La constatazione che il Governo Renzi continui a non mettere il Sud e la sua situazione di drammatico impoverimento, anche demografico, al centro della sua agenda e che non ci sia una politica del lavoro che cerchi di livellare le politiche occupazionali e salariali verso l'alto e non verso il basso, estendendo i diritti a chi non li ha, invece che toglierli a chi li ha, in una ricerca affannosa di limitazione dei diritti del lavoro e costituzionali che fanno drammaticamente regredire verso la soglia di povertà, economica e sociale, l'intero popolo italiano, non può non vedere il Partito del Sud in piazza domani con chi protesta, chiede uguaglianza, difesa del lavoro e della sua dignità, a sostegno dello sciopero generale proclamato dai Sindacati CGIL e UIL, contro quanto previsto dal Jobs Act e dalla Legge di Stabilità.
L'attacco neoliberista iniziato da tempo con le riforme Biagi e Fornero ha da prima accresciuto la precarizzazione del lavoro, spacciandolo come unica alternativa possibile alla creazione di nuovi posti di lavoro,ed ora si arriva alla stretta finale con Renzi che vuol rendere precario il lavoro molto più della famigerata riforma Hartz realizzata in Germania, con in più l’aggravante di un sistema di protezioni sociali nemmeno minimamente paragonabile ai tedeschi. Il tutto anche se, per stessa ammissione dell'attuale capo economista del FMI, vent'anni di ricerche hanno negato l'esistenza di una relazione tra maggiore precarietà del lavoro e minore disoccupazione.
Purtroppo c’è da temere che la questione in ballo non sia solo lo smantellamento di fatto dei diritti minimi dei lavoratori. In altre parole un’icona da abbattere, quella dell’art. 18, vista come un segnale da lanciare per soddisfare la destra liberista italiana ed europea con cui Renzi ha stipulato un patto e che porterà la stessa destra in futuro a pretendere sempre di più in termini di riduzione di diritti dei lavoratori.
Una volta che la diga cede la marea montante, della negazione di ogni diritto di ogni dignità, potrebbe poi travolgere tutto e tutti in un futuro che si presenta con tinte sempre più fosche, anche in presenza di fatti degenerativi della vita pubblica di cui le recenti vicende romane sono solo l'ultimo campanello d'allarme in un panorama italiano già da tempo compromesso e terminale.
In questo quadro ormai degenerato sarebbe meglio prendere atto della situazione e predisporre risposte politiche ed istituzionali adeguate, anzichè arroccarsi in una difesa aprioristica dello status quo agitando lo spettro dell'antipolitica, aprendo così il campo sia a campagne demagogiche sia a possibili situazioni eversive.
Si dia quindi voce e dignità al paese che lavora anzichè tentare di emarginare il Sindacato, come tenta di fare questo Governo, investendo di maggiore responsabilità le parti sociali e politiche se si vogliono realmente bloccare le derive oscure e antidemocratiche.
Natale Cuccurese
Presidente Nazionale Partito del Sud
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giovedì 11 dicembre 2014
SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE, IL PARTITO DEL SUD IN PIAZZA CON I LAVORATORI.
La constatazione che il Governo Renzi continui a non mettere il Sud e la sua situazione di drammatico impoverimento, anche demografico, al centro della sua agenda e che non ci sia una politica del lavoro che cerchi di livellare le politiche occupazionali e salariali verso l'alto e non verso il basso, estendendo i diritti a chi non li ha, invece che toglierli a chi li ha, in una ricerca affannosa di limitazione dei diritti del lavoro e costituzionali che fanno drammaticamente regredire verso la soglia di povertà, economica e sociale, l'intero popolo italiano, non può non vedere il Partito del Sud in piazza domani con chi protesta, chiede uguaglianza, difesa del lavoro e della sua dignità, a sostegno dello sciopero generale proclamato dai Sindacati CGIL e UIL, contro quanto previsto dal Jobs Act e dalla Legge di Stabilità.
L'attacco neoliberista iniziato da tempo con le riforme Biagi e Fornero ha da prima accresciuto la precarizzazione del lavoro, spacciandolo come unica alternativa possibile alla creazione di nuovi posti di lavoro,ed ora si arriva alla stretta finale con Renzi che vuol rendere precario il lavoro molto più della famigerata riforma Hartz realizzata in Germania, con in più l’aggravante di un sistema di protezioni sociali nemmeno minimamente paragonabile ai tedeschi. Il tutto anche se, per stessa ammissione dell'attuale capo economista del FMI, vent'anni di ricerche hanno negato l'esistenza di una relazione tra maggiore precarietà del lavoro e minore disoccupazione.
Purtroppo c’è da temere che la questione in ballo non sia solo lo smantellamento di fatto dei diritti minimi dei lavoratori. In altre parole un’icona da abbattere, quella dell’art. 18, vista come un segnale da lanciare per soddisfare la destra liberista italiana ed europea con cui Renzi ha stipulato un patto e che porterà la stessa destra in futuro a pretendere sempre di più in termini di riduzione di diritti dei lavoratori.
Una volta che la diga cede la marea montante, della negazione di ogni diritto di ogni dignità, potrebbe poi travolgere tutto e tutti in un futuro che si presenta con tinte sempre più fosche, anche in presenza di fatti degenerativi della vita pubblica di cui le recenti vicende romane sono solo l'ultimo campanello d'allarme in un panorama italiano già da tempo compromesso e terminale.
In questo quadro ormai degenerato sarebbe meglio prendere atto della situazione e predisporre risposte politiche ed istituzionali adeguate, anzichè arroccarsi in una difesa aprioristica dello status quo agitando lo spettro dell'antipolitica, aprendo così il campo sia a campagne demagogiche sia a possibili situazioni eversive.
Si dia quindi voce e dignità al paese che lavora anzichè tentare di emarginare il Sindacato, come tenta di fare questo Governo, investendo di maggiore responsabilità le parti sociali e politiche se si vogliono realmente bloccare le derive oscure e antidemocratiche.
Natale Cuccurese
Presidente Nazionale Partito del Sud
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L'attacco neoliberista iniziato da tempo con le riforme Biagi e Fornero ha da prima accresciuto la precarizzazione del lavoro, spacciandolo come unica alternativa possibile alla creazione di nuovi posti di lavoro,ed ora si arriva alla stretta finale con Renzi che vuol rendere precario il lavoro molto più della famigerata riforma Hartz realizzata in Germania, con in più l’aggravante di un sistema di protezioni sociali nemmeno minimamente paragonabile ai tedeschi. Il tutto anche se, per stessa ammissione dell'attuale capo economista del FMI, vent'anni di ricerche hanno negato l'esistenza di una relazione tra maggiore precarietà del lavoro e minore disoccupazione.
Purtroppo c’è da temere che la questione in ballo non sia solo lo smantellamento di fatto dei diritti minimi dei lavoratori. In altre parole un’icona da abbattere, quella dell’art. 18, vista come un segnale da lanciare per soddisfare la destra liberista italiana ed europea con cui Renzi ha stipulato un patto e che porterà la stessa destra in futuro a pretendere sempre di più in termini di riduzione di diritti dei lavoratori.
Una volta che la diga cede la marea montante, della negazione di ogni diritto di ogni dignità, potrebbe poi travolgere tutto e tutti in un futuro che si presenta con tinte sempre più fosche, anche in presenza di fatti degenerativi della vita pubblica di cui le recenti vicende romane sono solo l'ultimo campanello d'allarme in un panorama italiano già da tempo compromesso e terminale.
In questo quadro ormai degenerato sarebbe meglio prendere atto della situazione e predisporre risposte politiche ed istituzionali adeguate, anzichè arroccarsi in una difesa aprioristica dello status quo agitando lo spettro dell'antipolitica, aprendo così il campo sia a campagne demagogiche sia a possibili situazioni eversive.
Si dia quindi voce e dignità al paese che lavora anzichè tentare di emarginare il Sindacato, come tenta di fare questo Governo, investendo di maggiore responsabilità le parti sociali e politiche se si vogliono realmente bloccare le derive oscure e antidemocratiche.
Natale Cuccurese
Presidente Nazionale Partito del Sud
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