Di Natale Cuccurese
Dopo il drammatico rapporto Svimez e la direzione del PD del 7 agosto a Roma, Renzi è atteso per settembre alla presentazione del Masterplan sul Sud. In realtà Michele Emiliano aveva già presentato al riguardo, sul tavolo del Governo, un documento programmatico sul Mezzogiorno nel febbraio 2014 sottoscritto dopo adeguata discussione dai principali dirigenti del Partito Democratico del sud e inviato al segretario nazionale Pd poco prima del suo insediamento come Presidente del Consiglio, questo documento può rappresentare il punto di partenza della riflessione e dei relativi provvedimenti.
Ricordiamo a questo proposito che il 15 febbraio 2014 si era svolto a Bari il Convegno organizzato dal Partito del Sud con la presenza dell’allora Sindaco di Bari Michele Emiliano e del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris intitolato “ Con il Sud si Riparte” proprio sul tema delle possibili soluzioni alle tante problematiche che attanagliano il nostro Mezzogiorno, con presentazione del relativo libro bianco del Partito del Sud da cui è disceso un anno dopo il libro dallo stesso titolo distribuito in libreria. Piace rilevare che il documento programmatico prodotto pochi giorni dopo dal Pd del sud richiama alcune di queste tematiche comuni. Da sottolineare che già prima della convocazione della direzione PD del 7 agosto i presidenti delle Regioni del Sud si erano dati appuntamento alla Fiera del Levante del 12 settembre, per dar seguito alla firma del manifesto anti trivellazioni in Adriatico e Ionio sottoscritto a Termoli; ora quell’incontro già fissato diventa per Michele Emiliano l’occasione per spronare il Governo verso un nuovo ed innovativo approccio alla “Questione Meridionale”.
Interessante notare che il documento programmatico sul Mezzogiorno propone in un passaggio:
“Occorre però ridurre il rapporto debito/Pil non solo attraverso i tagli alla spesa pubblica improduttiva, ma anche attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati ridefinendo in modo non irrilevante il rapporto deficit/PIL al 3%. Occorre cioè consentire contemporaneamente – con coraggio e abilità di governo dell’economia – un piano di progressivo rientro dal debito che contenga obiettivi di aumento del PIL e delle entrate tributarie e non solo sulla applicazione del Fiscal compact, che determinerebbe, soprattutto al sud, la definitiva devastazione del welfare e della sanità pubblica e di tutti i servizi pubblici.”
In altre parole cambiare le logiche che han bloccato lo sviluppo del Sud negli ultimi anni. Ormai la situazione, come evidenziato dall’ultimo documento SVIMEZ è di non ritorno, bisogna cercare di porre rapidamente rimedio all’inerzia che ha guidato i governi sul Sud negli ultimi anni. Certo l’attuale crisi dei mercati asiatici non faciliterà le cose, le stime sul Pil 2015/16 saranno probabilmente da rivedere, così come la tenuta del rapporto deficit/Pil al 3%, con le tante tensioni che si affacciano per l’autunno e con l’aumento dei tassi d’interesse dei titolo pubblici, che solo nelle ultime settimane ha provocato un aumento del rendimento dei Btp decennali del 2% che porterebbe, se queste variazioni dovessero divenire strutturali, ad un “costo” di circa 5 miliardi in più. Soldi che sarebbero da reperire con nuove tasse o maggiori tagli, in una situazione che si avviterebbe fra tensioni nazionali e internazionali di difficile soluzione se si vogliono centrare gli obiettivi previsti nel Def.
L’unica cosa certa è che il Sud non può più aspettare e soprattutto essere trattato come negli ultimi anni fra fondi Fas sottratti e aspettative deluse, il Sud ha già dato e per troppo tempo senza ricevere. In particolare bisognerà vigilare sui fondi Pac, sul relativo cofinanziamento e soprattutto se le Regioni del Sud saranno poste in condizione di operare, per impedire che questi fondi vengano ancora una volta dirottati al centro nord. Questo anche in considerazione della recente presa di posizione della Consulta in merito al fatto che “mentre incombe il pareggio di bilancio, lo Stato dei rapporti tra il centro e gli enti territoriali sembra giunto al punto più basso, c’è il rischio non solo di nuovi squilibri economici, ma anche di un’endemica conflittualità tra i livelli territoriali di governo”; anche alla luce del giudizio della stessa Consulta che giudica incostituzionale il bilancio del Piemonte, aprendo un buco che può arrivare a venti miliardi di euro, risolvendo così il piano straordinario per il rimborso dei debiti arretrati della pubblica amministrazione in una catastrofe per i bilanci regionali, visto che con questa sentenza vengono messi a rischio i bilanci anche di quasi tutte le altre Regioni, mettendo a rischio così anche i conti pubblici dello Stato. . Sarebbe veramente singolare che dopo aver ventilato da fonte governativa un intervento da 80 miliardi per il Sud e aver promesso un apposito Masterplan risolutivo sempre per il Sud, ci si ritrovasse nuovamente con in mano un pugno di mosche. Bisognerà vedere come vorranno e potranno operare i Governatori del Sud, per la prime volta nella storia tutti del PD, e se faranno fronte comune, come sembra, in quelle che appaiono come “prove tecniche di Macroregione Sud”. Siamo certi che la determinazione del Presidente Michele Emiliano, promotore del prossimo appuntamento di Bari, sia garanzia su tutti questi punti.
.Fonte: Con il Sud si Riparte
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