Risposta alle esternazioni di Oliviero Beha sul "Fatto Quotidiano", poi riprese nel suo blog a questo link http://www.olivierobeha.it/primopiano/2014/07/ventimiglia-forse-meno.
Ventimiglia e una graziosa cittadina di confine la conosco da sempre ho più parenti lì che in Calabria, nel cimitero di Ventimiglia ci sono sepolti i fratelli di mio padre, nonni, cugini prematuramente scomparsi per dei mali incurabili, fratelli e sorelle di mia nonna paterna insomma per me e una seconda casa quando ci vado è un tuffarsi nell’infanzia come quando su una 127 in 5 partivamo dalla Calabria per fare mille miglia e vedere mio padre e i suoi fratelli e tutti gli amici riunirsi in quella Calabria virtuale, ricordo che era uno strano nord,si parlava il calabrese.
I negozi avevano i prodotti tipici calabresi come i “biscotti” meglio conosciuti come friselle, l’ultima volta andai per la morte di mio cugino Antonio un brutto male a 40 se lo portò via, dopo un anno morì un mio cugino, mio omonimo, Giuseppe e pochi mesi fa una mia cugina Maria, e non a tutti i funerali ho avuto la possibilità di partecipare, e questo aumenta il dolore come per gli zii Nato, Mico, Nino etc etc e tutti loro hanno lavorato duramente partendo prima da soli e poi chiamando la famiglia vivendo insieme e ospitandosi aiutandosi dividendo il cibo.
Beha accende una miccia, fa rumore e tutto per vendere libri e per vedere aumentare il numero di visitatori del suo blog, e così sulla dignità di un popolo, quello Calabrese, colpito da una emigrazione senza fine che ha il suo inizio nel 1861; dico a Beha quello che dissi a Venditti quando insultò pesantemente la Calabria : "cosa ne sanno dell'essere calabrese e avere i parenti sparsi per tutto il mondo, dell'essersi perse le gioie del sentire i primi vagiti di un cugino nato migliaia di chilometri lontano, cosa ne sanno del ricevere una telefonata in cui ti dicono che è morto un tuo parente e tu lontano non hai potuto stringergli la mano per salutarlo nell'ultimo viaggio ?!".
Per Beha provo rabbia e pena, la rabbia dovuta al suo bullismo da blog dove lui colpisce e si nasconde e la pena che porta un essere umano ad usare modi miserabili per vendicarsi forse di un calabrese che gli rubò la donna amata o del compagno di banco che lo picchiò .
Giuseppe Lipari
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