sabato 2 agosto 2014

Accorinti: …diamo una mano all’ancor fresco spirito del vecchio che s’oppone ai furbetti…


di Bruno Pappalardo

Cosa credete stia diventando il Sud nel più nefasto momento della sua esistenza dopo il 1861?
Un covo ancora di nascosti criminali, una nuova associazione di farabutti, un popolo ancora di sfaccendati e oziosi, di inermi disoccupati, di esseri  privi di senso civico e in attesa di una occasione o un appoggio qualunque? Di assistenzializzati, di corrotti, di ancor più lazzari di prima e del loro re, di guasti, di rovinati; - ebbene ce ne sarebbero tanti di  ragioni causali, indubitabili logiche socioeconomiche e sequenzialmente antropologiche, ma vi dico che non è affatto così!
Leggete vi prego, leggete tanto sull’argomento così, come stella cometa, vi verrà rivelato l’esatto contrario.
Giù al Sud martoriato e frammentato, giovanissimi e giovani uomini, guidati da rozzi omaccioni barbuti si sono alleati e stanno facendo prolifici fatti per la loro terra. Sono invisibili ricercatori, periti, design formidabili,  invisibili produttori di alimenti che garantiscono e garantiranno sempre la vita del Sud.  Insomma mai morirà questo bubbone, questa mefitica purulenta metastasi ?
C’è un giovane in Calabria ( mi pare di ricordare) che estrae oro dai computer.
E’ molto meglio che estrarre cazzate tutti i giorni che viene creduto oro.
Si corre il rischio che,  spiacente per gli avvoltoi nordici e anche da non pochi abitanti del Sud, che questo morbo possa essere benigno ( i medici ed esperti si erano sbagliato sulla diagnosi)  e ritornare ad essere quell’umanità ricca come disse il meridionalista liberale e non progressista  Giustino Fortunato:

«...L'unità d'Italia è stata e sarà - ne ho fede invitta - la nostra redenzione morale. Ma è stata, purtroppo, la nostra rovina economica. Noi eravamo, il 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L'unità ci ha perduti. E come se questo non bastasse, è provato, contrariamente all'opinione di tutti, che lo Stato italiano profonde i suoi benefici finanziari nelle province settentrionali in misura ben maggiore che nelle meridionali”

Al molo “Norimberga”, un molo del porto di Messina, c’è un tizio che ha tutto l’aspetto di uno scaricatore, …forse lo è. Tutti i santi giorni si piazza davanti ai primi tir che arrivano dai porti di Salerno e da ogni luogo prima dello Stretto e che attraversano il centro della città. Ma sono costretti a passare da quel posto e Riccardo li ferma piantandosi davanti.
E’ stanco che quella città che ama venga devastata da una quantità insostenibile di Tir che l’affogano   nei miasmi, nei fumi che deformano i contorni dei monumenti, dell’arte della sua storia e soprattutto sottraendo alla collettività il diritto alla sanità dell’aria.
Quest’uomo sta lottando contro due o forse tre poteri. La prima riguarda le potentissime società di trasporto dei tir, la seconda è la politica,… chissà se collusa e l’altro, beh, l’altro non ce lo diciamo neppure…
E’ sempre sul posto, …smista di qua e di là vigili urbani a multare questo e quello, orienta il traffico infilandosi due dita sulle labbra e tirando fuori dei sibili imperativi a cui è impossibile non dare ascolto.
E già perché Riccardo è il sindaco di Messina. Quando fischia si fascia del tricolore.
Il tricolore è uno strumento null’altro!
Riccardo Accorinti e ha giurato che su quella terra non comandano i poteri ma i cittadini che lo hanno eletto. Alza le mani come un Cristo non doloroso, pietoso ma quello del calci e bastonate per riprendersi il Tempio.
Riccardo non sei solo. Riccardo rappresenta, oggi, quel genere di uomo del Sud che non sa piegarsi all’abuso, al consenso giustificato solo dagli interessi privati. Sono quelli di Forte Fenestrelle a cui l’amore per la propria terra impedì loro di abbassare le spalle per le grosse vertebre che arresta solo gli impavidi e costringono i probi a  tener la testa come bandiera dorata.

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di Bruno Pappalardo

Cosa credete stia diventando il Sud nel più nefasto momento della sua esistenza dopo il 1861?
Un covo ancora di nascosti criminali, una nuova associazione di farabutti, un popolo ancora di sfaccendati e oziosi, di inermi disoccupati, di esseri  privi di senso civico e in attesa di una occasione o un appoggio qualunque? Di assistenzializzati, di corrotti, di ancor più lazzari di prima e del loro re, di guasti, di rovinati; - ebbene ce ne sarebbero tanti di  ragioni causali, indubitabili logiche socioeconomiche e sequenzialmente antropologiche, ma vi dico che non è affatto così!
Leggete vi prego, leggete tanto sull’argomento così, come stella cometa, vi verrà rivelato l’esatto contrario.
Giù al Sud martoriato e frammentato, giovanissimi e giovani uomini, guidati da rozzi omaccioni barbuti si sono alleati e stanno facendo prolifici fatti per la loro terra. Sono invisibili ricercatori, periti, design formidabili,  invisibili produttori di alimenti che garantiscono e garantiranno sempre la vita del Sud.  Insomma mai morirà questo bubbone, questa mefitica purulenta metastasi ?
C’è un giovane in Calabria ( mi pare di ricordare) che estrae oro dai computer.
E’ molto meglio che estrarre cazzate tutti i giorni che viene creduto oro.
Si corre il rischio che,  spiacente per gli avvoltoi nordici e anche da non pochi abitanti del Sud, che questo morbo possa essere benigno ( i medici ed esperti si erano sbagliato sulla diagnosi)  e ritornare ad essere quell’umanità ricca come disse il meridionalista liberale e non progressista  Giustino Fortunato:

«...L'unità d'Italia è stata e sarà - ne ho fede invitta - la nostra redenzione morale. Ma è stata, purtroppo, la nostra rovina economica. Noi eravamo, il 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L'unità ci ha perduti. E come se questo non bastasse, è provato, contrariamente all'opinione di tutti, che lo Stato italiano profonde i suoi benefici finanziari nelle province settentrionali in misura ben maggiore che nelle meridionali”

Al molo “Norimberga”, un molo del porto di Messina, c’è un tizio che ha tutto l’aspetto di uno scaricatore, …forse lo è. Tutti i santi giorni si piazza davanti ai primi tir che arrivano dai porti di Salerno e da ogni luogo prima dello Stretto e che attraversano il centro della città. Ma sono costretti a passare da quel posto e Riccardo li ferma piantandosi davanti.
E’ stanco che quella città che ama venga devastata da una quantità insostenibile di Tir che l’affogano   nei miasmi, nei fumi che deformano i contorni dei monumenti, dell’arte della sua storia e soprattutto sottraendo alla collettività il diritto alla sanità dell’aria.
Quest’uomo sta lottando contro due o forse tre poteri. La prima riguarda le potentissime società di trasporto dei tir, la seconda è la politica,… chissà se collusa e l’altro, beh, l’altro non ce lo diciamo neppure…
E’ sempre sul posto, …smista di qua e di là vigili urbani a multare questo e quello, orienta il traffico infilandosi due dita sulle labbra e tirando fuori dei sibili imperativi a cui è impossibile non dare ascolto.
E già perché Riccardo è il sindaco di Messina. Quando fischia si fascia del tricolore.
Il tricolore è uno strumento null’altro!
Riccardo Accorinti e ha giurato che su quella terra non comandano i poteri ma i cittadini che lo hanno eletto. Alza le mani come un Cristo non doloroso, pietoso ma quello del calci e bastonate per riprendersi il Tempio.
Riccardo non sei solo. Riccardo rappresenta, oggi, quel genere di uomo del Sud che non sa piegarsi all’abuso, al consenso giustificato solo dagli interessi privati. Sono quelli di Forte Fenestrelle a cui l’amore per la propria terra impedì loro di abbassare le spalle per le grosse vertebre che arresta solo gli impavidi e costringono i probi a  tener la testa come bandiera dorata.

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