La scelta di lasciare…
Scritto da Andrea BaliaInnanzitutto una premessa : nessun paragone che potrebbe sembrare eccessivo e fuori luogo, vista la popolarità e la risonanza mediatica di caratura mondiale del personaggio…
sarebbe come se nel calcio paragonassimo squadre di prima fascia da competizioni tipo Champions League con modeste formazioni da tornei amatoriali.
Ma l’esempio conta, e figure del genere servono con il loro comportamento quanto meno all’invito alla riflessione. Alto, incappucciato, col berretto e la pipa, quasi sempre a cavallo, comparve nel 1994 nel povero Chiapas dicendo : “questa è una rivoluzione, scusate il disturbo!”
Nemico giurato del neoliberismo, ironico, Gramsci e Che Guevara come suoi fari da lui dichiarati, amato dal Nobel Gabriel Garcia Marquez, generoso fino all’ultimo soldo in tasca per gli ultimi, i deboli e gli amici. Un intellettuale.
Dopo 20 anni lascia dichiarando : “ Sono solo un ologramma, e non sono più necessario, ma la lotta continua. Per ribellarsi e lottare non servono leader o capi, messìa o salvatori…c’è solo bisogno d’un po’ di vergogna, un tanto di dignità e molta organizzazione”. Orbene, nei tornei amatoriali di cui sopra del nostro “sudismo” ci sono altresì i presidentissimi vicini al trentennio, i capi o presunti leader sempre al loro posto, che il pensiero di lasciare non li sfiora nemmeno, pur essendo goderecciamente sempre intenti a disputare partite d’importanza molto ma molto relativa.
L’esempio del Sub Comandante Marcos non li sfiora. Sono anche loro degli ologrammi….ma d’un’altra specie….”ologrammi resistenti”.
Andrea Balìa
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