di Lino Patruno
C’è chi dice che il “cinque stelle” di Grillo non abbia attecchito in Puglia perché c’è già un quattro stelle (almeno) come Vendola.
Nel senso che una rottura e una novità nella politica c’era già stata, sia pure con uno già vecchia volpe del settore e che appena nato non chiese latte ma alzò il pugno chiuso.
E’ la famosa Primavera, anche se ora sembra scivolare verso l’autunno: specie da quando l’altro suo eroe, Emiliano, si è fatto ammaccare più dal suo “faccio tutto io” che dalle cozze pelose.
Ma comunque anche in queste elezioni amministrative la Puglia si è mostrata altra cosa, dovendo però ancòra capire se sia un bene o un male.
Niente liste di cosiddetta antipolitica, benché più che di antipolitica siano liste di antipolitici (altrimenti l’antipolitica è cominciata addirittura con “L’Uomo Qualunque”di Giannini sessant’anni fa e col presidente Cossiga).
Niente crollo dei votanti, con una astensione cresciuta ma inferiore alla crescita nazionale.
Sconfitta del Pdl, ma col consolatorio trionfo di Perrone a Lecce. Successi del Pd. benché dilaniato dagli scontri fra candidati della stessa area, in fondo l’unica vera grillinata nella regione.
Così in questi giorni fanno più clamore alcune storie di contorno, a parte il rischio dell’inferno per il Bari vittima dei suoi calciatori manigoldi che si vendevano le partite. Una scivolata il volantino antiscippo per i turisti: che bisogna avvertirli di qualche problema è vero, però lo si fa con discrezione, e soprattutto una volta venuti (sui bus pubblici di Amsterdam una voce registrata avverte che c’è il pericolo di borseggiatori, ma intanto tu ad Amsterdam già ci stai). Non è furbizia, è marketing strategico.
E ha fatto bene, altro che, la compagna Godelli a far approdare in Puglia (ben incentivati) quelli del capitalistico “Beautiful”: gli americani sono troppo semplicioni per rimanere indifferenti all’attrattiva dei trulli con contorno di Ridge mascellone e compagni.
Certo, un’aria di pulizia svanita l’hanno portata gli scandali: non fa piacere essere additati come la regione dei Tarantini delle protesi e delle escort, degli Andrea Masiello e compari delle scommesse calcistiche, degli imprenditori edili più alla ribalta per le loro mazzette che per i loro cantieri. Altrove (specie al Nord) succede di peggio, ma è il Sud a essere sempre osservato speciale.
E però, questa è la regione in cui si è avuto l’anno scorso il più alto incremento turistico e le previsioni per quest’anno lo confermano. E questa è la regione che ha avuto il più alto incremento nelle esportazioni, benché la crisi non faccia sconti a nessuno, tra casse integrazioni e (purtroppo) suicidi. Ma non si vede per fortuna disfacimento sociale, non si vede disperata resa, non si vede criminalità organizzata che domina territori venendo riconosciuta più dello Stato.
E però, sia pure con la sua parziale eccezione politica, è sempre una regione “sul punto di”, pensi che ce l’abbia fatta a essere il Nord del Sud come dicono altri (ma il Sud non vuole essere affatto un nuovo Nord) però un ultimo miglio ogni volta la blocca. Pur essendo al centro del prossimo centro del mondo, quel Mediterraneo finora più argomento palloso da convegni che realtà. Ma dal Mediterraneo passa oggi il 40 per cento dei commerci internazionali. E quando passano i commerci, li seguono i capitali in cerca di investimenti, e poi i turisti. Mentre 160 milioni di giovani nella sponda mediorientale e nordafricana sono una possibile concorrenza a basso costo ma anche un immenso mercato potenziale drogato dalle nostre televisioni come avvenne con gli albanesi.
E hanno bisogno non solo di prodotti, ma di istruzione e formazione.
Bisognerebbe essere pronti. E invece, come esempio, vedi il porto di Taranto che rischia sempre di perdere quei commerci perché da decenni non si dragano i fondali per accogliere le nuove gigantesche navi portacontainer. Ora finalmente si mette mano alla cosiddetta “piattaforma logistica”.
Ma nel frattempo il porto olandese di Rotterdam, fra i due o tre maggiori del mondo, lo sceglie come sua base in Mediterraneo: un prestigioso attestato di importanza, ma anche una ricchezza che, invece fare la serie A, fa la serie B al servizio di altri.
E nel frattempo Trenitalia dismette il trasporto merci facendo perdere al Sud il vantaggio di far procedere verso il Nordeuropa il traffico intercettato dai porti. Anzi elimina anche treni passeggeri, con la stagione turistica alle porte. E non ci sono, coi Paesi mediterranei, linee aeree dirette, quasi una resistenza estrema per conservare la centralità settentrionale. Questi i due o tre appunti sparsi sulla Puglia del dopo-elezioni: sembra che non c’entrino nulla con la politica, ma se la politica non è visione di futuro, allora meglio Grillo. Perlomeno è più divertente.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
sabato 12 maggio 2012
Non basta dire che il grillo non parla
di Lino Patruno
C’è chi dice che il “cinque stelle” di Grillo non abbia attecchito in Puglia perché c’è già un quattro stelle (almeno) come Vendola. Nel senso che una rottura e una novità nella politica c’era già stata, sia pure con uno già vecchia volpe del settore e che appena nato non chiese latte ma alzò il pugno chiuso.
E’ la famosa Primavera, anche se ora sembra scivolare verso l’autunno: specie da quando l’altro suo eroe, Emiliano, si è fatto ammaccare più dal suo “faccio tutto io” che dalle cozze pelose.
Ma comunque anche in queste elezioni amministrative la Puglia si è mostrata altra cosa, dovendo però ancòra capire se sia un bene o un male. Niente liste di cosiddetta antipolitica, benché più che di antipolitica siano liste di antipolitici (altrimenti l’antipolitica è cominciata addirittura con “L’Uomo Qualunque”di Giannini sessant’anni fa e col presidente Cossiga).
Niente crollo dei votanti, con una astensione cresciuta ma inferiore alla crescita nazionale. Sconfitta del Pdl, ma col consolatorio trionfo di Perrone a Lecce. Successi del Pd. benché dilaniato dagli scontri fra candidati della stessa area, in fondo l’unica vera grillinata nella regione. Così in questi giorni fanno più clamore alcune storie di contorno, a parte il rischio dell’inferno per il Bari vittima dei suoi calciatori manigoldi che si vendevano le partite. Una scivolata il volantino antiscippo per i turisti: che bisogna avvertirli di qualche problema è vero, però lo si fa con discrezione, e soprattutto una volta venuti (sui bus pubblici di Amsterdam una voce registrata avverte che c’è il pericolo di borseggiatori, ma intanto tu ad Amsterdam già ci stai). Non è furbizia, è marketing strategico.
E ha fatto bene, altro che, la compagna Godelli a far approdare in Puglia (ben incentivati) quelli del capitalistico “Beautiful”: gli americani sono troppo semplicioni per rimanere indifferenti all’attrattiva dei trulli con contorno di Ridge mascellone e compagni. Certo, un’aria di pulizia svanita l’hanno portata gli scandali: non fa piacere essere additati come la regione dei Tarantini delle protesi e delle escort, degli Andrea Masiello e compari delle scommesse calcistiche, degli imprenditori edili più alla ribalta per le loro mazzette che per i loro cantieri. Altrove (specie al Nord) succede di peggio, ma è il Sud a essere sempre osservato speciale. E però, questa è la regione in cui si è avuto l’anno scorso il più alto incremento turistico e le previsioni per quest’anno lo confermano. E questa è la regione che ha avuto il più alto incremento nelle esportazioni, benché la crisi non faccia sconti a nessuno, tra casse integrazioni e (purtroppo) suicidi. Ma non si vede per fortuna disfacimento sociale, non si vede disperata resa, non si vede criminalità organizzata che domina territori venendo riconosciuta più dello Stato.
E però, sia pure con la sua parziale eccezione politica, è sempre una regione “sul punto di”, pensi che ce l’abbia fatta a essere il Nord del Sud come dicono altri (ma il Sud non vuole essere affatto un nuovo Nord) però un ultimo miglio ogni volta la blocca. Pur essendo al centro del prossimo centro del mondo, quel Mediterraneo finora più argomento palloso da convegni che realtà. Ma dal Mediterraneo passa oggi il 40 per cento dei commerci internazionali. E quando passano i commerci, li seguono i capitali in cerca di investimenti, e poi i turisti. Mentre 160 milioni di giovani nella sponda mediorientale e nordafricana sono una possibile concorrenza a basso costo ma anche un immenso mercato potenziale drogato dalle nostre televisioni come avvenne con gli albanesi.
E hanno bisogno non solo di prodotti, ma di istruzione e formazione. Bisognerebbe essere pronti. E invece, come esempio, vedi il porto di Taranto che rischia sempre di perdere quei commerci perché da decenni non si dragano i fondali per accogliere le nuove gigantesche navi portacontainer. Ora finalmente si mette mano alla cosiddetta “piattaforma logistica”.
Ma nel frattempo il porto olandese di Rotterdam, fra i due o tre maggiori del mondo, lo sceglie come sua base in Mediterraneo: un prestigioso attestato di importanza, ma anche una ricchezza che, invece fare la serie A, fa la serie B al servizio di altri. E nel frattempo Trenitalia dismette il trasporto merci facendo perdere al Sud il vantaggio di far procedere verso il Nordeuropa il traffico intercettato dai porti. Anzi elimina anche treni passeggeri, con la stagione turistica alle porte. E non ci sono, coi Paesi mediterranei, linee aeree dirette, quasi una resistenza estrema per conservare la centralità settentrionale. Questi i due o tre appunti sparsi sulla Puglia del dopo-elezioni: sembra che non c’entrino nulla con la politica, ma se la politica non è visione di futuro, allora meglio Grillo. Perlomeno è più divertente.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
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C’è chi dice che il “cinque stelle” di Grillo non abbia attecchito in Puglia perché c’è già un quattro stelle (almeno) come Vendola. Nel senso che una rottura e una novità nella politica c’era già stata, sia pure con uno già vecchia volpe del settore e che appena nato non chiese latte ma alzò il pugno chiuso.
E’ la famosa Primavera, anche se ora sembra scivolare verso l’autunno: specie da quando l’altro suo eroe, Emiliano, si è fatto ammaccare più dal suo “faccio tutto io” che dalle cozze pelose.
Ma comunque anche in queste elezioni amministrative la Puglia si è mostrata altra cosa, dovendo però ancòra capire se sia un bene o un male. Niente liste di cosiddetta antipolitica, benché più che di antipolitica siano liste di antipolitici (altrimenti l’antipolitica è cominciata addirittura con “L’Uomo Qualunque”di Giannini sessant’anni fa e col presidente Cossiga).
Niente crollo dei votanti, con una astensione cresciuta ma inferiore alla crescita nazionale. Sconfitta del Pdl, ma col consolatorio trionfo di Perrone a Lecce. Successi del Pd. benché dilaniato dagli scontri fra candidati della stessa area, in fondo l’unica vera grillinata nella regione. Così in questi giorni fanno più clamore alcune storie di contorno, a parte il rischio dell’inferno per il Bari vittima dei suoi calciatori manigoldi che si vendevano le partite. Una scivolata il volantino antiscippo per i turisti: che bisogna avvertirli di qualche problema è vero, però lo si fa con discrezione, e soprattutto una volta venuti (sui bus pubblici di Amsterdam una voce registrata avverte che c’è il pericolo di borseggiatori, ma intanto tu ad Amsterdam già ci stai). Non è furbizia, è marketing strategico.
E ha fatto bene, altro che, la compagna Godelli a far approdare in Puglia (ben incentivati) quelli del capitalistico “Beautiful”: gli americani sono troppo semplicioni per rimanere indifferenti all’attrattiva dei trulli con contorno di Ridge mascellone e compagni. Certo, un’aria di pulizia svanita l’hanno portata gli scandali: non fa piacere essere additati come la regione dei Tarantini delle protesi e delle escort, degli Andrea Masiello e compari delle scommesse calcistiche, degli imprenditori edili più alla ribalta per le loro mazzette che per i loro cantieri. Altrove (specie al Nord) succede di peggio, ma è il Sud a essere sempre osservato speciale. E però, questa è la regione in cui si è avuto l’anno scorso il più alto incremento turistico e le previsioni per quest’anno lo confermano. E questa è la regione che ha avuto il più alto incremento nelle esportazioni, benché la crisi non faccia sconti a nessuno, tra casse integrazioni e (purtroppo) suicidi. Ma non si vede per fortuna disfacimento sociale, non si vede disperata resa, non si vede criminalità organizzata che domina territori venendo riconosciuta più dello Stato.
E però, sia pure con la sua parziale eccezione politica, è sempre una regione “sul punto di”, pensi che ce l’abbia fatta a essere il Nord del Sud come dicono altri (ma il Sud non vuole essere affatto un nuovo Nord) però un ultimo miglio ogni volta la blocca. Pur essendo al centro del prossimo centro del mondo, quel Mediterraneo finora più argomento palloso da convegni che realtà. Ma dal Mediterraneo passa oggi il 40 per cento dei commerci internazionali. E quando passano i commerci, li seguono i capitali in cerca di investimenti, e poi i turisti. Mentre 160 milioni di giovani nella sponda mediorientale e nordafricana sono una possibile concorrenza a basso costo ma anche un immenso mercato potenziale drogato dalle nostre televisioni come avvenne con gli albanesi.
E hanno bisogno non solo di prodotti, ma di istruzione e formazione. Bisognerebbe essere pronti. E invece, come esempio, vedi il porto di Taranto che rischia sempre di perdere quei commerci perché da decenni non si dragano i fondali per accogliere le nuove gigantesche navi portacontainer. Ora finalmente si mette mano alla cosiddetta “piattaforma logistica”.
Ma nel frattempo il porto olandese di Rotterdam, fra i due o tre maggiori del mondo, lo sceglie come sua base in Mediterraneo: un prestigioso attestato di importanza, ma anche una ricchezza che, invece fare la serie A, fa la serie B al servizio di altri. E nel frattempo Trenitalia dismette il trasporto merci facendo perdere al Sud il vantaggio di far procedere verso il Nordeuropa il traffico intercettato dai porti. Anzi elimina anche treni passeggeri, con la stagione turistica alle porte. E non ci sono, coi Paesi mediterranei, linee aeree dirette, quasi una resistenza estrema per conservare la centralità settentrionale. Questi i due o tre appunti sparsi sulla Puglia del dopo-elezioni: sembra che non c’entrino nulla con la politica, ma se la politica non è visione di futuro, allora meglio Grillo. Perlomeno è più divertente.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
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