Entro la più ampia cornice del “glorioso”, si fa per dire, trentennio neo-liberista, da quando la “questione settentrionale”, agitata originariamente dalla Lega Nord e fatta propria successivamente da tutti i partiti sedicenti nazionali, in primis dal Partito democratico e da Forza Italia, ha del tutto rimosso dall’agenda politica dei governi di tutti colori politici la storica “questione meridionale”, le politiche di spoliazione del Sud si sono acuite sino al punto tale da riservare al 34% della popolazione nazionale soltanto il 28% della spesa pubblica complessiva pro-capite.
Lo scippo continuo, sistematico e capillare dei finanziamenti pubblici ha determinato tagli draconiani ai Comuni meridionali, che oggi, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, si ritrovano a non avere personale adeguato per partecipare alle gare farlocche per i bandi relativi agli stanziamenti dei circa 200 miliardi di euro del cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che di nazionale ha soltanto il nome.
Anche i rinforzi, a tempo determinato si intende, promessi da Brunetta sono stati un vero e proprio bluff. Infatti, lo stesso Ministro per la Pubblica Amministrazione ha ammesso che sono stati selezionati i peggiori.
“Capite bene – ha precisato a riguardo il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese – che è tutta una presa per i fondelli. Tacciono i politicanti del Sud, i termini scadono e i fondi andranno tutti, o quasi, a Nord, Nord, Nord, come già richiesto dal duo Fontana, Sala”.
Fonte: Vesuvianonews-articolo di Salvatore Lucchese
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