mercoledì 26 settembre 2012
Svimez "Necessari 400 anni per recuperare il divario fra Nord e Sud". Emergenza occupazionale nel Meridione
"Ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio che separa il Sud dal Nord": è dello Svimez, l'istituto che monitora lo sviluppo nel Mezzogiorno, la durissima sentenza che condanna il Meridione a eterno fanalino di coda dell'Italia. E la Calabria è – fra le regioni del Sud – ancora una volta in fondo a tutte le classifiche.
Stando ai dati dello Svimez infatti, in termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno nel 2011 ha confermato lo stesso livello del 57,7% del valore del Centro Nord del 2010. In un decennio il recupero del gap è stato soltanto di un punto e mezzo percentuale, dal 56,1% al 57,7%.
In valori assoluti, a livello nazionale, la Calabria con 16.603 euro l'anno, si attesta al penultimo posto. Peggio, fa solo la Campania.
E anche sul fronte occupazione le cose vanno tutt'altro che bene. Secondo lo Svimez, gli irregolari in Italia arrivano a 2 milioni 900mila unità, di cui 1 milione e 200mila al Sud. A livello di settore, nel 2011 al Sud è irregolare un lavoratore su 4 in agricoltura (25%), il 22% nelle costruzioni, il 14% nell'industria. E se è vero che la Calabria fa registrare un dato positivo sul fronte dell'aumento degli occupati, 185mila di questi lavorano a nero.
"E' vera emergenza occupazionale nel Mezzogiorno soprattutto per i giovani: in particolare -, segnala la Svimez -, "in tre anni, dal 2008 al 2011, gli under 34 che hanno perso il lavoro al Sud sono stati 329mila". Nel 2011 il tasso di occupazione in eta' 15-64 e' stato del 44% nel Mezzogiorno e del 64% nel Centro-Nord. A livello regionale il tasso piu' alto si registra in Abruzzo (56,8%), il più basso in Campania, dove continua a lavorare meno del 40% della popolazione in eta' da lavoro. In valori assoluti, crescono gli occupati in Abruzzo (+13.300), Puglia (+11.600), Sardegna (+8.300), Calabria (+3.900) e Basilicata (+2.500). In calo invece in Molise (- 1.100), Sicilia (-7.300) e Campania (-16.700).
Nel Mezzogiorno, il tasso di occupazione giovanile per la classe 25-34 anni è giunto nel 2011 ad appena il 47,6%, pari cioè a meno di un giovane su due, a fronte del 75% del Centro-Nord, cioè di 3 impiegati su 4. Situazione drammatica per le giovani donne meridionali, ferme nel 2011, al 24%, pari a meno di una su quattro in età lavorativa, che spinge le stesse di fatto a una segregazione occupazionale rispetto sia ai maschi che alle altre donne italiane.
Fonte: Il Dispaccio
"Ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio che separa il Sud dal Nord": è dello Svimez, l'istituto che monitora lo sviluppo nel Mezzogiorno, la durissima sentenza che condanna il Meridione a eterno fanalino di coda dell'Italia. E la Calabria è – fra le regioni del Sud – ancora una volta in fondo a tutte le classifiche.
Stando ai dati dello Svimez infatti, in termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno nel 2011 ha confermato lo stesso livello del 57,7% del valore del Centro Nord del 2010. In un decennio il recupero del gap è stato soltanto di un punto e mezzo percentuale, dal 56,1% al 57,7%.
In valori assoluti, a livello nazionale, la Calabria con 16.603 euro l'anno, si attesta al penultimo posto. Peggio, fa solo la Campania.
E anche sul fronte occupazione le cose vanno tutt'altro che bene. Secondo lo Svimez, gli irregolari in Italia arrivano a 2 milioni 900mila unità, di cui 1 milione e 200mila al Sud. A livello di settore, nel 2011 al Sud è irregolare un lavoratore su 4 in agricoltura (25%), il 22% nelle costruzioni, il 14% nell'industria. E se è vero che la Calabria fa registrare un dato positivo sul fronte dell'aumento degli occupati, 185mila di questi lavorano a nero.
"E' vera emergenza occupazionale nel Mezzogiorno soprattutto per i giovani: in particolare -, segnala la Svimez -, "in tre anni, dal 2008 al 2011, gli under 34 che hanno perso il lavoro al Sud sono stati 329mila". Nel 2011 il tasso di occupazione in eta' 15-64 e' stato del 44% nel Mezzogiorno e del 64% nel Centro-Nord. A livello regionale il tasso piu' alto si registra in Abruzzo (56,8%), il più basso in Campania, dove continua a lavorare meno del 40% della popolazione in eta' da lavoro. In valori assoluti, crescono gli occupati in Abruzzo (+13.300), Puglia (+11.600), Sardegna (+8.300), Calabria (+3.900) e Basilicata (+2.500). In calo invece in Molise (- 1.100), Sicilia (-7.300) e Campania (-16.700).
Nel Mezzogiorno, il tasso di occupazione giovanile per la classe 25-34 anni è giunto nel 2011 ad appena il 47,6%, pari cioè a meno di un giovane su due, a fronte del 75% del Centro-Nord, cioè di 3 impiegati su 4. Situazione drammatica per le giovani donne meridionali, ferme nel 2011, al 24%, pari a meno di una su quattro in età lavorativa, che spinge le stesse di fatto a una segregazione occupazionale rispetto sia ai maschi che alle altre donne italiane.
Fonte: Il Dispaccio
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