Il libro è un viaggio in un Sud poco conosciuto ai meridionali stessi. Un Sud considerato improduttivo ma che produce almeno 71 inaspettati tesori. Un Sud in cui Cristo si è mosso da Eboli dove si era fermato. Un Sud senza il quale neanche il Nord sarebbe Nord. Un Sud in cui c’è un sacro Graal col segreto del vero benessere. Un Sud che ha subìto un saccheggio 29 volte peggiore del Sacco del Nord. Un Sud in cui Mille meridionali sono pronti a mettersi in cammino. Ma anche un Sud non assolto dai suoi peccati neanche da un dio terrone.
Negli ultimi anni, Patruno ha pubblicato
L’America d’Italia sarebbe oggi il Sud se tutti vi scendessero con gli occhi pronti a stupirsi e col taccuino disposto a registrare. Se vi scendessero non solo per accertare se sia più un
Tutto questo è vero se non parte una visita guidata al Sud. Una visita guidata che non si limiti ad addentrarsi nel solito lato B del Mezzogiorno ma ne percorra il lato A, che vada a vedere ciò che per pigrizia, per malafede, per partito preso, per ignoranza, per assuefazione non si vede. Una visita guidata che spezzi il monopolio di un Sud mai descritto da se stesso ma sempre pensato da altri solo come divario e sottosviluppo.
Un male che al Sud c’è. Ma la visita guidata dovrebbe rivelare anche che, se il Sud non ha sufficienti industrie, ha comunque un numero di industrie inaspettate e floride. Rivelare che, se il Sud ha un reddito inferiore al Centro Nord, ha comunque un reddito superiore a quello di buona parte del pianeta. Rivelare che, se dal Sud continua l’emigrazione, ci sono anche quelli che rimangono e, udite udite, quelli che tornano. E che se il Sud avesse potuto crescere in 150 anni come il Centro Nord, oggi tutta l’Italia sarebbe tanto ricca da superare Francia e Germania. Uno spreco di Sud. E però l’Italia è fra le prime dieci del mondo anche grazie al Sud. E del Sud non può fare a meno per rimanerci.
Se non ci fosse il Sud, l’Italia avrebbe un quarto in meno della sua ricchezza. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe quasi tutto l’acciaio per le sue auto, le sue navi, i suoi locomotori e dovrebbe mangiare con forchette di plastica. Ma se non ci fosse il Sud, non avrebbe neanche le forchette di plastica perché quasi tutta la plastica italiana si produce al Sud. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe tutti gli aerei che sforna ogni anno. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe gran parte della sua benzina e tutto il suo petrolio. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe gran parte delle sue pillole e dei suoi antibiotici. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non potrebbe far funzionare buona parte dei suoi computer e dei suoi telefonini. Se non ci fosse il Sud, l’Italia avrebbe metà della sua energia elettrica e neanche un watt della sua energia dal vento e dal sole. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe tutto il suo olio d’oliva benedetto. Se non ci fosse il Sud, l’Italia avrebbe meno della metà delle sue auto, dei suoi camion, dei suoi trattori. Se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe le mozzarelle per le sue pizze e la dieta mediterranea per la sua linea.
Soprattutto, se non ci fosse il Sud, l’Italia non avrebbe quel margine di potenza inespressa, quell’accelerazione in più, quei chilometri di velocità oltre i limiti che servono in situazioni estreme, la sgommata che conserva la vita. Sono i giovani, una grande possibilità di sviluppo che potrebbe sprigionarsi se solo la si mettesse in condizione di farlo, se solo non la si ignorasse. C’è bisogno di più Sud, non il contrario.
E poi, si sta spostando l’ombelico del mondo. E’ cominciato con la caduta del Muro di Berlino. Il mondo si è aperto. L’Adriatico ha finito di essere un mare che divideva più che unire ai Balcani. E se le rivoluzioni
La nostra visita guidata al Sud servirà a capire tutto questo. Nella terra
Fonte: Ricomincio da Sud. E' qui il futuro d'Italia su Facebook
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