venerdì 25 aprile 2014

LIBERAZIONE; raggiunta la civiltà in Italia è divenuta costante mentre la popolazione è in aumento

Questa nota è solo una personale e coraggiosa valutazione degli eventi che portarono alla vera Liberazione.
 Dopo Napoli la parola d'ordine dell'insurrezione finale acquistò un senso e un valore e fu allora la direttiva di marcia per la parte più audace della Resistenza italiana “ Luigi Longo. Ed. Riuniti, Roma1974 , pag.102

LIBERAZIONE; raggiunta la civiltà in Italia è divenuta costante mentre la popolazione è in aumento.

Di Bruno Pappalardo

Son felice come una pasqua; oggi si celebra il 69° anniversario della liberazione dell’Italia dall’aggressione, ferocia dei saccheggi e rastrellamenti, dalla  crudeltà di spietate esecuzioni pubbliche e della scelleratezza   ineffabile dell’esercito tedesco in Italia.
Son radioso dunque per chi fu testimone e s’afflisse sulle macerie, per chi perse i figli e i padri, per chi soffrì e morì di fame, per chi si salvò ma restò per sempre colpito.
Son certo pago e di questo e ringrazio come dice Renzi “i ribelli di allora” ma anche lostorico Marco Revelli  che sottolinea che  "I ribelli di allora sono gli stessi di oggi, che si ribellano a chi vuole manomettere la loro Costituzione in senso autoritario”.
Il 25 aprile, significa, allora, “difendere la Costituzione nata dalla Resistenza".
Ricordo ancora le parole di Giorgio Bocca, il partigiano giornalista, che durante una intervista di qualche anno fa, sottolineava la spontaneità della ribellione napoletana ai soli negozi alimentari controllati dalle forze germaniche della città. Stia sempre bene il nostro Giorgio e spero sia in pace con se stesso!
In vero non fu affatto così!
Fu ribellione vera e propria; fu la prima città europea a insorgere contro i nazisti. Il primo colpo di fucile fu sparato da un terrazzo di Santa Teresa degli Scalzi e immediatamente dopo dal Vomero come anche l’ultimo dallo stesso quartiere.
Avemmo atti di eroismo incommensurabili. Bambini, donne e uomini, anche quelli nascosti nelle intercapedini murarie delle vecchie case o dietro i fondali si armadi e nicchie, scesero in strada mentre tra Sorrento e capri si stavano ammassando molte navi alleate ma immobilizzate dal un mare infestato da mine.   In città 20.000 tedeschi a fronte di soli 8.000 ribelli in tutta la Campania.
Ci ricordiamo di Schettini ma non del generale Del Tetto che fuggì con panni da civile proprio da Napoli di cui  ebbe affidata la responsabilità militare e non prima di aver consegnato la città,  con la redazione di un manifesto che invitava la popolazione a desistere,  oppure  autorizzava i militi a sparare sui napoletani  in caso di disubbidienza. Morì nel carcere di Procida per una gastrite.
Anche il generale Riccardo Pentimalli ebbe le stesse responsabilità e condannato a 20 anni di carcere dalla Cassazione ma poi, … dunque, non fu l’unico caso dell’Alta Corte,  con un cavillo legale, gli venne ridata la libertà.
Napoli riuscì a liberarsi completamente aprendo le porte della città agli alleati che la trovarono totalmente libera.
Ma, allora,  i conti non tornano!?  Tutto questo accadeva dal 27 al 30 di Settembre del 1943! Ben due anni prima di quella che oggi festeggiamo! Perché festeggiamo adesso? Perché se già tutta l’Italia era ormai libera (nel ’44 Roma raggiunse la stessa condizione di Napoli, liberata e aperta) si festeggia questo giorno?
Non vorrei si credesse che si ha voglia cercar stupidi primati anche in questa bella ma triste ricorrenza? Tuttavia è giusto ricordare la Storia spesso dimentica la realtà dei fatti.
S’attese infatti che anche il Nord mostrasse lo stesso ardore e nonostante fossero sui monti, in clandestinità  da tantissimo nulla precipitava.
Si dice che una vita è già tale nell’atto del concepimento. Quando si tratta di memoria e di onore non vale.
Si festeggia  oggi perché mancava appunto quel pezzettino di Nord che solo nel ’45 si mosse, prendendo la gestione dell’intera resistenza accompagnandola con strabocchevoli proclami radiofonici mentre a via Caracciolo da tanto e già allora avevamo già liberato il litorale.
Insomma forse son troppe le chiacchiere, …importante è che la “LIBERTA’” giungeva  e che una straordinaria imparagonabile Costituzione italiana nasceva per tutti noi.
AIUTIAMO I DIFENSORI DELLA COSTITUZIONE A DIFENDERLA e, qualora fosse necessario, con oculatezza e senso della memoria e della civiltà, venga pure ritoccata MA NON RESA STORPIA NELLA NATURA DELLA SUA ORIGINARIA FORZA RIVOLUZIONARIA.

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Questa nota è solo una personale e coraggiosa valutazione degli eventi che portarono alla vera Liberazione.
 Dopo Napoli la parola d'ordine dell'insurrezione finale acquistò un senso e un valore e fu allora la direttiva di marcia per la parte più audace della Resistenza italiana “ Luigi Longo. Ed. Riuniti, Roma1974 , pag.102

LIBERAZIONE; raggiunta la civiltà in Italia è divenuta costante mentre la popolazione è in aumento.

Di Bruno Pappalardo

Son felice come una pasqua; oggi si celebra il 69° anniversario della liberazione dell’Italia dall’aggressione, ferocia dei saccheggi e rastrellamenti, dalla  crudeltà di spietate esecuzioni pubbliche e della scelleratezza   ineffabile dell’esercito tedesco in Italia.
Son radioso dunque per chi fu testimone e s’afflisse sulle macerie, per chi perse i figli e i padri, per chi soffrì e morì di fame, per chi si salvò ma restò per sempre colpito.
Son certo pago e di questo e ringrazio come dice Renzi “i ribelli di allora” ma anche lostorico Marco Revelli  che sottolinea che  "I ribelli di allora sono gli stessi di oggi, che si ribellano a chi vuole manomettere la loro Costituzione in senso autoritario”.
Il 25 aprile, significa, allora, “difendere la Costituzione nata dalla Resistenza".
Ricordo ancora le parole di Giorgio Bocca, il partigiano giornalista, che durante una intervista di qualche anno fa, sottolineava la spontaneità della ribellione napoletana ai soli negozi alimentari controllati dalle forze germaniche della città. Stia sempre bene il nostro Giorgio e spero sia in pace con se stesso!
In vero non fu affatto così!
Fu ribellione vera e propria; fu la prima città europea a insorgere contro i nazisti. Il primo colpo di fucile fu sparato da un terrazzo di Santa Teresa degli Scalzi e immediatamente dopo dal Vomero come anche l’ultimo dallo stesso quartiere.
Avemmo atti di eroismo incommensurabili. Bambini, donne e uomini, anche quelli nascosti nelle intercapedini murarie delle vecchie case o dietro i fondali si armadi e nicchie, scesero in strada mentre tra Sorrento e capri si stavano ammassando molte navi alleate ma immobilizzate dal un mare infestato da mine.   In città 20.000 tedeschi a fronte di soli 8.000 ribelli in tutta la Campania.
Ci ricordiamo di Schettini ma non del generale Del Tetto che fuggì con panni da civile proprio da Napoli di cui  ebbe affidata la responsabilità militare e non prima di aver consegnato la città,  con la redazione di un manifesto che invitava la popolazione a desistere,  oppure  autorizzava i militi a sparare sui napoletani  in caso di disubbidienza. Morì nel carcere di Procida per una gastrite.
Anche il generale Riccardo Pentimalli ebbe le stesse responsabilità e condannato a 20 anni di carcere dalla Cassazione ma poi, … dunque, non fu l’unico caso dell’Alta Corte,  con un cavillo legale, gli venne ridata la libertà.
Napoli riuscì a liberarsi completamente aprendo le porte della città agli alleati che la trovarono totalmente libera.
Ma, allora,  i conti non tornano!?  Tutto questo accadeva dal 27 al 30 di Settembre del 1943! Ben due anni prima di quella che oggi festeggiamo! Perché festeggiamo adesso? Perché se già tutta l’Italia era ormai libera (nel ’44 Roma raggiunse la stessa condizione di Napoli, liberata e aperta) si festeggia questo giorno?
Non vorrei si credesse che si ha voglia cercar stupidi primati anche in questa bella ma triste ricorrenza? Tuttavia è giusto ricordare la Storia spesso dimentica la realtà dei fatti.
S’attese infatti che anche il Nord mostrasse lo stesso ardore e nonostante fossero sui monti, in clandestinità  da tantissimo nulla precipitava.
Si dice che una vita è già tale nell’atto del concepimento. Quando si tratta di memoria e di onore non vale.
Si festeggia  oggi perché mancava appunto quel pezzettino di Nord che solo nel ’45 si mosse, prendendo la gestione dell’intera resistenza accompagnandola con strabocchevoli proclami radiofonici mentre a via Caracciolo da tanto e già allora avevamo già liberato il litorale.
Insomma forse son troppe le chiacchiere, …importante è che la “LIBERTA’” giungeva  e che una straordinaria imparagonabile Costituzione italiana nasceva per tutti noi.
AIUTIAMO I DIFENSORI DELLA COSTITUZIONE A DIFENDERLA e, qualora fosse necessario, con oculatezza e senso della memoria e della civiltà, venga pure ritoccata MA NON RESA STORPIA NELLA NATURA DELLA SUA ORIGINARIA FORZA RIVOLUZIONARIA.

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