Dopo aver aderito al bell’appello
di Anna Falcone e Tommaso Montanari, ieri come Partito del Sud abbiamo
partecipato all'affollata assemblea che si è tenuta al Teatro Brancaccio di
Roma.
Una prima
evidenza positiva: c’è in questo paese tanta voglia di partecipazione e di una
sinistra “vera” , una sinistra unita, lontana dai troppi compromessi al ribasso
sui diritti e sul lavoro degli ultimi anni ed anche dai troppi litigi e soliti
personalismi che invece purtroppo sono storicamente da sempre presenti nel DNA
della politica italiana e in quella di sinistra in particolare….c’erano
tantissime persone che non sono nemmeno riuscite ad entrare nel teatro che già
alle 10 era strapieno nei suoi oltre 1000 posti ed è stato allestito anche uno
spazio con delle casse per permettere di seguire l’assemblea all’esterno
per chi non era riuscito ad entrare. Rilevante anche il notevole seguito di parecchie
decine di migliaia di persone collegate allo streaming dell’evento.
Particolarmente
apprezzato l’intervento iniziale di Montanari sulla necessità di una svolta a
sinistra in netta discontinuità con Renzi e con le sue politiche neo-liberiste;
di notevole interesse per me anche altri interventi sulla necessità di tornare
ad utilizzare la leva fiscale in modo progressivo, come ci dice anche la nostra
Costituzione, ed in particolare fa riflettere la citazione che gli scaglioni
IRPEF negli anni ’70 erano ben dodici partendo da un 10% (!!!) per i redditi
più bassi per arrivare ad oltre il 70%...i governi di centro-sinistra degli
ultimi 20 anni sul piano della redistribuzione del reddito e della giustizia
fiscale sono stati quindi più di destra dei governi democristiani e del
penta-partito della Prima Repubblica!!!
La giustizia
sociale e la redistribuzione del reddito, insieme ad un ripristino dei diritti
del lavoro ed una difesa dell’ambiente e dei beni comuni, sono stati il leit
motiv di tanti interventi, tutti condivisibili specie quando si evocavano i
principi fondamentali della Costituzione.
Montanari e
altri hanno evidenziato che tra i temi di giustizia sociale c’è sicuramente
quello della “questione meridionale” che, dopo essere stata a lungo ignorata,
torna ad essere quasi esplosiva; apprezzato anche l’intervento di Maurizio
Acerbo, nuovo Segretario di Rifondazione Comunista, che parlando di questione
meridionale cita Gramsci…musica per le nostre orecchie!
Tra le cose
migliorabili si potevano di certo evitare le contestazioni chiassose a chi ha
avuto diritto di parola, come quella al Senatore Gotor di Articolo 1 – MDP , poi
se quello che viene proposto non è condivisibile lo si può contestare e
fischiare a fine intervento…da migliorare sicuramente anche la gestione degli
interventi, anche noi del Partito del Sud siamo stati citati ma non abbiamo
avuto la possibilità di fare un nostro piccolo intervento sul palco.
Ovviamente c’è
in questa assemblea, e nello spirito polemico e un po’ rissoso che sotto sotto ogni
tanto trapelava, lo spettro e l’eterna questione delle alleanze e le possibili
sponde, con la differenza netta tra chi contesta Renzi ma non gli chiude del
tutto la porta, vedi Pisapia (non è intervenuto ma solo a pronunciare il suo
nome ci sono stati molti fischi in sala…) o appunto quelli di Articolo 1 –MDP,
e quelli che dicono che un dialogo con chi ha avuto a che fare con Renzi, con queste
fallimentari esperienze di centro-sinistra e “terze vie alla Blair” sia impossibile.
Inoltre l’impressione
è che la maggior parte dei partecipanti sia, giustamente, stanca dei tatticismi
e dei leader che dall’alto scelgono per tutti, piuttosto ci vuole PRIMA un
programma nuovo e rivoluzionario capace di tornare ad entusiasmare a sinistra e
raccogliere nuove energie e consensi, guidato dai principi fondamentali della
Costituzione che abbiamo già difeso nel referendum vittorioso dello scorso
dicembre. Solo su un programma di questo tipo si possono POI trovare
convergenze, senza nessuna preclusione rispetto a storie passate, ma con la
chiarezza che chi ci sta su questo programma non può poi cercare alleanze con l’area
neo-liberista, ad esempio con Renzi o con chi vuole dialogare con Renzi,
continuando con le logiche iperliberiste da “turbo-capitalismo” degli ultimi
governi che, ad esempio con la cancellazione dell’articolo 18 o il continuo
innalzamento dell’età per la pensione, hanno finito per delineare una politica
perfino più liberista di quella del nefasto governo di centro-destra e leghista
di Berlusconi.
Chi oggi avrà
il coraggio di concordare una fiscalità più alta per le fasce più ricche e
abbassare le tasse solo per i più poveri? Chi avrà il coraggio di proporre una
patrimoniale? Chi avrà il coraggio di difendere e rafforzare il welfare, quindi
difendere l’istruzione e la sanità pubblica? Chi avrà il coraggio di difendere
l’ambiente contro gli interessi delle grandi aziende nazionali e
multi-nazionali? Chi avrà il coraggio di colpire la rendita finanziaria e la
speculazione?
E chi avrà il
coraggio di proporre e concordare un nuovo “Piano Marshall” per il Sud, un
territorio devastato economicamente dalla crisi ancor di più del resto del
paese e che oramai come ci dice l’ISTAT è a rischio di tsunami demografico?
Per noi del
Partito del Sud, dopo aver aderito con entusiasmo, per continuare a lavorare ed
impegnarci in questo progetto, quindi, non c’è solo una semplice questione di “presenzialismo”,
c’è da capire se il percorso intrapreso
ieri sia effettivamente strutturato e organizzato con comitati locali e
programmi concreti dove possiamo dare il nostro apporto ed il nostro contributo
meridionalista. Programmi che devono essere non solo di rottura e di inversione
di tendenza in generale rispetto alle politiche neo-liberiste di Renzi o del
centro-destra o alle fumose e ondivaghe proposte grilline, ma che soprattutto
hanno come punto centrale e fondamentale la “questione meridionale”, insomma
per noi una vera sinistra in questo paese o è “meridionalista” o non è
sinistra.
Una questione
meridionale da affrontare con una nuova ricetta per risolverla dopo più di 150
anni, una ricetta “neo-keynesiana” che siamo convinti che possa far ripartire il
paese da Sud, invece che continuare con le logiche fallimentari degli ultimi
decenni con il Sud fermo ad aspettare la “locomotiva del Nord”, del centro-nord
o tedesca che sia. Un programma meridionalista che finalmente tenda a
riequilibrare il divario in termini sociali e soprattutto economici, cioè di
spesa, di infrastrutture etc etc etc….in pieno accordo ed in piena attuazione
dell’articolo 3 comma 2 della nostra bella Costituzione Repubblicana.
Enzo
Riccio
Segr.
Org. Nazionale
Partito
del Sud
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