Di Natale Cuccurese
Il Presidente della Repubblica Mattarella, garante dell’unità nazionale, ha firmato pochi giorni fa il Ddl Calderoli sull’ Autonomia differenziata.
Calderoli ha incassato e ringraziato per “la firma e la rapidità con cui è arrivata, a distanza di pochi giorni dall'approvazione in Consiglio dei ministri”.
Intanto Calderoli si arroga il diritto di nominare una "mini Costituente" al fine di definire i Lep composta da 61 membri nominati da lui e scelti in modo preponderante al Centro Nord, alcuni dei quali già da tempo fortemente orientati a favore dell'Autonomia differenziata. Il tutto in assoluto segreto e con il Parlamento completamente tagliato fuori. Mentre lo stesso Calderoli parla, in una intervista al Corriere del 26 marzo, di utilizzo dei Fondi di coesione (una tantum, per investimenti, già destinati ai territori più deboli) per finanziare i LEP, che richiederebbero invece risorse correnti e permanenti di bilancio.
La domanda che viene subito in mente: ma se in Italia non si riesce a rispettare il principio dell’addizionalità (i fondi europei devono sommarsi e non sostituire i fondi nazionali), come si può pensare di garantire con i fondi europei i Lep che richiedono risorse ben più cospicue e costanti nel tempo?!
L'autonomia differenziata così come concepita nel Ddl Calderoli distruggerà definitivamente i servizi pubblici partendo dal già dissestato SSN e marginalizzando le fasce più deboli del Nord così come del Sud. Sarà l'addio allo Stato sociale, tutto sarà privatizzato a favore di oligarchi amici, se non di prenditori scesi in politica che già possiedono, assicurazioni, ospedali, cliniche, supermercati, banche, giornali, televisioni, quote di multiutility... Disarticolerà gli enti locali e la loro funzione, in modo funzionale col presidenzialismo portato avanti in parallelo. L’Autonomia differenziata colpisce tutti, non lasciamoci dividere dalla propaganda, anche per i lavoratori e i cittadini del Nord è una trappola! Nessun sostegno va dato alla commissione Calderoli, parteciparvi vuol dire essere complici delle mire leghiste e implicarsi nella divisione della Repubblica!
E' una riforma in due fasi:
- Delle 23 materie in ballo, quelle che riguardano diritti civili e sociali sono da garantire in modo essenziale e sono legare ai Lep. Una fase che si vuole tirare per le lunghe fra esperti e commissioni fino a eventuali Dpcm della Presidenza del Consiglio, fra un anno, in caso di mancanza di accordo. Il rischio concreto è quello di una corsa al ribasso dei Lep, a danni dei cittadini dei territori meno ricchi anche all'interno delle stesse regioni. Ecco perchè servirebbero i Lup (Livelli uniformi delle prestazioni)
-Le altre materie invece sono già attribuibili senza indugi secondo le intese fra Stato e Regioni e sono la vera posta in gioco. Infrastrutture, porti, aeroporti, ferrovie, energia, protezione civile...Il comma 8 dell'art. 117 della Costituzione riformata dal centrosinistra nel 2001 precede che le Regioni possano trovare intese per trovare per costituire "organi comuni". E' il progetto di Macroregione Alpina da tempo inseguito dai leghisti, e non solo, per i territori della "Locomotiva". Un progetto ben visto anche in Europa. Di fatto uno Stato sostanziale dentro uno Stato solo formale.
Avremo così Regioni in costante lotta fra di loro per accaparrarsi le risorse, anche con alleanze, e un presidente che, secondo il presidenzialismo vagheggiato da Meloni, dovrebbe bilanciare in senso unitario lo spostamento del potere economico, e quindi politico, effettuato a livello regionale. Tutto ciò è un siluro alla Costituzione sin dal 2001 ed è fuori dalla legge del 2009 che è stata elaborata e firmata dall'attuale ministro Calderoli.
Difficile dire se un guazzabuglio così congegnato potrà salvare dalla balcanizzazione l'Italia.
Lo Spacca-Italia deve trovarci pronti come meridionalisti del Partito del Sud a proseguire con forza il contrasto a questo progetto, sia a livello nazionale, ma anche a livello regionale, così come fatto in Emilia-Romagna con la prossima partenza di una raccolta firme per una Lip regionale ad opera del Comitato locale NOAD, al fine di fermare l’Autonomia differenziata richiesta dalla Regione. Questa strada regionale va estesa nel più breve tempo possibile anche alle Regioni del Mezzogiorno, al fine di disarticolare, a livello nazionale, e fare recedere dalle richieste già presentate o che si vorrebbero presentare.
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