Il Partito del Sud condivide gli scopi della manifestazione in difesa della Costituzione Repubblicana.
“Non è cosa vostra”: manifestazione organizzata da Libertà e giustizia contro gli stravolgimenti della Carta da parte delle oligarchie
Organizzata da Libertà e giustizia, domenica 2 giugno, dalle ore 13,30 alle ore 17,30, a Bologna, in piazza Santo Stefano, si terrà la manifestazione “Non è cosa vostra” – Cittadini e associazioni per la Costituzione. Sul palco saranno presenti GustavoZagrebelsky, Stefano Rodotà, Roberto Saviano, Salvatore Settis, Sandra Bonsanti, Nando dalla Chiesa, Maurizio Landini, Carlo Smuraglia, Susanna Camusso, Lorenza Carlassare e molti altri rappresentanti di associazioni in difesa della Costituzione della Repubblica. Quali sono le motivazioni dell’evento politico? Ecco, di seguito alcuni stralci tratti dal sito dell’associazione promotrice (leggi il manifesto completo)
«Da anni, ormai, sotto la maschera della ricerca di efficienza si tenta di cambiare il senso della Costituzione: da strumento di democrazia a garanzia di oligarchie. Non è in gioco solo una forma di governo che, per motivi tecnici, può piacere più di un’altra. L’uguaglianza, la giustizia sociale, la protezione dei deboli e di coloro che la crisi ha posto ai margini della società, la trasparenza del potere e la responsabilità dei governanti sono caratteri della democrazia, cioè del governo diffuso tra i molti. L’oligarchia è il regime della disuguaglianza, del privilegio, del potere nascosto e irresponsabile, cioè del governo concentrato tra i pochi che si difendono dal cambiamento, sempre gli stessi che si riproducono per connivenze e clientele. Parlando di oligarchie, non si deve pensare solo alla politica, ma al complesso d’interessi nazionali e internazionali, economico-finanziari e militari, che nella politica trovano la loro garanzia di perpetuità e i loro equilibri.
Di fronte alle difficoltà di salvaguardare questi equilibri e alla volontà di rinnovamentoche in molte recenti occasioni si è manifestata nella società italiana, è evidente la pulsione che si è impadronita di chi sta al vertice della politica: si vuole “razionalizzare” le istituzioni in senso oligarchico. Invece di aprirle alla democrazia, le si vuole chiudere o, almeno, congelare. L’incredibile decisione di confermare al suo posto il presidente della Repubblica uscente è l’inequivoca rappresentazione d’un sistema di complicità che vuole sopravvivere senza cambiare. L’ancora più incredibile applauso, commosso e grato, che ha salutato quella rielezione – rielezione che a qualunque osservatore sarebbe dovuta apparire una disfatta – è la dimostrazione del sentimento di scampato pericolo.
Ogni sistema di potere a rischio, o per incapacità di mediare le sue interne contraddizioni o per la pressione esternada parte di chi ne è escluso, reagisce con l’istinto di sopravvivenza. Ma le riforme, in questo contesto, non possono essere altro che mosse ostili. Per questo, di fronte alla retorica riformista, noi diciamo: in queste condizioni, le vostre riforme non saranno che contro-riforme e il fossato che vi separa dalla democrazia si allargherà. Contro gli accordi che nascondono contro-riforme, noi, per parte nostra, useremo tutti gli strumenti per impedirle e chiediamo a coloro che siedono in Parlamento di prendere posizione con chiarezza e impegnativamente e di garantire comunque la possibilità per gli elettori di esprimersi con il referendum, se e quando fosse il momento».
Per maggiori informazioni: Associazione Libertà e giustizia; tel. 02-45491066 – fax 02-45491067; info@libertaegiustizia.it; www.libertaegiustizia.it.
(n.m.)
(LucidaMente, anno VIII, n. 89, maggio 2013)
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