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venerdì 28 giugno 2013

FUSIONE?... FREDDA o CALDA?


di Bruno Pappalardo

Dite che è tempo di mescolanze o di separazioni?
Parrebbe proprio si tratti della prima.
L’attuale “ governo di larghe intese” secondo voi è una fusione fredda o calda?
Potranno ancora reggere i democristiani all’interno del PD? Potrà ancora reggere PD + PDL ideologicamente lontani almeno solo per pudore e decenza?
La differenza delle fusioni fredde o calde sta che le prime produrrebbero una pressione/i a temperature molto ma molto minori di quelle “calde” per le quali servono altri gradi ma, incredibile, tra quelle calde esistono temperature dette “negative”, …insomma non si può star tranquilli!
Verrebbe in mente di non fare affatto alcuna “FUSIONE” perché o calde o fredde, almeno per le leggi della termodinamica nucleare, possono, come si è detto, essere assai negative e legate alle devastazioni più strazianti e barbariche.
Il “buon senso” direbbe di non fondersi mai, dunque, nessun accorpamento o alleanze in questo Paese.
Parrebbe, infatti, chiaro solo osservando la Storia!
Alla negatività, tra l’altro, si aggiungono anche intersecazioni chiamate comunemente “trasformazioni di antropologia politica”, ovvero, detto terra, terra gli scilipoti!
Dico, ma molto alla buona, che dal “socialismo” nacque il “fascismo” ovvero esattamente il contrario della prima forma di potere delle masse marxiane ma preannunciate e avviate già da molto prima del suo “Capitale”.
Dico che accadde pressappoco lo stesso anche in Germania.
Dico che dal Partito Socialista d’Italia si scisse una frangia che generò il primo Partito Comunista d’Europa;
Dico che Marx ebbe il suo antagonista in Hegel, si fa per dire, il quale sosteneva “ i filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in diversi modi; ora si tratta di trasformarlo” Parlava, dunque di filosofi e non di operai , uomini, ma di legge della Spiritualità (delle idee) che infusa in essi, avrebbero trasformato il mondo. Per Marx, invece, la trasformazione poteva avvenire solo attraverso una felice rivoluzione proletaria. Gramsci ebbe anche lui il suo Hegel pressoché in Croce.
Insomma non solo gli insulsi scilipoti ma anche intellettuali, pensatori e politici, praticamente dalla stessa parte, non riuscivano ad amalgamarsi mai perfettamente! Come sarebbe allora possibile una unione?
La Democrazia Cristiana di Moro volle “compromettersi” in un unico percorso politico con il PCI. Non funzionò, anzi non partì per nulla. Le Brigate Rosse riuscirono sicuramente in questa bizzarra alleanza! Dopo 40 anni ecco che viene riproposta (certo con tutti gli ovvi distingui)
La Democrazia Cristiana, nei primi 40 anni la si credeva da tutti eterna.
Il PCI, subito dopo, altrettanto.
Il PSI di Craxi similmente.
Insomma separati o insieme tutti fallirono!
Ma non può funzionare neppure se appartenenti allo stesso genere, specie, tipo e sottospecie come ad esempio il “meridionalismo”?
In questo poi, l’unione non vincerebbe manco se il Sud venisse bombardato da “ Vinavil ” lanciato giù da un elicottero! Perché?
Le risposte sono tante ma, secondo la mia modesta opinione, primariamente la storia è questa.
La Democrazia Cristiana, il PCI, il PSI, il MSI, et cetera, tutto sommato hanno avuto la loro fortuna politica fino a quando la società non si è trasformata, soprattutto per tantissime altre ragioni extrapolitiche, per aseità, per autogamia
Un pur tenace e feroce bolscevismo non l’avrebbe mai spuntata con una Barbie in minigonna pronta per la discoteca!
Conclusione: Bene che ogni compagine prenda la propria strada. Uno di essi sarà più forte e forse rimorchierà gli altri.
I partiti tradizionali generano, tuttavia, significative (molte vergognose) trasformazione nel mondo del lavoro come nella società civile e ebbero forza e senso finché gl’uno furono sinergici e funzionali all’altre.
Sarà forse il tempo che il solco, allora, sia tracciato da uno solo e che se spianerà la strada larga e piana lo farà per tutti? Lo credo!
Allora il meridionalismo si unirà spontaneamente.
Poi, nuovamente, tutto terminerà , tutto verrà archiviato ma avendo contribuito alla secolare fine dell’ingiusta sciagura.

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