Cgil e Uil hanno proclamato lo sciopero generale per il giorno 16 dicembre a "sostegno delle proposte sindacali su precarietà, pensioni, fisco, lavoro e per la modifica della legge di bilancio"
Una scelta sacrosanta, finalmente arrivata, contro la grande offensiva neoliberista portata avanti a suon di licenziamenti e delocalizzazioni proprio a partire dal Mezzogiorno, come insegnano anche le recente vicende Whirlpool e Leonardo, con salari più bassi rispetto a quelli del 1990, caso unico in Europa, precarizzazione totalizzante del lavoro, aumenti delle bollette e carovita, aumento dell'età pensionabile, controllo totalitario di ogni aspetto sociale tramite l'emergenza pandemica, come in un mondo distopico ed orwelliano dove non vi è più nessuna prospettiva di futuro per larghe fasce della popolazione, ma solo incertezza del domani.
Uno sciopero doveroso davanti alle scelte governative, sempre a favore di aziende e benestanti e contro gran parte della popolazione che si dibatte in preda a precarizzazione e sottrazione di welfare e servizi pubblici, sempre a vantaggio dei territori più ricchi e contro quelli più deboli come il Mezzogiorno a cui questo governo, infarcito di leghisti e protoleghisti, si prepara ad assestare la stilettata finale agendo a tenaglia su due direttrici per strozzarne definitivamente i cittadini: tramite il Pnrr e l'Autonomia differenziata.
Non bisogna infatti dimenticare che la finalità prioritaria del Piano sarebbe quella di ridurre le diseguaglianze tra territori. Tra le 527 prescrizioni indicate da Bruxelles la più importante è proprio quella di ridurre le differenze territoriali calando gli investimenti nelle aree più svantaggiate, ma l’Italia che proprio per questo scopo ha ottenuto la quota di fondi più alta d’Europa, essendo le differenze fra il Nord e il Sud del Paese le maggiori del Continente, assiste al taglio dei fondi del Pnrr da destinare al Sud: dal 65% come indicato dall’Europa, al 40%, ad essere molto ottimisti, senza fornire nessuna giustificazione da parte del Governo. Se poi consideriamo anche la recente riproposizione nella Legge di Bilancio del collegato all'Autonomia differenziata e il tentativo di disinnescare la portata dei Lep, contenuta nella stessa Legge di Bilancio in approvazione, è facile capire come l’attacco al Sud, già prostrato da una povertà che non ha eguali in Europa, pone il Governo Draghi in cima alla classifica, non solo fra quelli più classisti, ma anche fra i più antimeridionali della storia della Repubblica.
Lo sciopero generale è scelta obbligata contro questa palude affaristica a vantaggio di pochi che ha messo le grinfie sulle istituzioni e che vedono la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, mai applicata interamente, ridotta ormai a carte straccia.
Come Partito del Sud lavoreremo con tutte le nostre energie perché dopo trent'anni di austerità fallimentare per il Paese e a solo favore di poche Regioni del Nord, la cosiddetta Locomotiva, e dei ceti più abbienti si inverta la rotta e si torni a rivendicare diritti a favore di tutti i cittadini e che sono sanciti dalla Costituzione, piaccia o meno a Draghi e ai suoi accoliti. Vi è la necessità di unire le lotte da Sud a Nord per restituire fiducia ai cittadini e utile ad unificare le lotte di quei soggetti sociali che da decenni pagano le conseguenze di politiche antipopolari e antimeridionali.
Il Partito del Sud condivide la scelta dello SCIOPERO GENERALE presa da CGIL e UIL e impegna tutte le strutture del Partito e tutte le iscritte e gli iscritti a promuovere in tutte le forme la partecipazione allo sciopero.
Natale Cuccurese, Presidente nazionale Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti
Cgil e Uil hanno proclamato lo sciopero generale per il giorno 16 dicembre a "sostegno delle proposte sindacali su precarietà, pensioni, fisco, lavoro e per la modifica della legge di bilancio"
Una scelta sacrosanta, finalmente arrivata, contro la grande offensiva neoliberista portata avanti a suon di licenziamenti e delocalizzazioni proprio a partire dal Mezzogiorno, come insegnano anche le recente vicende Whirlpool e Leonardo, con salari più bassi rispetto a quelli del 1990, caso unico in Europa, precarizzazione totalizzante del lavoro, aumenti delle bollette e carovita, aumento dell'età pensionabile, controllo totalitario di ogni aspetto sociale tramite l'emergenza pandemica, come in un mondo distopico ed orwelliano dove non vi è più nessuna prospettiva di futuro per larghe fasce della popolazione, ma solo incertezza del domani.
Uno sciopero doveroso davanti alle scelte governative, sempre a favore di aziende e benestanti e contro gran parte della popolazione che si dibatte in preda a precarizzazione e sottrazione di welfare e servizi pubblici, sempre a vantaggio dei territori più ricchi e contro quelli più deboli come il Mezzogiorno a cui questo governo, infarcito di leghisti e protoleghisti, si prepara ad assestare la stilettata finale agendo a tenaglia su due direttrici per strozzarne definitivamente i cittadini: tramite il Pnrr e l'Autonomia differenziata.
Non bisogna infatti dimenticare che la finalità prioritaria del Piano sarebbe quella di ridurre le diseguaglianze tra territori. Tra le 527 prescrizioni indicate da Bruxelles la più importante è proprio quella di ridurre le differenze territoriali calando gli investimenti nelle aree più svantaggiate, ma l’Italia che proprio per questo scopo ha ottenuto la quota di fondi più alta d’Europa, essendo le differenze fra il Nord e il Sud del Paese le maggiori del Continente, assiste al taglio dei fondi del Pnrr da destinare al Sud: dal 65% come indicato dall’Europa, al 40%, ad essere molto ottimisti, senza fornire nessuna giustificazione da parte del Governo. Se poi consideriamo anche la recente riproposizione nella Legge di Bilancio del collegato all'Autonomia differenziata e il tentativo di disinnescare la portata dei Lep, contenuta nella stessa Legge di Bilancio in approvazione, è facile capire come l’attacco al Sud, già prostrato da una povertà che non ha eguali in Europa, pone il Governo Draghi in cima alla classifica, non solo fra quelli più classisti, ma anche fra i più antimeridionali della storia della Repubblica.
Lo sciopero generale è scelta obbligata contro questa palude affaristica a vantaggio di pochi che ha messo le grinfie sulle istituzioni e che vedono la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, mai applicata interamente, ridotta ormai a carte straccia.
Come Partito del Sud lavoreremo con tutte le nostre energie perché dopo trent'anni di austerità fallimentare per il Paese e a solo favore di poche Regioni del Nord, la cosiddetta Locomotiva, e dei ceti più abbienti si inverta la rotta e si torni a rivendicare diritti a favore di tutti i cittadini e che sono sanciti dalla Costituzione, piaccia o meno a Draghi e ai suoi accoliti. Vi è la necessità di unire le lotte da Sud a Nord per restituire fiducia ai cittadini e utile ad unificare le lotte di quei soggetti sociali che da decenni pagano le conseguenze di politiche antipopolari e antimeridionali.
Il Partito del Sud condivide la scelta dello SCIOPERO GENERALE presa da CGIL e UIL e impegna tutte le strutture del Partito e tutte le iscritte e gli iscritti a promuovere in tutte le forme la partecipazione allo sciopero.
Natale Cuccurese, Presidente nazionale Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti
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