Di Natale Cuccurese
Per le sorti del Pnrr gli sviluppi in corso paiono sempre più in quietanti ogni giorno che passa. Domenica 28 ancora Fubini sul Corsera ci ha informato che il Governo - sempre più con il cappello in mano - chiede “per la rata del Pnrr attesa ormai da mesi e per quella successiva — la terza e la quarta del piano da 191,5 miliardi — sia a Bruxelles che a Roma si prendano le misure di un nuovo strumento: le «sospensioni di pagamento parziali». In sostanza, il Paese perderebbe così una parte dei soldi del Recovery. Questa procedura legale servirebbe a mettere la Commissione Ue e i suoi funzionari al riparo delle contestazioni della Corte dei conti europea. Diversi governi in questi mesi stanno in realtà manifestando fastidio per il gran numero di controlli sui loro piani, proprio perché a Bruxelles si lavora sotto la spada di Damocle della magistratura contabile di Lussemburgo”. Contemporaneamente il Fatto sempre di domenica ci informa che anche il Governo Meloni ha problemi con la Corte de Conti italiana e la vorrebbe silenziare limitandone i poteri di controllo, visto che ha osato certificare i ritardi del Pnrr.
“Il governo Meloni si appresta a presentare due emendamenti al decreto Pa, ora in discussione in Parlamento, con l’obiettivo di limitare i poteri della Corte dei Conti. Da un lato verrebbe circoscritto il perimetro d’azione del collegio del controllo concomitante presieduto da Massimiliano Minerva, che si occupa proprio di monitorare la gestione dei fondi del Recovery plan e rilevare eventuali irregolarità”.
Insomma il Pnrr ci sta portando non solo ad essere ricattabili dalla Commissione europea ma anche alla democratura o meglio alla deriva di stampo ungherese.
Resta il fatto che i 19 miliardi della terza rata sono fermi per i rilievi della Commissione, la quarta rata, in scadenza a luglio, è avvolta nel buio più Fitto mentre il tempo passa e il 2026 si avvicina. Una trappola ad orologeria perfetta e in grado di rendere ricattabile l’Italia ed il suo Governo, che vede il paradosso di essere composto da sovranisti senza nessuna sovranità.
Oltretutto c’è da registrare che il Comandante della Guardia di Finanza De Gennaro, come riportato dai quotidiani, ha lanciato l’allarme: “E’ Alto il rischio che il PNRR cada in mani criminali”. E’ un rischio che si corre quando, per rispettare i tempi stretti che ci sono stati imposti dalla Commissione Ue, si saltano i normali controlli a tutela dell’interesse pubblico. Così saremo ancora sotto schiaffo della Commissione Ue che potrà bloccarci i futuri pagamenti anche per questo motivo…
Come se non bastasse avanza un altro balzello che potrebbe assestare il definitivo colpo di grazia al Paese e cioè il MES, sponsorizzato con toni perentori dal Corsera in un editoriale di pochi giorni fa da Mario Monti. Stupisce innanzitutto il linguaggio adottato dal Senatore. “Abiura, conversione, incoerenze dottrinali, rogo”. Sembra di essere ai tempi dell’Inquisizione, come se discutere delle scelte di politica economica di un Paese fosse una questione di fede e non di analisi razionale sulla base della scienza economica e delle valutazioni di convenienza. Insomma un’altra mela avvelenata che la Commissione si prepara a rifilarci. Ci restituiscono (forse) soldi nostri, versati senza condizioni, con condizionalità, così come per il Pnrr. Sono tutte operazioni che aprono la porta a “Memorandum, Raccomandazioni e Troika”, cioè quanto di peggio si possa pensare. Cose di cui l’Italia non ha certo bisogno, soprattutto in questo momento. Non a caso il 26 maggio il Ministro dell’Economia Giorgetti, al Festival dell’Economia di Trento, ha dichiarato che “l'aumento del nostro debito è nato anche per "reagire a degli shock che aveva origini esterne. Ora si tratta di affrontarlo, lo stiamo riducendo e anche l'impegno che noi ci siamo assunti. In settimana è stata qui la delegazione del Fondo monetario internazionale che ovviamente ci ha chiesto questo tipo di azione. È un impegno - ha aggiunto - che fa parte delle nostre responsabilità e che affronteremo".
E’ una dichiarazione riportata solo da qualche agenzia, non rilanciata da nessun telegiornale e da nessun giornale nazionale che ci informa che gli inviati del FMI già sono stati a Roma nei giorni scorsi. Giova a questo punto ricordare che a marzo scorso gli svizzeri hanno risolto in pochi giorni i problemi di Credit Suisse in difficoltà, senza il "backstop" del Mes, senza PNRR peloso, senza interpellare i soloni Ue, senza multe, riforme e letterine di raccomandazioni, ma semplicemente facendo intervenire la loro banca centrale con un prestito da 50 miliardi. Pochi giorni dopo la FED ha salvato i correntisti della fallita SVB.
In poche parole le banche centrali fanno quello per cui esistono e riescono a farlo meglio quando un paese batte moneta, non quando bisogna mettersi d'accordo in tanti e con interessi quasi sempre contrastanti. Tra California e Svizzera, in tre giorni le assurde regole dell'eurozona sono state ridicolizzate facendo esattamente il contrario. Bisognerebbe ricordarlo a Lagarde e ai “cessionisti” di sovranità nostrani da sempre proni alla Commissione Ue.
Ricordo che il MES ha un capitale sottoscritto di 704,8 miliardi di €, di questi 125 sono da addebitarsi all’Italia che al momento ne ha versati solo 14. Dopo la “truffa del PNRR” siete pronti a nuovi e infiniti sacrifici perché “ce lo chiede l’Europa?”
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