Un articolo di Armando Melodia ( Coord. Regionale Sicilia PdelSUD ) su
AFFARI ITALIANI.IT .
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Percorse 30 chilometri di autostrada contromano. E uccise 4 ragazzi con il suo Suv. Ma ora la Cassazione ha annullato la condanna di un imprenditore albanese. Il motivo? Guidava ubriacoe dunque nella strage non c'è "dolo" ma solo "colpa". E scoppiano le proteste: "Dov'è finitol'omicidio stradale"
Percorse 30 chilometri di autostrada contromano. E uccise 4 ragazzi con il suo Suv. Ma ora la Cassazione ha annullato la condanna di un imprenditore albanese al quale in appello era stata comminata una pena di 21 anni. Il motivo? Guidava ubriaco e dunque nella strage non c'è "dolo" ma solo "colpa". E scoppiano le proteste: "Presidente Renzi, quanto vale la vita di un uomo? Dopo anni di promesse e vane parole è ora di istituire il reato di omicidio stradale".
L'INTERVENTO DI ARMANDO MELODIA
Presidente Renzi, quanto vale la vita di un uomo?
Se lo chiedono le vittime della strada ed i loro familiari. Se lo sono chiesto leggendo della sentenza con la quale la Cassazione ha annullato la condanna a 21 anni per un uomo che ha ucciso quattro persone guidando volontariamente contromano in autostrada, ubriaco.
Una sentenza ingiusta ma che non può fare scandalo perché il quadro normativo al quale la corte di Cassazione ha dovuto fare riferimento non prevede ancora il reato di omicidio stradale.
Non è scandalosa la sentenza è scandaloso il fatto che dopo anni di promesse, di solenni impegni e di vane parole non sia stato ancora istituito il reato di omicidio stradale. Quando il presidente del consiglio, che da sindaco di Firenze è stato primo firmatario della proposta di legge di iniziativa popolare preparata dalla associazione Guarnieri, nel suo discorso di insediamento ha parlato al Senato della istituzione del reato di omicidio stradale, abbiamo creduto di essere vicini alla meta. Ma da allora si è fatto solo un piccolissimo passo in avanti con l’approvazione alla Camera della legge delega sul codice della strada, con le indicazioni per la istituzione del reato di omicidio stradale. Adesso tutto si è fermato, anzi, c’è stato un arretramento che fa esprimere al viceministro Nencini la preoccupazione “per i ritardi accumulati nell’esame del Codice della Strada al Senato e per la bocciatura fatta dalla Commissione Bilancio di una serie di commi, tra cui quello che prevede l’introduzione del reato di omicidio stradale”.
Non sono servite le proteste di tutte le associazioni delle vittime della strada. Non sono serviti gli appelli dei familiari. Ci sono state soltanto altre parole, altre promesse, nuove inutili proposte di legge. Assistiamo increduli ad un indecoroso balletto che può essere fermato soltanto da un atto di responsabilità e di risarcimento morale verso le vittime e i loro familiari, un atto che il può e deve compiere: l’adozione di un decreto legge. Ci sono i presupposti di necessità ed urgenza: le necessità è quella di colmare una lacuna normativa che lascia sostanzialmente impuniti degli assassini; l’urgenza è dettata dall’obbligo di fermare subito la diffusione di comportamenti irresponsabili come l’uso del telefonino o de tablet mentre si guida, l’assunzione di alcol e droghe, la violazione delle norme di sicurezza e dei limiti di velocità.
I dati, pubblicati dall’ISTAT, sugli incidenti stradali provocati dalla distrazione alla guida sono allarmanti. La guida distratta, incosciente, incurante delle conseguenze che il mancato rispetto delle regole può determinare per se e per gli altri, diventa sempre più un pericoloso fenomeno sociale al quale occorre dare risposte immediate sia sul fronte dell’educazione che sul versante delle sanzioni.
Ritorna ancora la domanda: presidente Renzi: quanto vale la vita di un uomo? Si può uccidere un uomo guidando in modo consapevolmente distratto e travolgendolo con il proprio mezzo e non dovere scontare un solo giorno di carcere? È possibile considerare omicidio colposo ciò che invece è un omicidio dovuto all’uso consapevole di alcol e droghe, alla distrazione dovuta all’uso consapevole del cellulare per telefonare o per chattare, o all’uso consapevole di un tablet per vedere un film?
No! Non è giusto! È la negazione della giustizia. Ed è Il senso di giustizia negata a muovere le migliaia di persone che chiedono a gran voce l’istituzione del reato di omicidio stradale e chiedono che di omicidio stradale sia accusato non soltanto chi provoca la morte di qualcuno guidando sotto l’effetto di alcol e droga, ma anche chi uccide guidando in modo consapevolmente distratto.
La vita di un uomo è un valore inestimabile. La sua perdita non è colmabile con un risarcimento pecuniario e neanche comminando pene detentive più pesanti, ma le vittime di incidenti stradali e i loro familiari devono trovare nel risarcimento economico e nella condanna dei responsabili la compensazione del loro senso di giustizia.
Istituire per decreto il reato di omicidio stradale per dare risposta ai genitori dei quattro ragazzi uccisi da chi voleva sfidare la sorte entrando contromano in autostrada e guidando ubriaco, a quelli dei quattro ragazzi uccisi a Salerno mentre sedavano davanti al bar, alla moglie di Roberto ucciso dall’autista di un tir che guidava distratto (dalla visione di un film sul tablet?) e non si é accorto della fila di auto ferme piombando loro addosso.
Un decreto perche preveda in caso di omicidio stradale l’arresto immediato del responsabile, la revoca a vita (ergastolo) della patente e pene detentive da 6 a 16 anni con un massimo di 21 anni nel caso che si procuri la morte di più persone. Presidente Renzi, lei purtroppo non è stato in grado di rispettare le scadenze che lei stesso si era dato a riguardo. Adesso dia almeno prova di rispettare le vittime ed i loro familiari e mantenga l’impegno preso con il discorso fatto al Senato della Repubblica nel giorno del suo insediamento: sblocchi subito l’iter per la istituzione del reato di omicidio stradale, emanando un decreto legge.
Armando Melodia
Se lo chiedono le vittime della strada ed i loro familiari. Se lo sono chiesto leggendo della sentenza con la quale la Cassazione ha annullato la condanna a 21 anni per un uomo che ha ucciso quattro persone guidando volontariamente contromano in autostrada, ubriaco.
Una sentenza ingiusta ma che non può fare scandalo perché il quadro normativo al quale la corte di Cassazione ha dovuto fare riferimento non prevede ancora il reato di omicidio stradale.
Non è scandalosa la sentenza è scandaloso il fatto che dopo anni di promesse, di solenni impegni e di vane parole non sia stato ancora istituito il reato di omicidio stradale. Quando il presidente del consiglio, che da sindaco di Firenze è stato primo firmatario della proposta di legge di iniziativa popolare preparata dalla associazione Guarnieri, nel suo discorso di insediamento ha parlato al Senato della istituzione del reato di omicidio stradale, abbiamo creduto di essere vicini alla meta. Ma da allora si è fatto solo un piccolissimo passo in avanti con l’approvazione alla Camera della legge delega sul codice della strada, con le indicazioni per la istituzione del reato di omicidio stradale. Adesso tutto si è fermato, anzi, c’è stato un arretramento che fa esprimere al viceministro Nencini la preoccupazione “per i ritardi accumulati nell’esame del Codice della Strada al Senato e per la bocciatura fatta dalla Commissione Bilancio di una serie di commi, tra cui quello che prevede l’introduzione del reato di omicidio stradale”.
Non sono servite le proteste di tutte le associazioni delle vittime della strada. Non sono serviti gli appelli dei familiari. Ci sono state soltanto altre parole, altre promesse, nuove inutili proposte di legge. Assistiamo increduli ad un indecoroso balletto che può essere fermato soltanto da un atto di responsabilità e di risarcimento morale verso le vittime e i loro familiari, un atto che il può e deve compiere: l’adozione di un decreto legge. Ci sono i presupposti di necessità ed urgenza: le necessità è quella di colmare una lacuna normativa che lascia sostanzialmente impuniti degli assassini; l’urgenza è dettata dall’obbligo di fermare subito la diffusione di comportamenti irresponsabili come l’uso del telefonino o de tablet mentre si guida, l’assunzione di alcol e droghe, la violazione delle norme di sicurezza e dei limiti di velocità.
I dati, pubblicati dall’ISTAT, sugli incidenti stradali provocati dalla distrazione alla guida sono allarmanti. La guida distratta, incosciente, incurante delle conseguenze che il mancato rispetto delle regole può determinare per se e per gli altri, diventa sempre più un pericoloso fenomeno sociale al quale occorre dare risposte immediate sia sul fronte dell’educazione che sul versante delle sanzioni.
Ritorna ancora la domanda: presidente Renzi: quanto vale la vita di un uomo? Si può uccidere un uomo guidando in modo consapevolmente distratto e travolgendolo con il proprio mezzo e non dovere scontare un solo giorno di carcere? È possibile considerare omicidio colposo ciò che invece è un omicidio dovuto all’uso consapevole di alcol e droghe, alla distrazione dovuta all’uso consapevole del cellulare per telefonare o per chattare, o all’uso consapevole di un tablet per vedere un film?
No! Non è giusto! È la negazione della giustizia. Ed è Il senso di giustizia negata a muovere le migliaia di persone che chiedono a gran voce l’istituzione del reato di omicidio stradale e chiedono che di omicidio stradale sia accusato non soltanto chi provoca la morte di qualcuno guidando sotto l’effetto di alcol e droga, ma anche chi uccide guidando in modo consapevolmente distratto.
La vita di un uomo è un valore inestimabile. La sua perdita non è colmabile con un risarcimento pecuniario e neanche comminando pene detentive più pesanti, ma le vittime di incidenti stradali e i loro familiari devono trovare nel risarcimento economico e nella condanna dei responsabili la compensazione del loro senso di giustizia.
Istituire per decreto il reato di omicidio stradale per dare risposta ai genitori dei quattro ragazzi uccisi da chi voleva sfidare la sorte entrando contromano in autostrada e guidando ubriaco, a quelli dei quattro ragazzi uccisi a Salerno mentre sedavano davanti al bar, alla moglie di Roberto ucciso dall’autista di un tir che guidava distratto (dalla visione di un film sul tablet?) e non si é accorto della fila di auto ferme piombando loro addosso.
Un decreto perche preveda in caso di omicidio stradale l’arresto immediato del responsabile, la revoca a vita (ergastolo) della patente e pene detentive da 6 a 16 anni con un massimo di 21 anni nel caso che si procuri la morte di più persone. Presidente Renzi, lei purtroppo non è stato in grado di rispettare le scadenze che lei stesso si era dato a riguardo. Adesso dia almeno prova di rispettare le vittime ed i loro familiari e mantenga l’impegno preso con il discorso fatto al Senato della Repubblica nel giorno del suo insediamento: sblocchi subito l’iter per la istituzione del reato di omicidio stradale, emanando un decreto legge.
Armando Melodia
Fonte: Affari Italiani
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