Di Antonio Luongo
Nel clamore delle feste natalizie, la Regione Campania porta in dono la sua strenna e prepara il terreno per minare Abc Napoli e l'acqua pubblica.
Dopo aver istituito l'Ente Idrico, basato su 5 distretti, uno per provincia, all'improvviso si è avvertita la necessità di spacchettare l'area metropolitana di Napoli: la città di Napoli è stata isolata in un nuovo distretto e altri 31 comuni, una parte consistente della città metropolitana, non si sa in virtù di quale principio di razionalizzazione ne costituiranno un altro.
Guarda caso la città di #Napoli era l'unica con un'azienda speciale pubblica strutturata con tecnologie, risorse umane di alto profilo e un know how nell'ambito della gestione idrica tale da poter competere con le multiutility private.
Dividendo il distretto si punta a tagliare il naturale collegamento tra i piccoli comuni dell'area metropolitana, già costretti per limiti di spesa e personale ad appaltare il servizio a privati, e il player partenopeo.
È quella che sembra una subdola strategia di accerchiamento, puntando prima a indebolire i piccoli e indebitati comuni, e renderli facili prede del privato. Gori S.p.A e altri, giá presenti sul territorio avranno gioco facile ad infiltrarsi con sempre maggior insistenza.
Ad una intrinseca debolezza economica, tecnologica e infrastrutturale, i comuni del nuovo distretto si troveranno ad aggiungere una debolezza politica, non potendo più fare fronte comune con Napoli.
Ecco forse è il caso di chiarire un punto, anche ai tanti compagni impegnati nella difesa del Bene Comune: il referendum del 2011 non sancisce la gestione pubblica di Abc, ma la gestione pubblica dell'acqua in generale.
Prendo atto che l'azienda e la sua indipendenza sono costantemente minate, sia dall'interno che dall'esterno, ma
ma attenti a non lasciarsi abbindolare da contentini apparenti che nascondono trappole infernali.
Tenere la guardia alta sarà obiettivo mio e del Partito del Sud per difendere questo primato politico che è orgogliosamente meridionale, ma che in un paese piú rispettoso della volontà popolare sarebbe diventato nazionale.
Di Antonio Luongo
Nel clamore delle feste natalizie, la Regione Campania porta in dono la sua strenna e prepara il terreno per minare Abc Napoli e l'acqua pubblica.
Dopo aver istituito l'Ente Idrico, basato su 5 distretti, uno per provincia, all'improvviso si è avvertita la necessità di spacchettare l'area metropolitana di Napoli: la città di Napoli è stata isolata in un nuovo distretto e altri 31 comuni, una parte consistente della città metropolitana, non si sa in virtù di quale principio di razionalizzazione ne costituiranno un altro.
Guarda caso la città di #Napoli era l'unica con un'azienda speciale pubblica strutturata con tecnologie, risorse umane di alto profilo e un know how nell'ambito della gestione idrica tale da poter competere con le multiutility private.
Dividendo il distretto si punta a tagliare il naturale collegamento tra i piccoli comuni dell'area metropolitana, già costretti per limiti di spesa e personale ad appaltare il servizio a privati, e il player partenopeo.
È quella che sembra una subdola strategia di accerchiamento, puntando prima a indebolire i piccoli e indebitati comuni, e renderli facili prede del privato. Gori S.p.A e altri, giá presenti sul territorio avranno gioco facile ad infiltrarsi con sempre maggior insistenza.
Ad una intrinseca debolezza economica, tecnologica e infrastrutturale, i comuni del nuovo distretto si troveranno ad aggiungere una debolezza politica, non potendo più fare fronte comune con Napoli.
Ecco forse è il caso di chiarire un punto, anche ai tanti compagni impegnati nella difesa del Bene Comune: il referendum del 2011 non sancisce la gestione pubblica di Abc, ma la gestione pubblica dell'acqua in generale.
Prendo atto che l'azienda e la sua indipendenza sono costantemente minate, sia dall'interno che dall'esterno, ma
ma attenti a non lasciarsi abbindolare da contentini apparenti che nascondono trappole infernali.
Tenere la guardia alta sarà obiettivo mio e del Partito del Sud per difendere questo primato politico che è orgogliosamente meridionale, ma che in un paese piú rispettoso della volontà popolare sarebbe diventato nazionale.
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