Di Bruno Pappalardo
Renzi e la sua coorte è a Napoli.
Seguiamo con attenzione ma certo non tutto e, fin’ora di Sud manco il puzzo!
Ma forse ce lo siamo perso, sarà prossimamente rivelato durante la kermesse o nella chiusura, da un lungo dibattito sulle strabocchevoli soluzioni. Neppure un dito è stato puntato sui dati Svimez corretti dall’Istat.
Qualcuno ha riparlato di Casmez.
E’stata la rovina del meridione ed abominata da tutti perché, al di là di giusti intenti iniziali, divenne il crogiolo del più bieco ed esecrato “assistenzialismo”.
Non ricorderete certo, che la Casmez, comunemente detta la “Cassa”(del Mezzogiorno) quanto riuscì a fare benissimo nei primi 10 anni a partire dal 1950 ma tanti, invece, rivivranno, quelli dal ’62 in poi e quale scatafascio generò. Tirò avanti fino all’84 ma, dacché serviva alla politica tutta, (come sostiene Marotta) venne ribattezzata AgenSud e durò fino al ’93. Divenne sciagura, calamità economica, sociale e soprattutto morale. Nel ’65 fu prorogata (legge 717) offrendola alla politica ma giunse ad una lenta agonia.
Perché? Le commesse dovevano essere sfilate alle aziende del Sud mediante grosse mazzette ad amministratori spregiudicati e parlamentari d’ogni partito. I progetti presero a diventare solo pretesti ignominiosi per rubare sottraendo, alle opere, la scrupolosità delle procedure d’appalto, la buona tecnica, la funzione strutturale al servizio di tutti e del lavoro. Si disse ch’era la “modernizzazione del Mezzogiorno”.
Era, solo alla fine, l’antesignana della Tav, Expò o del Mose o di tante altri lavori pubblici.
E’ da quella bella frase che deve essere narrata la storia dell’appalto all’italiana e la salita del debito pubblico. “un lungo capitolo che arriva fino ad oggi con i suoi pali eolici».
Pasquale Saraceno, l’ispiratore denunciò «il blocco sociale» da parte di “burocrati, politici e imprenditori corrotti e mafie».
Ma vediamo come stanno le cose e che genere di proposte (alcune) non hanno neppureaccennato:
1. A cosa serve dire che in Italia sono tutti colpevoli, guardie e ladri, o che bisogna attenersi alle regole? Non saranno mica quelle che escluderanno dagli appalti i corrotti e corruttori,…basta una “testa di legno” o diventare socio occulto o consulente e qui, siamo bravi a celar le cose;
2. Paolo Savona, ex ministro dell’industria durante il governo Ciampi sostiene “senza rilanciare l’edilizia e ridurre le tasse per tutti, la ripresa non ci sarà”;
3. 1867, 1918. Il ’67 terminava la lotta contro il brigantaggio (indicativo l’insofferenza) il 1918 non essendo morti tutti i cafoni del Sud, tornano a casa con la speranza promessa di un pezzo di terra. Nulla. Villari nel ’67 scrive “Lettere da Napoli” e Salvemini nel ’18 “il Ministro della malavita” entrambi parlano del sistema politico italiano, non prettamente locale, che blocca il meridione diventando capisaldi dell’analisi della società meridionale. In un somigliante stato di crisi dove sarà andato il meridionalismo?;
4. “Lo Stato ed il Mercato” libro di D. Cersosino e R. Nisticò, due docenti dell’Università della Calabria. Sostengono che il divario tra Nord e Sud non è solo quello economico ma primariamente quello di un’ “interno di civiltà”. La Lega Nord scende al Sud e compra voti. Stessa operazione dell’imprenditore del Nord che deve occultare i propri rifiuti. Compra dalla malavita o dai disperati.
Rinasce così però il luogo comune mai sradicato, anche nei media, del “Sud ladrone e mafioso”. Piero Bevilacqua riprende il tema attraverso esempi in cifre: I servizi sociali coprono in Campania il 14% del fabbisogno a fronte del 70% in Lombardia (dati Istat primo trimestre) In Sicilia solo 11% deglia anziani riceve assistenza integrata a domicilio contro il 34% della Liguria e il 93% del Veneto. Quasi il 60% dei calabresi non può bere acqua dai rubinetti a fronte del 2,8 % dei trentini. Inutile dilungarsi ma sono esempi che generano il verso di una crescita del senso civico dell’esistenza
5. Istituire il “Giorno della Commemorazione per i Caduti del Mezzogiorno”; ( giorno di analisi e studi delle cause);
6. Il capitale umano?;
7. La Sinistra ha totalmente abbandonato il SUD, il Pd si è beccato l’autorevole rimprovero da Michele Emiliano. Lo ha sostenuto Gianni Cuperlo sostenendo lo steso assunto in una sua intervista dell’altro giorno in città titolata “la bellezza di dire SUD” e ha aggiunto: “non è una scelta casuale. C’è stata qualche polemica a Bari perché Renzi non ha mai pronunciato la parola Sud o Mezzogiorno”.
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