che sta spaccando il Paese e derubando il Sud. Non solo vogliono discriminare per legge i cittadini del Sud, ma per questi “delinquenti politici” (cit) non bisogna nemmeno protestare democraticamente. E’ veramente vergognoso! Attenzione perché c’è un forte tanfo di regime!“.
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