Di Bruno Pappalardo
Così viene oggi definita, “TERZA SOCIETA’”. E’ quel nuovo modello sociale tanto diffuso. Quale?
E’ una specie di ceto.
Spiego: La PRIMA, dovrebbe comprendere i lavoratori cosiddetti “garantiti”, dipendenti pubblici e privati permanenti e con una forte rappresentanza politico-sindacale.
La SECONDA, invece quella di soggetti esposti a rischio. Le piccole imprese, lavoratori autonomi et cetera, rappresentati solo dai propri datori di lavoro. (o qualche padronato)
Ecco la TERZA! E’ un microcosmo di “ESCLUSI”. Un mondo di “ outsider” o “lavoratori a nero” ( spesso immigrati) o disoccupati in genere tra cui quelli che cercano lavoro attivamente e quegl’altri che non lo cercano affatto perché depressi, delusi e respinti. E’ quella senza alcuna GARANZIA. Tra questi, risaputo, moltissimi giovani e donne.
Sono circa 9 milioni!
Sono italiani di cui 3 milioni stabili disoccupati.
Ora dividiamo, per capirci e con le dovute distinzioni, l’Italia in tre pezzi: Nord Ovest-Est; Centro e SUD (meridione)
Ebbene quasi 5 milioni sono su quest’ultimo territorio. Il 47,6%.
La nostra lotta è rivolta a tutti loro ma in particolare al Sud dove persiste statuale la disoccupazione più feroce e inamovibile.
Paradossale! Una delle cause maggiori di depressione produttiva al Sud è stato la lotta al “lavoro nero”. La riduzione di lavoro è stata generata anche da questa (solo il 7,7 % - al Nord il 20%)
Degli indicatori, tuttavia, degli indicatori raccontano che parte di questo, dal Sud sia (anche il “nero” ) sia EMIGRATO AL NORD!
AIUTIAMO, DUNQUE, CON RISORSE MIRATE QUESTO ENORME TERRITORIO CHE NON CERCA ASSISTENZIALISMO, ( qualora ancora così fosse traboccherebbe la povertà) MA SOLO EQUAGLIANZA DI DIRITTI, CORRISPETTIVI DOVERI MA SOPRATTUTTO NUOVI IMPULSI PER SCHIACCIARE LA “TERZA SOCIETA?” FIGLI DISONORATI E CALPESTATI DALLA FORNERO.
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