Bruno Pappalardo, 24.12.2014
Gli auguri?
Ben sette anni sono trascorsi e ho scritto tante cose ma
sempre come attraversassi un sogno.
M’era già accaduto.
Allora si leggeva Gramsci e si
lavorava nelle sezioni.
Diversamente oggi ma è lo stesso
criterio. (per quanto qualcuno sostiene che non è così che si costruisce la
politica e i consensi...)
Sono stati come una sorta di
soddisfazione traslata come se non fossi esistito io perché il pensiero e la
vita dei miei compagni erano miei.
Ho pensato come pensavano gli
altri, ovviamente in maniera critica ma felice, … felice di essere insieme a
loro per quella stessa idea.
Come non fossi esistito perché non pensavo per me solo.
Come non fossi esistito se non in
esso.
Come non fossi esistito pur
godendo o tormentandomi degli avvenimenti accaduti.
Tuttavia (chiedendo pazienza a
tutti) devo distinguere; certi pensieri, quelli stessi dei miei compagni, appartengono anche alla mia stessa
vita, ossia dentro e fuori di me oppure devo distinguere?
Mi spiego; Esiste un fuori, che diremmo il lavoro, la
famiglia, le relazioni libere o obbligate dal mondo che ciascuno e diversamente
da altri si è costruito o, appartiene all’anima?
Verrebbe voglia di fare una battuta: “…ma quale anima, l’anima di
chi……..”
Ma seriamente, invece, intendo
alludere a quella condizione del proprio essere che coincide con la moralità
intrinseca della propria idealità, identicamente al valore che si da al lavoro
o a quelli stessi che si danno alla famiglia e che trasmetti alle tue genie di
sangue e non.
Quando qualcosa ci addolora
l’anima arriva fino al corpo, …anche quando l’alta marea di luce del giorno, quella di stamani o quella di domani
e dei giorni a seguire non influiranno per niente col tuo tormento o gioia?
Una volta avevo una risposta ed
era SI, …è la stessa cosa!
La riflessione ha un senso,
…questo:
Auguro ai miei compagni ogni bene
e di risolvere tutti i nodi gordiani come farò io.
Auguro a ciascuno tanta salute
perché lungo sarà il percorso sia della nostra vita che del nostro obiettivo,
con spada sporta, di un MERIDIONE
progressista e solidale con l’altre di se.
L’auspicio? Si formino gruppi soprattutto di giovanissimi
(come quello di “Liternum”)
A loro chiediamo il pugno che stenderà la lama pronta a
mozzare anche le serpi alla Medusa che s’aspetterà il furbo scudo specchiante
mentre ad agire sarà la conoscenza, la
creatività ed il coraggio. AUGURI!
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