L’approvazione del Decreto-Legge 10 dicembre
2013, n.136, comunemente detto “Decreto Ilva-Terra dei Fuochi”, è una
sanatoria che pone l‘Italia fuori dalle norme europee.
A sostenerlo in un comunicato stampa è l'associazione Peacelink che da anni è in prima linea nella lotta all'inquinamento causato dal siderurgico più grande d'Europa.
Peacelink nel comunicato scrive "Siamo di fronte ad una sanatoria e ad una chiara violazione della
direttiva europea IPPC sulla prevenzione e la riduzione integrate
dell’inquinamento ambientale."
Questa nuova legge viene definita un "E’ un pauroso pasticcio all’italiana."
Con la nuova legge - continua il comunicato - l’ILVA potrà continuare a produrre anche solo avendo
avviato l’adozione dell’80% del numero complessivo delle prescrizioni
AIA. Questa norma mostruosa è contenuta nell’art. 7, comma d) della
nuova legge.
Il comunicato si conclude con una frase tranchant "Siamo di fronte ad una legge anti-cittadini, anti-esseri umani,
anti-Taranto, in nome della produzione a tutti i costi dell’acciaio e
della garanzia assoluta dei profitti.
Ma tutto questo prima o poi finirà perché l’Italia si è posta fuori dalle norme europee con grossolana noncuranza."
Noi del Partito del Sud non possiamo che concordare con questa valutazione, l'ILVA è un problema ambientale nazionale che non può essere risolto con una sanatoria.
Se si volesse iniziare a tutelare la salute dei cittadini, non si può prescindere dalla copertura dei parchi minerari. La copertura dei parchi è di primaria importanza. Con questa legge, secondo Alessandro Marescotti di Peacelink, "si sancisce la possibilità di non coprire il parco minerali (che vale solo l'1% delle prescrizioni)".
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