Bruno Pappalardo
Non toccategli il suo Renzino alla Serracchiani; Chiarissima l’invidia per le colleghe ministre e cortigiane intorno al premier perché tutte “tosche” mentre Lei, poverina, è solo della Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia, classica montanara e anche 44enne, quindi pronta per sta lì,lì “Villa Arzilla” secondo le misurazioni anagrafiche del premier. Lei, con la” Leopolda”ha dato il meglio.
Eppure nel 2006 quando scelse il PD e fu tra i dirigenti, ebbene, la vecchia guardia d’allora. l’accolse con favore e ammirazione.
Anche lì, nella vecchia stazione, purtroppo, sono venuti fuori quei cattivi slogan che appartenevano alla canonica politica vetero-tradizionale e che puntualmente sono riemersi a dimostrazione che nessuno ne è immune.
Il “rottamatore”, dal Suo palco della Sua Leopolda, manda in delirio personaggi assai strani, giovani imprenditori, ricercatori o economisti dell’ultima ora che hanno evidentemente studiato così bene nelle proprie università “economia ”, che lanciano soluzioni per il lavoro assai simili a quei sistemi speculativi degli anni ’50. Il TFR, ad esempio, anticipato nelle buste paga era il metodo di piccoli imprenditori che lucravano sui dipendenti. L’operaio in difficoltà economiche, chiedeva un prestito al proprio datore di lavoro. Questi gli poneva due alternative: 1:NO!; 2. “ti lascio in busta-paga i contributi che ti pagherai direttamente all’Inps (una volta era così per gli artigiani) e un pezzetto di quella liquidazione che ti spetterà quando terminerà il rapporto di lavoro”. Conclusione: l’artigiano-dipendente (anni ’50-’70) si ritrovava con un pugno di mosche e senza pensione avendo lavorato 40 anni e utilizzato le poche lire dei contributi e il modesto TFR (liquidazione) per la propria famiglia in una miserevole condizione esistenziale.
Quale credito, presso le banche potrebbero avere costoro?
Ma lui dal palco tuona ingrossando il collo e s’arrossa il volto come se fosse vero. Chissà se ci crede veramente,…me lo sono sempre chiesto? Urla:
“Addio all'epoca del posto fisso (…) e la battaglia decisiva per lo sviluppo resta quella per il rilancio del Mezzogiorno";
Ovviamente tutti sanno che questa è una frase di D’Alema del ’99 alla Fiera del Levante di Bari . E’ per dire, dimostrare che tutti i proclami renziani sembrano essere delle straordinarie nuove idee.
La Sinistra di Occhetto con la svolta della Bolognina nel’91, aveva intrapreso un nuovo cammino per la costruzione di una forza sociale riformista. Questa portò, nel 2003, quasi in automatismo, avendo sgombrato il campo da passatismi leninisti, alla legge Biagi studiata e approvata dal PDS ovvero, in sintesi, alla famosa “flessibilità”. Biagi venne ucciso l’anno prima della approvazione della sua legge dalle Brigate Rosse.
Attenzione questo è un reale pericolo! Che forze terroristiche abbiano terreno fertile, in questo particolare momento del paese, è una forte eventualità possono agire e colpire.
Renzi non s’accorge che è ben 15 anni indietro e che sta ancora percorrendo quel solco della continuità lenta ma plaudente e celebrativa di quella svolta. Non s’accorge che lo percorre con i tacchi,arretrando? Parla di “vecchia guardia” senza rendersi conto che parla di se e che inconsciamente tenta di scacciare. E’ quella che ritiene nemica e vecchia è invece quella più avanzata?Bisognerebbe riparlarne e spulciare i pidocchi alle scimmie.
Quindi con la voglia di riparlare di tutte le mutazioni della Biagi fino all’eliminazione del contratto a tempo indeterminato avvenuto nel 2007 con Berlusconi, lascio!
Tuttavia, da Fazio, domenica 26.10.c.a. la ministra Maria Elena Boschi, parlando della manifestazione della CGIL del giorno prima e di un milione di partecipanti a Roma, dichiara:
Ma il sindacato deve preoccuparsi dei lavoratori mica di politica!??” Ma ci fa o ci è? Spigliata certo, bella certo, intelligente certo,.. ma n’ddeve annà n’antra vorta ‘a scola!
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