lunedì 15 ottobre 2018

IL “REDDITO DI SUDDITANZA”



- Di Bruno Pappalardo


Di cosa ha bisogno il SUD?

A questa domanda, in coro, la gente, quella povera ma anche quella più agiata, ma anche quella del NORD, …ma anche un ragazzino delle elementari, risponderebbe: IL “ LAVORO”,… ACCIDENTI! 

Perché?

Perché il buon senso, la logica, il raziocinio politico, impone di realizzare e proiettare, per tutti e,… soprattutto per i giovani, lungo la traiettoria del futuro, una condizione di reddito permanente che generi benessere.

Vuol dire creare presupposti e requisiti rapidi per un reddito che possa dare certezze, sicurezza economica, capacità prestazionali stimolanti e innescanti una reazione al passivismo secolare. riprogettando il proprio avvenire.

L’orrido “REDDITO DI CITTADINANZA” non è altro che un modello di propaganda pletorica e vuota se non fosse per arginare la drammatica reale povertà che attraversa il paese, in particolare al Meridione e ricavarne voti.

Sappiamo che, alla lunga originerà altra povertà, come è stato in passato. ( assistenzialismo democratico cristiano o populismo laurino) ma soprattutto acquisizione di una più accentuata visione della vita basata sulla beneficenza evangelica del Nord e dell’UE.

Ancora una volta, al SUD tocca, dopo anni di sacrifici all’estero con i suoi lavoratori e la desertificazione nei suoi territori delle migliori risorse e l’esigue energie imprenditoriali, accettare, subire un altro “intervento straordinario”

Questa condizione produrrà ancora SUDDITANZA ECONOMICA, PSICOLOGICA E SOCIALE. Il SUD sarà sempre questuante di qualche spicciolo per comprarsi il pane, rinunciando alla propria libertà e ai propri diritti umani, di identità e di popolo.

Bisogna, dunque, predisporre prima un contesto sociale e culturale che alimenti condizioni favorevoli di crescita produttiva.

In uno articolo del 3 gennaio del 1920, infatti, Gramsci, dalle pagine di “L’Ordine Nuovo” lanciava un monito:

 “la terra ai contadini è propaganda (…) gli operai agricoli, i contadini poveri rivoluzionari e i socialisti consapevoli non possono concepire come utile (…questa ) propaganda.(…) Cosa ottiene un contadino povero invadendo una terra incolta o mal coltivata? Senza macchine, senza una abitazione sul luogo (…)senza credito per attendere il tempo del raccolto, senza istituzioni cooperative che acquistino il raccolto stesso (…) e lo salvino dalle grinfie degli usurai, cosa può ottenere un contadino povero dall’invasione? Egli soddisfa, in un primo momento, i suoi istinti di proprietario, sazia la sua primitiva avidità di terra; ma in un secondo momento, quando s’accorge che le braccia non bastano per scassare la terra(…)e che sono necessarie le sementi e gli strumenti di lavoro, e pensa alla serie futura dei giorni e delle notti da passare in una terra senza acqua, con la malaria, il contadino sente che nessuno gli darà tutte queste cose, il contadino sente la sua impotenza, la sua solitudine, la sua disperata condizione, e diventa (…)non un rivoluzionario, diventa assassino dei “signori” non un lottatore per il comunismo.” “ Gli operai e i contadini ( …) hanno visto solo il “cretinismo” parlamentare e l’illusione riformista e opportunista, …hanno visto la contro-rivoluzione” .

 La Storia insegna ma non ci sono scolari.

 Non si cerca la verità ma solo ragioni!


.
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- Di Bruno Pappalardo


Di cosa ha bisogno il SUD?

A questa domanda, in coro, la gente, quella povera ma anche quella più agiata, ma anche quella del NORD, …ma anche un ragazzino delle elementari, risponderebbe: IL “ LAVORO”,… ACCIDENTI! 

Perché?

Perché il buon senso, la logica, il raziocinio politico, impone di realizzare e proiettare, per tutti e,… soprattutto per i giovani, lungo la traiettoria del futuro, una condizione di reddito permanente che generi benessere.

Vuol dire creare presupposti e requisiti rapidi per un reddito che possa dare certezze, sicurezza economica, capacità prestazionali stimolanti e innescanti una reazione al passivismo secolare. riprogettando il proprio avvenire.

L’orrido “REDDITO DI CITTADINANZA” non è altro che un modello di propaganda pletorica e vuota se non fosse per arginare la drammatica reale povertà che attraversa il paese, in particolare al Meridione e ricavarne voti.

Sappiamo che, alla lunga originerà altra povertà, come è stato in passato. ( assistenzialismo democratico cristiano o populismo laurino) ma soprattutto acquisizione di una più accentuata visione della vita basata sulla beneficenza evangelica del Nord e dell’UE.

Ancora una volta, al SUD tocca, dopo anni di sacrifici all’estero con i suoi lavoratori e la desertificazione nei suoi territori delle migliori risorse e l’esigue energie imprenditoriali, accettare, subire un altro “intervento straordinario”

Questa condizione produrrà ancora SUDDITANZA ECONOMICA, PSICOLOGICA E SOCIALE. Il SUD sarà sempre questuante di qualche spicciolo per comprarsi il pane, rinunciando alla propria libertà e ai propri diritti umani, di identità e di popolo.

Bisogna, dunque, predisporre prima un contesto sociale e culturale che alimenti condizioni favorevoli di crescita produttiva.

In uno articolo del 3 gennaio del 1920, infatti, Gramsci, dalle pagine di “L’Ordine Nuovo” lanciava un monito:

 “la terra ai contadini è propaganda (…) gli operai agricoli, i contadini poveri rivoluzionari e i socialisti consapevoli non possono concepire come utile (…questa ) propaganda.(…) Cosa ottiene un contadino povero invadendo una terra incolta o mal coltivata? Senza macchine, senza una abitazione sul luogo (…)senza credito per attendere il tempo del raccolto, senza istituzioni cooperative che acquistino il raccolto stesso (…) e lo salvino dalle grinfie degli usurai, cosa può ottenere un contadino povero dall’invasione? Egli soddisfa, in un primo momento, i suoi istinti di proprietario, sazia la sua primitiva avidità di terra; ma in un secondo momento, quando s’accorge che le braccia non bastano per scassare la terra(…)e che sono necessarie le sementi e gli strumenti di lavoro, e pensa alla serie futura dei giorni e delle notti da passare in una terra senza acqua, con la malaria, il contadino sente che nessuno gli darà tutte queste cose, il contadino sente la sua impotenza, la sua solitudine, la sua disperata condizione, e diventa (…)non un rivoluzionario, diventa assassino dei “signori” non un lottatore per il comunismo.” “ Gli operai e i contadini ( …) hanno visto solo il “cretinismo” parlamentare e l’illusione riformista e opportunista, …hanno visto la contro-rivoluzione” .

 La Storia insegna ma non ci sono scolari.

 Non si cerca la verità ma solo ragioni!


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