Di Antonella Sferrazza
Fonte: LinkSicilia
“Il rispetto non va preteso, deve essere meritato”. Con queste parole, chiare, semplici ed essenziali, lo scrittore Pino Aprile, parlando con LinkSicilia, commenta l’ultima trovata del Parlamento italiano che, ha introdotto l’obbligatorietà di studio, nelle scuole, dell’inno di Mameli.
“Il sondaggio realizzato dal quotidiano Il Mattino, su l’inno di Mamel nelle scuole – dice l’autore di libri famosi come Terroni, Giù al Sud e Mai più Terron (l’ultimo lavoro, in cui si evidenzia il ruolo di internet nella questione meridionale) – rivela che oltre il 64% degli italiani si è detto contrario. Inutile girarci intorno: è un no ad una imposizione di dedizione ad uno Stato che continua ad umiliarci”.
Un esempio fresco fresco di giornata? “Trenitalia ha completamente isolato il Sud Italia. Non c’è più un treno che, da Bari, arrivi prima di mezzogiorno a Roma, rientro massimo alle 18. Potete immaginare coa significhi per un imprenditore, o, per chiunque abbia rapporti con la capitale. avere a disposizione solo questi tempi ridotti?”,
“A cosa dovrei attaccare il mio amore patrio? – prosegue Aprile- al fatto che pago l’Alta velocità al centro Nord, così come altri servizi, ad esempio”.
Ma come hanno fatto quei ‘geniacci’ del Parlamento italiano a trovare il tempo di occuparsi dell’inno di Mameli, invece di occuparsi delle emergenze reali che attanagliano il Paese?
“Siamo in mano a gente superficiale- dice, con un eufemismo, Pino Aprile- continuano ad agire ignorando i reali sentimenti del Paese.
“Con lo spettacolo politico che hanno dinnanzi gli italiani, l’imposizione dell’inno nazionale fa incazzare ancora di più”.
Insomma, con uno Stato centrale che che offre solo vessazioni e una Europa sempre più distante da quell’Europa delle regioni sognata dai Padri nobili dell’Ue, non è forse comprensibile che sul Vecchio Continente, spiri forte il vento dell’indipendentismo? Dalla Catalogna alla Scozia, passando per la Sicilia.
“Ogni soluzione puà essere analizzata con serenità. Temo che ogni forma di federalismo possa essere un nuovo assetto di scippo di risorse al Sud. Il risultato cui dovremmo mirare è il non essere discrimiati a casa. Il politologo Robert Pumann sostiene che le regioni italiane godono di poteri che nemmeno i singoli stati degli Usa. Basta applicare quello che prevede la Costituzione, a cominciare dal vostro Statuto siciliano”.
Fonte: LinkSicilia
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