Che succederà all'Italia e al Mezzogiorno con l'avvento del governo Draghi?
Può un governo eterodiretto dai potentati finanziari del Nord Italia ed
Europa dare le risposte giuste per risollevare l’intero Paese, e non il solo
Nord, dalla crisi finanziaria e pandemica? Noi riteniamo che le solite ricette turbo-liberiste
che sicuramente saranno proposte dal governo nei prossimi mesi, vista la storia
anche personale di Draghi, unite al sovranismo padano, potrebbero portare ad inutili tensioni territoriali. Il sostegno spesso imbarazzante fornito dai media a
Draghi e ai suoi mandarini appare come beneplacito alla riorganizzazione del
capitalismo padano e al suo rilancio, dopo che la disastrosa gestione delle
“virtuose (coi soldi del Sud) e frugali” Regioni “secessioniste” del Nord hanno
mostrato come le privatizzazioni imposte dai cacicchi regionali e dai loro
coraggiosi sostenitori negli ultimi anni siano costate il disastro sanitario sotto
gli occhi di tutti.
Per fare questo sarà forte il sostegno dell’Europa dei poteri finanziari, mentre la sottolineatura atlantista è utile ad
assicurargli il sostegno dell’amico americano.
Un rilancio della richiesta dell'Autonomia differenziata appare scontato.
La Lega di Salvini entra infatti nel governo anche per passare all'incasso sul
tema, dopo tanta attesa.
Il Pd nel documento presentato durante le consultazioni a Draghi a pagina
26/26 dà il via libera alla Autonomia differenziata, nell'ultima riga, rendendosi
così complice delle mire della destra razzista nordica come già da tempo avviene
in Emilia Romagna, cercando di dissimularla con una richiesta "di clausola
di supremazia". In realtà il tentativo è puerile, sanno benissimo, come
tutti, che il Governo nazionale può anche sostituirsi agli organi delle Regioni
o degli enti locali nel caso, fra l’altro, di «pericolo grave per l’incolumità
e la sicurezza pubblica» (art. 120 della Costituzione); e infatti proprio nel
campo della sanità ha negli ultimi anni “commissariato” alcune Regioni i cui
bilanci non apparivano in equilibrio. Non c’è bisogno, dunque, di nessuna
“clausola di supremazia”.
Inutile dire che l'ennesima sottrazione di risorse ad un Mezzogiorno già
boccheggiante e da almeno un ventennio sottoposto a scippi di ogni tipo potrebbe
avere come effetto la prossima balcanizzazione del Paese. Come si ripete da
tempo l'Autonomia differenziata, progetto che discende dall'Europa, è eversiva dell'unità nazionale. Inoltre
le recenti dichiarazioni della ministra per la Disabilità Stefani fanno capire
come i leghisti marcheranno da vicino la ministra degli affari Regionali e
Autonomie Gelmini, già di suo appassionata
sostenitrice della autonomia differenziata, che considera addirittura “un bene
anche per il Mezzogiorno”. Praticamente avremo due ministre delle Autonomie,
una vicenda che indurrebbe al riso se non riguardasse i disabili ed il
Mezzogiorno.
Inoltre lo spostamento quasi unanime del quadro politico verso destra, in
nome di un liberismo aristocratico "dei migliori", unito alla
riduzione dei parlamentari, grazie al recente referendum costituzionale dello
scorso settembre, potrebbe aprire la porta a derive ungheresi. Ricordo che da
simulazioni fatte dall’Istituto Cattaneo, ancor prima del referendum, così come
dalla Fondazione Einaudi, evidenziano come con soli 267 deputati e 134 senatori
(che la destra otterrebbe dai sondaggi attuali) si potrebbe «cambiare la
Costituzione in ogni sua parte, senza possibilità per i cittadini di esprimersi
con un successivo referendum». Inoltre sottolineamo un argomento che quasi
nessuno ha sottolineato a suo tempo e cioè come la riduzione dei parlamentari
aggraverà inevitabilmente la mancanza di rappresentanza del Mezzogiorno in
Parlamento e approfondirà ancora di più la spaccatura già presente nel Paese.
Doveroso poi ricordare, sui temi della sanità e dell’ambiente, che proprio
pochi giorni fa l’Istituto Superiore della Sanità ha finalmente certificato con
i propri scienziati che nella Terra dei Fuochi “i tumori sono causati dai rifiuti della camorra”.
Attivisti, cittadini e movimenti lo gridano da
anni, in una situazione drammatica per cittadini e territori che ha causato
miglia di vittime, anche giovanissime. Ricordiamo che l’allora Ministro della
Sanità Beatrice Lorenzin in visita in quei luoghi nel 2014 addebitò agli
“errati stili di vita” degli abitanti, anche dei neonati, l’esplosione dei
tumori. Ma dopotutto l’emigrazione sanitaria aiutava e aiuta ancora oggi le “virtuose”
regioni leghiste e protoleghiste del Nord a far quadrare i bilanci della loro
sanità.
E così mentre i media riprendono a battere sui temi della
"locomotiva", ed il Sud è completamente sparito dai giornali che
trattano solo dei problemi del Lombardo-Veneto, è semplice prevedere che Draghi
cercherà di tamponare in un primo momento le situazioni di maggiore difficoltà
sociale, il che unito ad una ovvia ripresa del Pil (di cui si intesterà il
merito esclusivo) semplicemente connesso alla ripresa delle attività in virtù
dell'avanzamento delle vaccinazioni, gli darà quel consenso utile ad arrivare a
fine legislatura, così da terminare la sua missione. Da lì in poi bisognerà
valutare il risultato delle successive elezioni politiche.
Ora c'è uno spazio enorme da occupare immediatamente a Sinistra per
contrastare nel Paese le derive antipopolari ed antimeridionali di cui sopra. Il
sostegno assicurato al governo aristocratico della restaurazione capitalista
padana da parte di forze che si definiscono di sinistra così come dai sindacati,
fa capire che non servono
"draghi" o "maghi", ma dovrebbe essere facile capire che se
rappresenti, o vuoi rappresentare, o ancor di più se sei parte dei
sacrificabili, del mondo del lavoro, del Sud, dei piccoli produttori o
commercianti non puoi che stare fuori dal perimetro di questo governo, e sei
costretto ad organizzarti e lottare se vuoi strappare risultati. Va
costituita quindi quanto prima una popolare ed unitaria forza di Sinistra che
contenga nel suo programma anche le ragioni del Sud e che sappia rappresentarle
e sostenerle in un'ottica gramsciana e non generalista!
E così mentre avanzano molteplici crisi: economica, sanitaria, sociale ed
il Mezzogiorno, ma non solo, è già una polveriera, appare sempre più evidente
come nel Paese vi sia la necessità di una unione di forze realmente popolari
che rimettano la questione sociale, dell’uguaglianza e dei diritti al centro
dell’agenda politica nazionale. Riaffermando la presenza meridionalista progressista
gramsciana che tenga costantemente sotto la lente d’ingrandimento la Questione
Meridionale, al fine di risolvere definitivamente le disomogeneità nazionali
ormai non più tollerabili, dando risposta alle necessità dei segmenti più
deboli della popolazione dell’intero Paese prima che questo collassi verso derive
balcaniche o ungheresi. La necessità è quella di ridare luce a quella
Costituzione nata dalla Resistenza, da sempre ignorata in più articoli o
stravolta in alcuni passaggi fondamentali come il pareggio di bilancio o il
regionalismo monoculare, al fine di contrastare lo strapotere di quei potentati
economico politici che continuando a sostenere “suprematismi regionali”
potrebbero portare, in assenza di contrasto, al definitivo collasso del Paese.
Ribadiamo pertanto la necessità di una non più procrastinabile costituzione d'un soggetto politico unitario di Sinistra, che si batta per il riscatto del popolo nelle sue totali esigenze reali e territoriali. In Italia si pone la necessità di costruire l’alternativa di sinistra, antiliberista, ambientalista, civica e meridionalista gramsciana che già a partire dalle prossime elezioni regionali in Calabria inizi a cooperare mostrandosi coeso e atto a formare una fronte popolare per opporsi con forza alle destre liberiste avanzanti.
Per tutti questi motivi come Partito del Sud – Meridionalisti Progressisti rilanciamo e raccogliamo l’appello aperto a tutte le soggettività che condividono l’urgenza di lavorare insieme alla costruzione di un percorso aperto e plurale per l’alternativa sociale, culturale e politica ai poli e agli schieramenti politici esistenti.
Se non ora quando...?!
Documento politico approvato dal
CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE DEL
PARTITO DEL SUD
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Che succederà all'Italia e al Mezzogiorno con l'avvento del governo Draghi?
Può un governo eterodiretto dai potentati finanziari del Nord Italia ed
Europa dare le risposte giuste per risollevare l’intero Paese, e non il solo
Nord, dalla crisi finanziaria e pandemica? Noi riteniamo che le solite ricette turbo-liberiste
che sicuramente saranno proposte dal governo nei prossimi mesi, vista la storia
anche personale di Draghi, unite al sovranismo padano, potrebbero portare ad inutili tensioni territoriali. Il sostegno spesso imbarazzante fornito dai media a
Draghi e ai suoi mandarini appare come beneplacito alla riorganizzazione del
capitalismo padano e al suo rilancio, dopo che la disastrosa gestione delle
“virtuose (coi soldi del Sud) e frugali” Regioni “secessioniste” del Nord hanno
mostrato come le privatizzazioni imposte dai cacicchi regionali e dai loro
coraggiosi sostenitori negli ultimi anni siano costate il disastro sanitario sotto
gli occhi di tutti.
Per fare questo sarà forte il sostegno dell’Europa dei poteri finanziari, mentre la sottolineatura atlantista è utile ad
assicurargli il sostegno dell’amico americano.
Un rilancio della richiesta dell'Autonomia differenziata appare scontato.
La Lega di Salvini entra infatti nel governo anche per passare all'incasso sul
tema, dopo tanta attesa.
Il Pd nel documento presentato durante le consultazioni a Draghi a pagina
26/26 dà il via libera alla Autonomia differenziata, nell'ultima riga, rendendosi
così complice delle mire della destra razzista nordica come già da tempo avviene
in Emilia Romagna, cercando di dissimularla con una richiesta "di clausola
di supremazia". In realtà il tentativo è puerile, sanno benissimo, come
tutti, che il Governo nazionale può anche sostituirsi agli organi delle Regioni
o degli enti locali nel caso, fra l’altro, di «pericolo grave per l’incolumità
e la sicurezza pubblica» (art. 120 della Costituzione); e infatti proprio nel
campo della sanità ha negli ultimi anni “commissariato” alcune Regioni i cui
bilanci non apparivano in equilibrio. Non c’è bisogno, dunque, di nessuna
“clausola di supremazia”.
Inutile dire che l'ennesima sottrazione di risorse ad un Mezzogiorno già
boccheggiante e da almeno un ventennio sottoposto a scippi di ogni tipo potrebbe
avere come effetto la prossima balcanizzazione del Paese. Come si ripete da
tempo l'Autonomia differenziata, progetto che discende dall'Europa, è eversiva dell'unità nazionale. Inoltre
le recenti dichiarazioni della ministra per la Disabilità Stefani fanno capire
come i leghisti marcheranno da vicino la ministra degli affari Regionali e
Autonomie Gelmini, già di suo appassionata
sostenitrice della autonomia differenziata, che considera addirittura “un bene
anche per il Mezzogiorno”. Praticamente avremo due ministre delle Autonomie,
una vicenda che indurrebbe al riso se non riguardasse i disabili ed il
Mezzogiorno.
Inoltre lo spostamento quasi unanime del quadro politico verso destra, in
nome di un liberismo aristocratico "dei migliori", unito alla
riduzione dei parlamentari, grazie al recente referendum costituzionale dello
scorso settembre, potrebbe aprire la porta a derive ungheresi. Ricordo che da
simulazioni fatte dall’Istituto Cattaneo, ancor prima del referendum, così come
dalla Fondazione Einaudi, evidenziano come con soli 267 deputati e 134 senatori
(che la destra otterrebbe dai sondaggi attuali) si potrebbe «cambiare la
Costituzione in ogni sua parte, senza possibilità per i cittadini di esprimersi
con un successivo referendum». Inoltre sottolineamo un argomento che quasi
nessuno ha sottolineato a suo tempo e cioè come la riduzione dei parlamentari
aggraverà inevitabilmente la mancanza di rappresentanza del Mezzogiorno in
Parlamento e approfondirà ancora di più la spaccatura già presente nel Paese.
Doveroso poi ricordare, sui temi della sanità e dell’ambiente, che proprio
pochi giorni fa l’Istituto Superiore della Sanità ha finalmente certificato con
i propri scienziati che nella Terra dei Fuochi “i tumori sono causati dai rifiuti della camorra”.
Attivisti, cittadini e movimenti lo gridano da
anni, in una situazione drammatica per cittadini e territori che ha causato
miglia di vittime, anche giovanissime. Ricordiamo che l’allora Ministro della
Sanità Beatrice Lorenzin in visita in quei luoghi nel 2014 addebitò agli
“errati stili di vita” degli abitanti, anche dei neonati, l’esplosione dei
tumori. Ma dopotutto l’emigrazione sanitaria aiutava e aiuta ancora oggi le “virtuose”
regioni leghiste e protoleghiste del Nord a far quadrare i bilanci della loro
sanità.
E così mentre i media riprendono a battere sui temi della
"locomotiva", ed il Sud è completamente sparito dai giornali che
trattano solo dei problemi del Lombardo-Veneto, è semplice prevedere che Draghi
cercherà di tamponare in un primo momento le situazioni di maggiore difficoltà
sociale, il che unito ad una ovvia ripresa del Pil (di cui si intesterà il
merito esclusivo) semplicemente connesso alla ripresa delle attività in virtù
dell'avanzamento delle vaccinazioni, gli darà quel consenso utile ad arrivare a
fine legislatura, così da terminare la sua missione. Da lì in poi bisognerà
valutare il risultato delle successive elezioni politiche.
Ora c'è uno spazio enorme da occupare immediatamente a Sinistra per
contrastare nel Paese le derive antipopolari ed antimeridionali di cui sopra. Il
sostegno assicurato al governo aristocratico della restaurazione capitalista
padana da parte di forze che si definiscono di sinistra così come dai sindacati,
fa capire che non servono
"draghi" o "maghi", ma dovrebbe essere facile capire che se
rappresenti, o vuoi rappresentare, o ancor di più se sei parte dei
sacrificabili, del mondo del lavoro, del Sud, dei piccoli produttori o
commercianti non puoi che stare fuori dal perimetro di questo governo, e sei
costretto ad organizzarti e lottare se vuoi strappare risultati. Va
costituita quindi quanto prima una popolare ed unitaria forza di Sinistra che
contenga nel suo programma anche le ragioni del Sud e che sappia rappresentarle
e sostenerle in un'ottica gramsciana e non generalista!
E così mentre avanzano molteplici crisi: economica, sanitaria, sociale ed
il Mezzogiorno, ma non solo, è già una polveriera, appare sempre più evidente
come nel Paese vi sia la necessità di una unione di forze realmente popolari
che rimettano la questione sociale, dell’uguaglianza e dei diritti al centro
dell’agenda politica nazionale. Riaffermando la presenza meridionalista progressista
gramsciana che tenga costantemente sotto la lente d’ingrandimento la Questione
Meridionale, al fine di risolvere definitivamente le disomogeneità nazionali
ormai non più tollerabili, dando risposta alle necessità dei segmenti più
deboli della popolazione dell’intero Paese prima che questo collassi verso derive
balcaniche o ungheresi. La necessità è quella di ridare luce a quella
Costituzione nata dalla Resistenza, da sempre ignorata in più articoli o
stravolta in alcuni passaggi fondamentali come il pareggio di bilancio o il
regionalismo monoculare, al fine di contrastare lo strapotere di quei potentati
economico politici che continuando a sostenere “suprematismi regionali”
potrebbero portare, in assenza di contrasto, al definitivo collasso del Paese.
Ribadiamo pertanto la necessità di una non più procrastinabile costituzione d'un soggetto politico unitario di Sinistra, che si batta per il riscatto del popolo nelle sue totali esigenze reali e territoriali. In Italia si pone la necessità di costruire l’alternativa di sinistra, antiliberista, ambientalista, civica e meridionalista gramsciana che già a partire dalle prossime elezioni regionali in Calabria inizi a cooperare mostrandosi coeso e atto a formare una fronte popolare per opporsi con forza alle destre liberiste avanzanti.
Per tutti questi motivi come Partito del Sud – Meridionalisti Progressisti rilanciamo e raccogliamo l’appello aperto a tutte le soggettività che condividono l’urgenza di lavorare insieme alla costruzione di un percorso aperto e plurale per l’alternativa sociale, culturale e politica ai poli e agli schieramenti politici esistenti.
Se non ora quando...?!
Documento politico approvato dal
CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE DEL
PARTITO DEL SUD
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