Negli
ultimi anni abbiamo lavorato come Partito del Sud per uscire dal pantano del
sudismo e consolidare sempre più la nostra ferma e chiara posizione di Meridionalisti Progressisti andando a
rendere politiche e concrete le nostre posizioni e le nostre interlocuzioni.
Abbiamo
aggiunto al nostro nome l’attribuzione “meridionalisti progressisti”, abbiamo
modificato il nostro simbolo, non rinunciando al nome “partito” che in un’epoca
di una politica liquida, mutante e senza mai una direzione ben precisa è titolo
di merito e non certo attributo negativo come oggi vuole la vulgata comune.
In
questi ultimi anni si è stretta dapprima una relazione di collaborazione e
confronto con alcuni amministratori delle regioni e dei comuni meridionali, tra
i quali citiamo certamente il Sindaco di Napoli De Magistris e il Governatore
della Puglia Emiliano e altri con i quali abbiamo percorso un pezzo di strada
insieme e provato a suggerire idee e soluzioni per invertire una rotta che vede
l’Italia sempre più in difficoltà e sempre più intenta a provare a tagliare
servizi e fondi a un mezzogiorno che potrebbe essere invece la sua salvezza.
Abbiamo
con chiarezza fatto una scelta senza se e senza ma di fedeltà alla Costituzione repubblicana schierandoci con chiarezza
nei Comitati per il NO al referendum
costituzionale renziano e in quelli che oggi sono i comitati in difesa della costituzione e contro l’Autonomia
differenziata.
Negli
ultimi due anni abbiamo con altrettanta chiarezza scelto di essere schierati a
sinistra entrando attraverso una collaborazione stretta nel Partito della Sinistra Europea e
percorrendo dapprima la strada senza uscita di Potere al Popolo, poi quella
della Lista “La Sinistra”.
In
questo frangente si è evidenziata una bella e stretta collaborazione, sia pure
nella reciproca autonomia, con Rifondazione
Comunista con la quale sia ai livelli centrali sia sui territori, sia pure
a macchia di leopardo, si è creata una buona sinergia.
Negli
ultimi mesi inoltre la collaborazione con
LEFT e con TransformItalia ha dato vita a un bellissimo numero di Left dedicato al SUD e da
quel numero è nata l’idea dei LAB-SUD,
incontri di confronto e lavoro sul sud da portare in giro in tutto il sud
Italia, si è cominciato da Lamezia, la prossima settimana sarà la volta di San
Giovanni Rotondo, in seguito Brindisi e altre tappe ancora in tutto il Sud.
La
politica è liquida, si trasforma e a destra ha preso le sembianze di un mostro
che si alimenta delle paure, degli egoismi, dei pregiudizi e della disperazione
della gente per accrescersi, le cui teste maggiori sono di stampo populista e
certamente fascistezzante.
Assistiamo
al crollo, almeno così appare, del Movimento
5 Stelle che aveva fatto molto leva sulla rabbia della gente e sulla
speranza di un mondo nuovo dove i “cittadini” avrebbero potuto direttamente
orientare il futuro del Paese.
Purtroppo
queste speranze, ad oggi, sono risultate vane e quel movimento stenta ad essere
credibile come partito tradizionale proprio perché nato con prerogative
diverse.
Molto
interessante e positiva è la mobilitazione delle “Sardine”, se non altro perché nascono con l’intento di combattere
i razzismi, i pregiudizi, gli egoismi e per dire no ad ogni forma di fascismo e
anche la partecipazione di molti degli apparati di partito a queste
manifestazioni non è da intendersi come negativa.
Il
problema è:
1. Le Sardine sono certamente un bel segnale perché riempiono le piazze
grazie a sentimenti e visioni positive della società.
2. Come questi sentimenti e
mobilitazioni positive si trasformeranno in proposta politica concreta e
risultati all’interno delle urne ?
3. Sicuramente è sbagliato
metterci il cappello come si sta provando a fare
4. E’ molto importante invece
con chiarezza illustrare le proprie proposte come forze politiche e cercare di
incontrare la gente di quel popolo sulle questioni concrete e non solo nel
campo ideologico o teorico.
Come si
sostanzia allora l’impegno del Partito del Sud e più in generale della Sinistra
in Italia?
Bisogna
entrare nelle case, nelle piazze, nelle fabbriche e nelle campagne andando ad
intercettare con chiarezza quelli che sono i bisogni delle persone, delle
comunità, delle minoranze.
Bisogna
con chiarezza scegliere di diminuire i vari gap che attanagliano questo Paese e
che rendono i più deboli sempre più deboli e i forti apparentemente sempre più
forti.
C’è
bisogno proprio per questo di prendere di petto la questione meridionale e
affrontarla nell’unico modo possibile, cioè investendo con decisione al sud
puntando a diminuire la distanza che quest’area del Paese soffre fin dalla sua
unificazione e negli ultimi decenni ancora di più grazie a politiche leghiste o
simil leghiste che hanno bruciato risorse negli enormi buchi neri del nord
(Mose, Expo, BREPEMI, e altro) e lasciato a secco le casse del sud e dei suoi
enti locali.
Per brevità rispetto a questo mio saluto provo
ad elencare alcune cose, a mio avviso, sulle quali forse vanno dette delle cose
con chiarezza:
1. Bisogna che si faccia nascere
un’agenzia nazionale pubblica per
gestire e rilanciare quelle aziende e qui servizi strategici italiani che grazie
ai tentativi di privatizzazione sono oggi sull’orlo del baratro e che in molti
casi sono destinati a creare disastri sociali e ambientali. Ecco alcuni esempi
2. Sull’ILVA l’unica strada è la nazionalizzazione con due obiettivi
sostanziali:
a. rendere sostenibile la
produzione dell’acciaio con sistemi che preservino l’ambiente di Taranto
b. Far partire una veloce
bonifica dell’area
c. Recuperare la competitività
della più grande acciaieria d’Europa, preservando la salute dei tarantini e i
livelli occupazionali
3. Sull’Alitalia anche qui nazionalizzarla, visto che sarebbe una follia
occupazionale e strategica chiuderla.
a. Renderla efficiente e
strategica come vettore nazionale che colleghi tutte le parti d’Italia senza
discriminazioni su tratte e prezzi a variazione territoriale. Sono
macroscopiche le discriminazioni tariffarie della compagnia praticate ad
esempio da e per la Calabria.
b. Renderla competitiva sulle
lunghe tratte adeguando la flotta a tali esigenze.
c. Valorizzare le competenze del
proprio personale di volo e di terra
d. Valorizzare gli aeroporti del
sud per diminuire il gap determinato da trasporti pensati ancora in chiave
ottocentesca.
4. Sulle Emergenze. Non è possibile pensare ad un’Italia che lavori solo e
sempre in emergenza. I territori vanno difesi, le infrastrutture manutenute,
adeguate e in molti casi come al sud costruite.
a. Non si può intervenire, in
caso di calamità, in parti del Paese con milioni di euro, in altre parti, e
nella migliore delle ipotesi, con una telefonata.
b. Non si può continuare a far
capire ai cittadini che ne esistano alcuni di serie A, altri di serie B. E’
così che nasce la rabbia, viene meno la fiducia nello stato, nascono i
populismi e i ducetti vari
5. Bisogna redistribuire gli investimenti dello stato in maniera uguale su
ogni cittadino e non in maniera differenziata per località di nascita, censo o
ceto sociale.
6. La Sanità, sia pure con delle prerogative regionali deve garantire in
loco uguali servizi e soprattutto uguali investimenti. Non è possibile, ad
esempio che due Regioni con uguale numero di abitanti come la Puglia e l’Emilia
Romagna ricevano erogazioni statali sulla sanità completamente differenti a
vantaggio dell’Emilia ovviamente.
7. I Trasporti si applica a questo settore quella che si chiama una
strategia di mercato arrivando a dire che dove c’è traffico si investe dove non
c’è non si investe e quindi si lascia il territorio sempre più nell’abbandono e
nell’isolamento.
a. L’unica tratta ferroviaria
degna di questo nome nord sud e quella tra Milano e Salerno sulla direttrice
tirrenica. Oltre Salerno linee ancora vecchie e poco adatte al materiale
rotabile moderno.
b. L’adriatica è sempre più
relegata a tratta secondaria dove il numero di convogli tende a diminuire man
mano che si scende al sud. Fino ad Ancona,poi fino a pescara, poi ancora meno
fino Termoli e poi ancora meno fino Bari per non parlare di Brindisi, Lecce e
Taranto. In questa tratta anche la qualità dei tracciati ferroviari è da
migliorare, tra Termoli e San Severo il tracciato è per lunghi tratti ancora a
binario unico.
c. Al sud non esiste una
“rete” ferroviaria degna di questo nome:
la rete si dipana solo per direttrici e non per diagonali intraregionali tra
regioni del sud. Ad esempio andare da Bari in Calabria in treno è praticamente
impossibile, ancora oggi andare da Bari a Napoli in treno è impossibile (pare
che a dicembre sia previsto un convoglio giornaliero tra le due più importanti
città del sud continentale). Capite bene che così la fuga senza ritorno non è una
possibilità, ma l’unica chance.
8. I porti. Abbiamo uno stato che negli ultimi anni e non solo ha puntato
tutto sui porti del nord e Genova (pensate all’accordo sulla via della seta con
la CINA) in particolare abbandonando a sé stessi i porti del sud come Taranto e
Gioia Tauro. Oggi piangiamo della crisi infrastrutturale di Genova. Chiaro che
se avessimo differenziato oggi non avremmo un traffico merci al collasso e
altrettanti porti sia pure grandi ed efficienti in totale abbandono. Bisogna
rilanciare gli investimenti sui porti dando spazio anche a quelli del sud
Italia.
9. Le scuole e le università del sud per fondi e sostegno sempre
discriminate, qui non entro nel merito perché ci vorrebbe un congresso apposito
solo su questo tema.
10.
Gli investimenti in infrastrutture
al sud
restano fondamentali e prioritari nella nostra proposta politica.
11.
Non è accettabile
l’esodo giovanile e non solo giovanile a cui si assiste da tutta Italia e
ancor più dal Sud.
Se non
si vuole gettare definitivamente la nostra gente nella disperazione o
nell’abulia più totale bisogna ridare la speranza, bisogna far rinascere la
speranza con politiche che facciano rinascere il tessuto sociale ed economico
di una parte cospicua di questo Paese.
C’è
bisogno di intervenire concretamente, decisamente e subito con fondi ed
investimenti in grado di invertire una tendenza al declino e all’affogamento
delle classi e dei territori più deboli.
Sarà costoso ? Sarà poco apprezzato a
livello europeo ? Forse si, ma non c’è altra strada o riaddrizziamo ora la barca o
l’affondamento sarà qualcosa di più che semplicemente probabile.
E
come Partito del Sud in questa partita si continui a dire sempre più parole chiare e si aiuti la sinistra
intera a fare altrettanto.
Pochi dogmi, tanta passione, molti
fatti.
Buon
lavoro a tutti !
Michele
Dell’Edera
[Relazione presentata al VII° Congresso Nazionale del Partito del Sud approvata all'unanimità- Napoli 30 Novembre 2019]
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