Di Antonio Luongo (candidato per il Partito del Sud nella lista Terra)
Le elezioni per la Regione Campania si sono concluse e purtroppo il movimento TERRA non è riuscito a entrare in Consiglio Regionale e a superare la soglia di sbarramento del 3%.
Desidero innanzitutto ringraziare tutte le persone che mi hanno dato fiducia e mi hanno affiancato in questo percorso non solo con il voto, ma con attestazioni concrete di stima e affetto. Ne farò tesoro.
Ora è il tempo delle riflessioni.
Sicuramente i 27.000 voti raccolti i meno di due mesi, partendo da zero, sono la prova che la nuova proposta è riuscita ad intercettare l'interesse nell'elettorato progressista. C'è molto da lavorare e noi non ci produrremo in entusiasmi opinabili, come ha fatto chi ha preso appena 4.000 voti in più. La sinistra deve smettere di guardarsi l'ombelico in modo autoreferenziale e cominciare davvero a guardare avanti.
Con Terra abbiamo iniziato a tracciare la differenza mettendo in campo uno slancio davvero riformatore, sui temi, sulle priorità, non sulle chiacchiere.
L'elettorato di sinistra, soprattutto in Campania è senza riferimenti.
Non deve ingannare il 70% di De Luca, visto che è una vittoria costruita "oltre la destra e la sinistra", per sua stessa ammissione.
Ció significa aver rinunciato ad una visione comune, a valori condivisi, buttando dentro le liste la qualunque. Unico collante il potere. Ma governare una regione con 6 milioni di abitanti non è come gestire un condominio.
Occorre un indirizzo politico, altrimenti si sopravvive solo distribuendo favori e ricompense. E su questo punto sono davvero molto preoccupato.
Terra deve andare avanti nel suo percorso di rigenerazione della visione di sinistra, radicandosi sui territori e strutturando meglio la sua proposta, rendendola chiara e concreta non solo sui temi ambientali, ma anche sui temi del lavoro, della sanità, del superamento del dualismo nord sud.
È una sfida che deve guardare al futuro. Perché la modernità non è assegnata dall'anagrafe e le divisioni ideologiche, in difesa miope del simbolo, che abbiamo appena avuto sotto gli occhi, ci hanno indicato dove NON bisogna andare.
Unità e linguaggio nuovo: questa la via.
E questo sará il mio contributo per Terra e per il domani dei nostri territori.
Valuteremo con attenzioni le dichiarazioni e le posizioni dei protagonisti dell'universo progressista, alla sinistra del Pd. Vediamo chi davvero vuole cogliere la sfida.
Di Antonio Luongo (candidato per il Partito del Sud nella lista Terra)
Le elezioni per la Regione Campania si sono concluse e purtroppo il movimento TERRA non è riuscito a entrare in Consiglio Regionale e a superare la soglia di sbarramento del 3%.
Desidero innanzitutto ringraziare tutte le persone che mi hanno dato fiducia e mi hanno affiancato in questo percorso non solo con il voto, ma con attestazioni concrete di stima e affetto. Ne farò tesoro.
Ora è il tempo delle riflessioni.
Sicuramente i 27.000 voti raccolti i meno di due mesi, partendo da zero, sono la prova che la nuova proposta è riuscita ad intercettare l'interesse nell'elettorato progressista. C'è molto da lavorare e noi non ci produrremo in entusiasmi opinabili, come ha fatto chi ha preso appena 4.000 voti in più. La sinistra deve smettere di guardarsi l'ombelico in modo autoreferenziale e cominciare davvero a guardare avanti.
Con Terra abbiamo iniziato a tracciare la differenza mettendo in campo uno slancio davvero riformatore, sui temi, sulle priorità, non sulle chiacchiere.
L'elettorato di sinistra, soprattutto in Campania è senza riferimenti.
Non deve ingannare il 70% di De Luca, visto che è una vittoria costruita "oltre la destra e la sinistra", per sua stessa ammissione.
Ció significa aver rinunciato ad una visione comune, a valori condivisi, buttando dentro le liste la qualunque. Unico collante il potere. Ma governare una regione con 6 milioni di abitanti non è come gestire un condominio.
Occorre un indirizzo politico, altrimenti si sopravvive solo distribuendo favori e ricompense. E su questo punto sono davvero molto preoccupato.
Terra deve andare avanti nel suo percorso di rigenerazione della visione di sinistra, radicandosi sui territori e strutturando meglio la sua proposta, rendendola chiara e concreta non solo sui temi ambientali, ma anche sui temi del lavoro, della sanità, del superamento del dualismo nord sud.
È una sfida che deve guardare al futuro. Perché la modernità non è assegnata dall'anagrafe e le divisioni ideologiche, in difesa miope del simbolo, che abbiamo appena avuto sotto gli occhi, ci hanno indicato dove NON bisogna andare.
Unità e linguaggio nuovo: questa la via.
E questo sará il mio contributo per Terra e per il domani dei nostri territori.
Valuteremo con attenzioni le dichiarazioni e le posizioni dei protagonisti dell'universo progressista, alla sinistra del Pd. Vediamo chi davvero vuole cogliere la sfida.
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