martedì 11 novembre 2014

I MURI INVISIBILI RESISTONO MEGLIO..

Di Andrea Balia 

In questi giorni, come è giusto che sia, si celebrano i 25 anni dell’abbattimento di quella vergogna che fu il muro di Berlino. Il buon Gorbaciov sottolinea che forse i russi volevano quell’abbattimento più di quanto lo volessero gli occidentali, o ci abbiano fatto credere attraverso la stampa. Il punto della riflessione non è però questo : quel muro,realmente costruito con tanto di mattoni, era l’emblema della guerra fredda che, dividendo una nazione (quella germanica) sanciva la contrapposizione tra due pensieri e due mondi…quello occidentale e il comunismo. Altra divisione, con mura invisibili, in sfregio ad un’unificazione realmente mai attuata, ha resistito oltre il secolo e mezzo nel nostro paese: da una parte l’Italia industrializzata, bene o male infrastrutturata, e dall’altra un Sud depauperato, depresso, colonizzato,terra di consumo e al massimo di vacanze…lasciato spesso in mano alla criminalità. 

Dal 1861 ad oggi! Quindi con un muro non visibile ma più efficiente nei suoi scopi ed obbiettivi. In Germania in 25 anni hanno ricostruito una nazione. E, sfatando dati mai ufficializzati, investendo circa 10 volte in più di quello che s’è fatto o investito qui da noi in 153 anni.. Altro che fiumi di denaro verso il Mezzogiorno!

 Si, soldi ne sono arrivati, molti sprecati…tanta corruzione, tanto denaro stanziato mai giunto…ma le cifre quelle sono! E quindi il muro vero, quello tedesco, ha resistito meno di quello subdolo, non visibile, ma persistente all’interno della nostra penisola! E c’è chi questo muro vorrebbe ergerlo davvero...i leghisti da una parte e i fautori d’un indipendentismo velleitario dall’altra parte, dal Sud. Anzicchè far sentire gli emigranti meridionali (quasi 13 milioni) più vicini alle loro radici, auspicherebbe, forse senza rendersene conto,che si sentissero definitivamente stranieri. 

Invece di combattere per una pari dignità, pari opportunità, pari risorse per una nazione, sull’esempio tedesco, più forte e davvero unita, pigiando sul tasto dei vecchi splendori e del maltolto (tutto sacrosanto… ci mancherebbe) vorrebbero cavalcare esperienze catalane o scozzesi. 
 Sorvolando sul retaggio di battaglie, partiti, elezioni che quei popoli hanno alle spalle da oltre 50 anni e fantasticando su favoleggiate richieste all’Aia…all’Onu…che vedrebbero la loro alba neanche per generazioni prossime e/o future. 
Il grande regista Ermanno Olmi afferma : “la retorica delle bandiere (pur sacre come segno d’appartenenza) v’è il sospetto sia fatta più per dimenticare che per ricordare”. 


 Fonte : www.webnapoli24.com




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Di Andrea Balia 

In questi giorni, come è giusto che sia, si celebrano i 25 anni dell’abbattimento di quella vergogna che fu il muro di Berlino. Il buon Gorbaciov sottolinea che forse i russi volevano quell’abbattimento più di quanto lo volessero gli occidentali, o ci abbiano fatto credere attraverso la stampa. Il punto della riflessione non è però questo : quel muro,realmente costruito con tanto di mattoni, era l’emblema della guerra fredda che, dividendo una nazione (quella germanica) sanciva la contrapposizione tra due pensieri e due mondi…quello occidentale e il comunismo. Altra divisione, con mura invisibili, in sfregio ad un’unificazione realmente mai attuata, ha resistito oltre il secolo e mezzo nel nostro paese: da una parte l’Italia industrializzata, bene o male infrastrutturata, e dall’altra un Sud depauperato, depresso, colonizzato,terra di consumo e al massimo di vacanze…lasciato spesso in mano alla criminalità. 

Dal 1861 ad oggi! Quindi con un muro non visibile ma più efficiente nei suoi scopi ed obbiettivi. In Germania in 25 anni hanno ricostruito una nazione. E, sfatando dati mai ufficializzati, investendo circa 10 volte in più di quello che s’è fatto o investito qui da noi in 153 anni.. Altro che fiumi di denaro verso il Mezzogiorno!

 Si, soldi ne sono arrivati, molti sprecati…tanta corruzione, tanto denaro stanziato mai giunto…ma le cifre quelle sono! E quindi il muro vero, quello tedesco, ha resistito meno di quello subdolo, non visibile, ma persistente all’interno della nostra penisola! E c’è chi questo muro vorrebbe ergerlo davvero...i leghisti da una parte e i fautori d’un indipendentismo velleitario dall’altra parte, dal Sud. Anzicchè far sentire gli emigranti meridionali (quasi 13 milioni) più vicini alle loro radici, auspicherebbe, forse senza rendersene conto,che si sentissero definitivamente stranieri. 

Invece di combattere per una pari dignità, pari opportunità, pari risorse per una nazione, sull’esempio tedesco, più forte e davvero unita, pigiando sul tasto dei vecchi splendori e del maltolto (tutto sacrosanto… ci mancherebbe) vorrebbero cavalcare esperienze catalane o scozzesi. 
 Sorvolando sul retaggio di battaglie, partiti, elezioni che quei popoli hanno alle spalle da oltre 50 anni e fantasticando su favoleggiate richieste all’Aia…all’Onu…che vedrebbero la loro alba neanche per generazioni prossime e/o future. 
Il grande regista Ermanno Olmi afferma : “la retorica delle bandiere (pur sacre come segno d’appartenenza) v’è il sospetto sia fatta più per dimenticare che per ricordare”. 


 Fonte : www.webnapoli24.com




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