di Bruno Pappalardo
(Giorgio se ne vò ì e ‘o vescovo ‘o vò mannà!)
e’ una bella storia napoletana del tempi del viceregno spagnolo (SEC.XVI-XVII) che narra di un uomo che non sapeva amare veramente ne la propria gente e neppure la terra su cui era nato. Una storia piena di significato che bisognerebbe leggere e che ben s’adatta ad alcuni personaggi della politica italiana. Ma pensiamo ad altro;
Matteo Renzi, da Perugia, durante un comizio risponde sostegno della candidata del PD, volendo difendere i suoi candidati del partito,dice: "…sulla legalità non prendiamo lezioni da nessuno” .
Una frase del genere d’avanti ad una così chiara sentenza non l’avrebbe detta manco Mussolini o Pol Pot sia nel senso della sfacciataggine che della decenza morale,… ma lasciamo stare!
Parlo della Legge Severino, votata e voluta dal PD e che non lascia scampo agli impresentabili come il candidato presidente, il salernitano De Luca alla Regione Campania.
Ha tolto il “falso in bilancio”, accordo con la Svizzera ( che attendeva da quasi un anno un semplice Si telefonico) per i denari di evasori fiscali nelle banche elvetiche a cui però, in abbondante anticipo, sono stati avvisati con la premesse di lasciare qualcosa sui conti per dare l’impressione al povero cittadino italiano di aver colpito l’illecito.
Ha presentato la Legge sulla Corruzione ma col patteggiamento.
Toglie il riciclaggio nelle banche vaticane ma accellera le grandi opere (inutili) rimuovendo( (ingenuamente) denaro sporco.
Ha però tolto l’articolo 18; condona 98 milioni ai gestori delle slot machines; aumenta le tasse; regala soldi alle banche, inserisce l’IMU agricola penalizzandola irrimediabilmente, crea la figura del podestà al post del preside et cetera
Dichiara: che chi viene scelto dal cittadino può superare agevolmente la legge Severino proprio come Hitler, perché come per “ baffettino ” fu un voto “democratico” e può governare.
Bene, … ecco che la LISTA VOZZA si arricchirà di nuovi voti provenienti proprio dal PD e in parte da quella cellula del NCD.
AMEN….
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