Sulla rete ieri e su molti giornali è venuta fuori la notizia di una possibile valutazione del reddito ISEE delle famiglie su base geografica. Secondo tale idea il Ministro Profumo o chi per lui starebbe pensando di valutare il diritto degli studenti a usufruire di borse di studio, non sulla base di un criterio oggettivo e paritario per tutte le famiglie italiane, ma differenziando su base geografica tale diritto, il tutto facendo anche riferimento all’articolo 3 della Costituzione che dice:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Ebbene partendo da questo assunto il Governo ha la sfacciataggine di proporre quanto segue: per i meridionali il reddito ISEE massimo per avere diritto alle borse di studio è di € 14.000, al centro sarà di € 17.000, mentre al nord il limite sarà di € 20.000.
Questa formulazione è palesemente contraria a qualsiasi dettato costituzionale e stabilisce per legge una discriminazione, presupponendo, anzi stabilendo, che i meridionali, passateci il termine, “possono campare” con molto meno e, quindi ce la possono fare con 14.000 €.Se così fosse, perché sempre lo stesso, anzi gli stessi governi, consentono a banche, assicurazioni, compagnie petrolifere e chi più ne ha più ne metta di salassare il sud ogni giorno che passa senza alcunintervento ?
Sempre lo stesso, o gli stessi governi, perché non provano a calcolare quanto costa alle famiglie meridionali sostenere i costi per gli studi dei propri figli fuori sede proprio in quelle località dove si dice che il reddito minimo deve essere 20.000 € perché altrimenti non si riesce a vivere ?
Questa formulazione è palesemente contraria a qualsiasi dettato costituzionale e stabilisce per legge una discriminazione, presupponendo, anzi stabilendo, che i meridionali, passateci il termine, “possono campare” con molto meno e, quindi ce la possono fare con 14.000 €.Se così fosse, perché sempre lo stesso, anzi gli stessi governi, consentono a banche, assicurazioni, compagnie petrolifere e chi più ne ha più ne metta di salassare il sud ogni giorno che passa senza alcunintervento ?
Sempre lo stesso, o gli stessi governi, perché non provano a calcolare quanto costa alle famiglie meridionali sostenere i costi per gli studi dei propri figli fuori sede proprio in quelle località dove si dice che il reddito minimo deve essere 20.000 € perché altrimenti non si riesce a vivere ?
Crediamo che sia preciso dovere del Ministro, del Governo, della Corte Costituzionale, del Capo dello Stato, di bloccare questa tipologia di decreti discriminanti e discriminatori.Inoltre il coordinamento pugliese del Partito del Sud invita le famiglie, il Presidente della Regione Nichi Vendola, e i parlamentari pugliesi uscenti e futuri a non lasciare più passare simili aberrazioni legislazìtive.
Per il coordinamento regionale del Partito Del Sud Michele Dell’Ederahttp://partitodelsudpuglia.wordpress.com
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