Il caso Ilva di Taranto costituisce la dimostrazione delle tesi sostenute da Lino Patruno nel suo libro “Ricomincio da Sud” (Rubbettino)
L’Ilva di Taranto è sempre più sulle prime pagine dei giornali. Al di là delle legittime proteste dei lavoratori e della preoccupazione per la salute di chi opera e vive intorno allo stabilimento industriale, vi è un aspetto che la vicenda ha messo particolarmente in evidenza, ovvero quello dell’interdipendenza tra le due parti del Paese, che qualcuno invece ha avuto interesse a rappresentare come separate da un’insanabile frattura.
In realtà, un recentissimo libro di Lino Patruno, ex direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, sottolinea decisamente la sottovalutazione del Meridione d’Italia. La pubblicazione è Ricomincio da Sud. È qui il futuro dell’Italia (Rubbettino, pp. 250, € 14,00) e, secondo le tesi dello scritto, se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe aerei e auto, acciaio e olio d’oliva, computer e cellulari, benzina e medicine. Ancora: il Meridione produce incredibili tesori, è ventinove volte più saccheggiato del Nord, conviene a tutta l’Italia ed è il nuovo ombelico del mondo, infatti «Mezzogiorno è l’ora dalla quale ripartirà tutto».
Tornando al caso Ilva, Patruno, autore, sempre presso Rubbettino, di Fuoco del Sud. La ribollente galassia dei Movimenti meridionali, ha affermato: «Pochi lo sapevano prima che esplodesse il dramma dell’Ilva di Taranto. Pochi immaginavano quanto siano integrate le due Italie, nonostante lo scontro fra Nord e Sud. Pochi conoscevano il peso economico del cosiddetto “improduttivo” Sud, e quanto il Sud convenga a tutti. L’Ilva è una conferma a quanto dico nel mio libro Ricomincio da Sud. Non solo a Taranto è prodotto il 45% di tutto l’acciaio italiano. Ma, se chiudesse Taranto, si perderebbe gran parte della restante produzione perché dovrebbero chiudere anche le acciaierie di Novi Ligure e Genova che, non avendo impianti a caldo, dipendono direttamente da Taranto. Così, con una rinuncia all’Ilva, l’Italia perderebbe la più grande acciaieria d’Europa, ma perderebbe anche tutto l’acciaio per le sue auto e i suoi elettrodomestici, oltre che per i suoi guardrail e i suoi tubi. Ma l’Ilva è solo una delle ricchezze non riconosciute del Sud. Nel libro sono elencati altri casi di produzioni meridionali fondamentali per l’intero Paese, che senza il Sud l’Italia non avrebbe: dal petrolio all’energia eolica, dalla plastica ai farmaci, dagli aerei all’olio d’oliva. Tanti casi di eccellenza al Sud, ben 71 dei quali sono recensiti nel libro».
(e.s.)
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