sabato 11 gennaio 2014

Il Sud deve potersi difendere in TV, venga istituita una par condicio geografica

par_condicioLe continue esternazioni del neo segretario della Lega Nord Salvini, e anche di altri esponenti politici del nord non necessariamente leghisti, contro gli sprechi del Sud, contro un sud che non lavora, che non paga le autostrade, che si fa assistere, che evade praticamente da solo come parte del paese, hanno riportato d’attualità, dal nostro punto di vista, il tema della Par Condicio televisiva e più in generale sui mezzi di comunicazione. Non è possibile, come sta avvenendo in questi giorni nei TG e nei programmi di informazione, sentire sostanzialmente dei monologhi senza contraddittorio, che hann rispolverato tutto il repertorio dei luoghi comuni del carroccio (e non solo del carroccio purtroppo) contro il Sud e i suoi cittadini. Non è possibile che si consenta, sia pure nella libertà di espressione e di pensiero che è garantita nel nostro paese, a personaggi di questo genere di parlare contro un’altra parte del paese e contro un’altra parte dei suoi cittadini che, secondo il leghista pensiero, devono vergognarsi semplicemente per il fatto di essere nati o di vivere al sud.
Qui non si tratta più di garantire par condicio tra opposte fazioni politiche, ma di garantire la possibilità quantomeno di difesa a vere e proprie categorie sociali che in questo caso potremmo individuare nei cittadini italiani nati a sud.
Se c’è qualcuno che può parlare liberamente contro categorie “geografiche” (e non contro schieramenti politici) di cittadini queste categorie geografiche e quindi anche sociali devono essere messe in grado di partecipare al contraddittorio a prescindere dalla loro presenza o meno in parlamento.
Non si possono raccogliere interviste, mandarle su reti a diffusione nazionale dove si denigrano territori e non consentire ad essi una energica difesa. Non si può far parlare, ad esempio, del pedaggio della Salerno Reggio Calabria e non raccontare che tipo di autostrada è (in molti casi senza corsie di emergenza, in altri ad una sola corsia ecc.), in contesto di servizi è presente e cioè assenza di una viabilità ordinaria degna di questo nome e “concorrenziale”, assenza di un trasporto ferroviario degno di questo nome, eccetera eccetera. Se queste cose i politici dei partiti di schieramento non sono in grado di dirle o non se la sentono, bisogna consentire alle forze politiche che hanno a cuore questi territori di dire la loro. In questo caso chiediamo un cambiamento della normativa sulla cosiddetta “par condicio”.
Ogni competizione elettorale punta a rigenerare e a cambiare la rappresentanza politica nell’assemblea politica di riferimento e, per questo, è del tutto sbagliato il principio che garantisce la presenza sui media solo a chi è già presente in quell’assemblea, o solo, a campagna elettorale cominciata e solo a chi ha presentato le liste. Tra una campagna elettorale e un’altra ci sono mesi, anni di non campagna elettorale nei quali ai cittadini italiani, a tutti i cittadini italiani, viene proposto un vero e proprio lavaggio del cervello.
Questa situazione deve cambiare, questi atteggiamenti devono cambiare, queste normative devono cambiare.
Del resto una delle macro aree di intervento e garanzia dell’AGCOM (autorità per la garanzia nelle comunicazioni) rispetto al monitoraggio sui media dice che bisogna garantire:“Pluralismo sociale e politico: verifica dello “spazio” che i soggetti rappresentativi delle diverse articolazioni della società hanno nella programmazione e il tempo che dedicano alla trattazione dei diversi temi oggetto di dibattito pubblico”…
Ora, visto che qualcuno accomuna i cittadini del sud a una categoria da attaccare, è chiaro che questa categoria (sociale) ha diritto a una difesa.
Il Partito del Sud chiede che questo principio venga garantito in primis dall’AGCOM.


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par_condicioLe continue esternazioni del neo segretario della Lega Nord Salvini, e anche di altri esponenti politici del nord non necessariamente leghisti, contro gli sprechi del Sud, contro un sud che non lavora, che non paga le autostrade, che si fa assistere, che evade praticamente da solo come parte del paese, hanno riportato d’attualità, dal nostro punto di vista, il tema della Par Condicio televisiva e più in generale sui mezzi di comunicazione. Non è possibile, come sta avvenendo in questi giorni nei TG e nei programmi di informazione, sentire sostanzialmente dei monologhi senza contraddittorio, che hann rispolverato tutto il repertorio dei luoghi comuni del carroccio (e non solo del carroccio purtroppo) contro il Sud e i suoi cittadini. Non è possibile che si consenta, sia pure nella libertà di espressione e di pensiero che è garantita nel nostro paese, a personaggi di questo genere di parlare contro un’altra parte del paese e contro un’altra parte dei suoi cittadini che, secondo il leghista pensiero, devono vergognarsi semplicemente per il fatto di essere nati o di vivere al sud.
Qui non si tratta più di garantire par condicio tra opposte fazioni politiche, ma di garantire la possibilità quantomeno di difesa a vere e proprie categorie sociali che in questo caso potremmo individuare nei cittadini italiani nati a sud.
Se c’è qualcuno che può parlare liberamente contro categorie “geografiche” (e non contro schieramenti politici) di cittadini queste categorie geografiche e quindi anche sociali devono essere messe in grado di partecipare al contraddittorio a prescindere dalla loro presenza o meno in parlamento.
Non si possono raccogliere interviste, mandarle su reti a diffusione nazionale dove si denigrano territori e non consentire ad essi una energica difesa. Non si può far parlare, ad esempio, del pedaggio della Salerno Reggio Calabria e non raccontare che tipo di autostrada è (in molti casi senza corsie di emergenza, in altri ad una sola corsia ecc.), in contesto di servizi è presente e cioè assenza di una viabilità ordinaria degna di questo nome e “concorrenziale”, assenza di un trasporto ferroviario degno di questo nome, eccetera eccetera. Se queste cose i politici dei partiti di schieramento non sono in grado di dirle o non se la sentono, bisogna consentire alle forze politiche che hanno a cuore questi territori di dire la loro. In questo caso chiediamo un cambiamento della normativa sulla cosiddetta “par condicio”.
Ogni competizione elettorale punta a rigenerare e a cambiare la rappresentanza politica nell’assemblea politica di riferimento e, per questo, è del tutto sbagliato il principio che garantisce la presenza sui media solo a chi è già presente in quell’assemblea, o solo, a campagna elettorale cominciata e solo a chi ha presentato le liste. Tra una campagna elettorale e un’altra ci sono mesi, anni di non campagna elettorale nei quali ai cittadini italiani, a tutti i cittadini italiani, viene proposto un vero e proprio lavaggio del cervello.
Questa situazione deve cambiare, questi atteggiamenti devono cambiare, queste normative devono cambiare.
Del resto una delle macro aree di intervento e garanzia dell’AGCOM (autorità per la garanzia nelle comunicazioni) rispetto al monitoraggio sui media dice che bisogna garantire:“Pluralismo sociale e politico: verifica dello “spazio” che i soggetti rappresentativi delle diverse articolazioni della società hanno nella programmazione e il tempo che dedicano alla trattazione dei diversi temi oggetto di dibattito pubblico”…
Ora, visto che qualcuno accomuna i cittadini del sud a una categoria da attaccare, è chiaro che questa categoria (sociale) ha diritto a una difesa.
Il Partito del Sud chiede che questo principio venga garantito in primis dall’AGCOM.


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