venerdì 8 febbraio 2013

Borse di Studio, il Ministro fa un passo indietro, ma il problema è un altro


Proviamo a fare un ragionamento, il Ministro Profumo, o qualcuno del ministero aveva messo su un Decreto legge in cui per accedere al bando per ottenere Borse di Studio i ragazzi italiani dovevano presentare la documentazione con l’indicazione del reddito che non doveva superare il massimo ISEE previsto dal decreto stesso. Tutto normale si dirà. Si assolutamente normale e di prassi se non fosse per un particolare i diritti degli italiani sono stati divisi dal decreto per aree geografiche. Un Italiano del nord poteva essere considerato benestante e quindi non in grado di partecipare al bando se il suo reddito superava i 20000 €, un italiano del centro 17.000 €, un italiano del sud 14.000 €. In pratica la repubblica Italiana stabiliva per legge che a sud si può, anzi si deve campare con 14.000 euro, al nord con 20.000 €. Si rende legge quindi una discriminazione.
Giustamente gli studenti innanzitutto, ma anche movimenti meridionalisti e partiti politici hanno fatto presente con vibrate proteste questa stortura, diremmo questa aberrazione del sistema tecnocratico che guida il Paese per il quale la legge dei numeri e delle statistiche prevarica su qualsiasi cosa.
Il ministro Profumo ha fatto un passo indietro, è vero, ma il problema è che un modo di pensare discriminatorio non dovrebbe essere assunto neanche per sbaglio come ipotesi di una legge di uno stato che si vanta di essere unitario.
L’idea che si possa legiferare ipotizzando diritti differenziati geograficamente è sbagliata, è assurda e mette questa si in discussione l’unità di Italia.
Non si vogliono differenziare le politiche a seconda delle necessità e delle peculiarità dei territori e si differenziano i diritti dei cittadini che, fino a prova contraria sono tutti italiani…
O no ?
Michele Dell’Edera

Fonte: Sud24.it

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Proviamo a fare un ragionamento, il Ministro Profumo, o qualcuno del ministero aveva messo su un Decreto legge in cui per accedere al bando per ottenere Borse di Studio i ragazzi italiani dovevano presentare la documentazione con l’indicazione del reddito che non doveva superare il massimo ISEE previsto dal decreto stesso. Tutto normale si dirà. Si assolutamente normale e di prassi se non fosse per un particolare i diritti degli italiani sono stati divisi dal decreto per aree geografiche. Un Italiano del nord poteva essere considerato benestante e quindi non in grado di partecipare al bando se il suo reddito superava i 20000 €, un italiano del centro 17.000 €, un italiano del sud 14.000 €. In pratica la repubblica Italiana stabiliva per legge che a sud si può, anzi si deve campare con 14.000 euro, al nord con 20.000 €. Si rende legge quindi una discriminazione.
Giustamente gli studenti innanzitutto, ma anche movimenti meridionalisti e partiti politici hanno fatto presente con vibrate proteste questa stortura, diremmo questa aberrazione del sistema tecnocratico che guida il Paese per il quale la legge dei numeri e delle statistiche prevarica su qualsiasi cosa.
Il ministro Profumo ha fatto un passo indietro, è vero, ma il problema è che un modo di pensare discriminatorio non dovrebbe essere assunto neanche per sbaglio come ipotesi di una legge di uno stato che si vanta di essere unitario.
L’idea che si possa legiferare ipotizzando diritti differenziati geograficamente è sbagliata, è assurda e mette questa si in discussione l’unità di Italia.
Non si vogliono differenziare le politiche a seconda delle necessità e delle peculiarità dei territori e si differenziano i diritti dei cittadini che, fino a prova contraria sono tutti italiani…
O no ?
Michele Dell’Edera

Fonte: Sud24.it

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