“La Sinistra” contro Il progetto di autonomia differenziata, o meglio della “secessione dei ricchi”, che arriva alla resa dei conti.
Riprende in queste ore il percorso verso il “Regionalismo differenziato”.
I presidenti Anci e Upi di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, riuniti a Mantova, auspicano, con grande identità di vedute, un rapido accordo in Parlamento. Confondendo regionalismo con federalismo, il finanziamento dei servizi sulla base dei bisogni con il finanziamento sulla base della ricchezza. Una pessima riforma, voluta nel 2001 dalla Lega, con l’insperato avallo del centrosinistra, che ha portato alla riforma del titolo V della Costituzione, rischia ora diportare alla rottura dell’unità nazionale.
C’è infatti chi pensa di risolvere i problemi del Paese separandosi, come da anni professano anche da statuto i leghisti, o spaccandolo ancora di più.
Una strategia che viene portata avanti da anni con danni enormi per l’intero Paese e che vede pochi o nessun investimento nelle Regioni meno ricche, con conseguente scarsa o mancata crescita e aumento di una sperequazione territoriale che puzza di razzismo, ma c’è chi non è ancora sazio e vuole andare avanti.
Il progetto a nostro avviso eversivo “secessione dei ricchi” è costruito ancora una volta, su indicatori palesemente sperequati su base territoriale. Il cittadino che non risiede in aree ricche, soprattutto nel Mezzogiorno, si appresta così a ricevere meno servizi, avere meno opportunità, soprattutto in ambito scolastico e sanitario e a diventare così un cittadino di serie B per diritti e servizi, in spregio a Costituzione e decenza. Senza dimenticare gli effetti negativi che avrà comunque anche nel Nord, tramite la destrutturazione neoliberista dei servizi, dei contratti di lavoro, con la definitiva affermazione della presenza e del ruolo del privato nel pubblico.
Non esistono forme buone, o attenuate, di autonomia differenziata. Nemmeno nella formula emiliano-romagnola. Non sarà la definizione dei livelli essenziali di prestazione a fare da barriera agli egoismi regionali.
Si vuole da parte del governo a trazione leghista istituzionalizzare uno stato “coloniale” per intere parti del territorio nazionale, il che porterà presto ad uno scontro inevitabile. Chi volge il capo dall’altra parte oggi, o addirittura governa insieme o è complice delle mire leghiste, domani porterà la responsabilità della possibile “balcanizzazione” del Paese.
Ci chiediamo che cosa ci sia di logico nelle egoistiche richieste portate avanti a spron battuto dal governo su questo tema e preannunciamo sin da oggi la nostra totale opposizione a tali politiche e tali richieste!
A tal fine “la Sinistra” aderisce all’assemblea organizzata su questi temi da LIP Scuola il prossimo 7 luglio a Roma, sulla proposta di costruire insieme una “Assemblea Nazionale per il ritiro dell’Autonomia differenziata”
I presidenti Anci e Upi di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, riuniti a Mantova, auspicano, con grande identità di vedute, un rapido accordo in Parlamento. Confondendo regionalismo con federalismo, il finanziamento dei servizi sulla base dei bisogni con il finanziamento sulla base della ricchezza. Una pessima riforma, voluta nel 2001 dalla Lega, con l’insperato avallo del centrosinistra, che ha portato alla riforma del titolo V della Costituzione, rischia ora diportare alla rottura dell’unità nazionale.
C’è infatti chi pensa di risolvere i problemi del Paese separandosi, come da anni professano anche da statuto i leghisti, o spaccandolo ancora di più.
Una strategia che viene portata avanti da anni con danni enormi per l’intero Paese e che vede pochi o nessun investimento nelle Regioni meno ricche, con conseguente scarsa o mancata crescita e aumento di una sperequazione territoriale che puzza di razzismo, ma c’è chi non è ancora sazio e vuole andare avanti.
Il progetto a nostro avviso eversivo “secessione dei ricchi” è costruito ancora una volta, su indicatori palesemente sperequati su base territoriale. Il cittadino che non risiede in aree ricche, soprattutto nel Mezzogiorno, si appresta così a ricevere meno servizi, avere meno opportunità, soprattutto in ambito scolastico e sanitario e a diventare così un cittadino di serie B per diritti e servizi, in spregio a Costituzione e decenza. Senza dimenticare gli effetti negativi che avrà comunque anche nel Nord, tramite la destrutturazione neoliberista dei servizi, dei contratti di lavoro, con la definitiva affermazione della presenza e del ruolo del privato nel pubblico.
Non esistono forme buone, o attenuate, di autonomia differenziata. Nemmeno nella formula emiliano-romagnola. Non sarà la definizione dei livelli essenziali di prestazione a fare da barriera agli egoismi regionali.
Si vuole da parte del governo a trazione leghista istituzionalizzare uno stato “coloniale” per intere parti del territorio nazionale, il che porterà presto ad uno scontro inevitabile. Chi volge il capo dall’altra parte oggi, o addirittura governa insieme o è complice delle mire leghiste, domani porterà la responsabilità della possibile “balcanizzazione” del Paese.
Ci chiediamo che cosa ci sia di logico nelle egoistiche richieste portate avanti a spron battuto dal governo su questo tema e preannunciamo sin da oggi la nostra totale opposizione a tali politiche e tali richieste!
A tal fine “la Sinistra” aderisce all’assemblea organizzata su questi temi da LIP Scuola il prossimo 7 luglio a Roma, sulla proposta di costruire insieme una “Assemblea Nazionale per il ritiro dell’Autonomia differenziata”
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