Dopo aver smentito la falsa email piena di luoghi comuni sulla pericolosità di Napoli, il diplomatico racconta la sua passione per "un luogo con un patrimonio storico e artistico unico al mondo"
di GIOVANNI MARINO
Lo stadio del mare è proprio qui, all'ultimo piano del consolato americano. Una terrazza che è un palco privilegiato sul campo di regata. Donald Moore si affaccia, respira a pieni polmoni e ammira lo spettacolo naturale del cielo terso, il mare azzurro e il sole che illumina il panorama. Via Caracciolo senza auto è davvero un'altra cosa e si capisce che, fosse per il console generale, dovrebbe restare così.
Console Moore, tra breve sarà grande vela, che Napoli si presenta agli occhi del mondo?
"Una città in fermento, che ha lavorato intensamente per ospitare questo importante evento internazionale. Comune, Provincia, Regione e Unione industriali hanno dato un ottimo esempio di collaborazione e di intesa, confido in un grande risultato".
In concreto, cosa significa la Coppa America per Napoli?
"Significa molto. E' l'occasione per dimostrare che la città può essere la sede ideale per eventi mondiali. Non dimentichiamo che le regate saranno seguite in diretta in tutto il mondo e si calcolano in media 70 milioni di telespettatori che, ne sono convinto, resteranno affascinati dallo scenario".
Tuttavia una email che sarebbe legata alla sicurezza in vista della Coppa ha rischiato di turbare l'armonia Usa-Napoli.
"Quello che abbiamo pubblicato sul sito ufficiale in relazione all'America's Cup riguarda solo le nuove disposizioni di traffico e la disponibilità alberghiera. Annualmente produciamo dei rapporti sulla sicurezza di
Console Moore, tra breve sarà grande vela, che Napoli si presenta agli occhi del mondo?
"Una città in fermento, che ha lavorato intensamente per ospitare questo importante evento internazionale. Comune, Provincia, Regione e Unione industriali hanno dato un ottimo esempio di collaborazione e di intesa, confido in un grande risultato".
In concreto, cosa significa la Coppa America per Napoli?
"Significa molto. E' l'occasione per dimostrare che la città può essere la sede ideale per eventi mondiali. Non dimentichiamo che le regate saranno seguite in diretta in tutto il mondo e si calcolano in media 70 milioni di telespettatori che, ne sono convinto, resteranno affascinati dallo scenario".
Tuttavia una email che sarebbe legata alla sicurezza in vista della Coppa ha rischiato di turbare l'armonia Usa-Napoli.
"Quello che abbiamo pubblicato sul sito ufficiale in relazione all'America's Cup riguarda solo le nuove disposizioni di traffico e la disponibilità alberghiera. Annualmente produciamo dei rapporti sulla sicurezza di
tutti i paesi del mondo perché la protezione dei cittadini americani è la nostra primaria responsabilità, ma questo non è in alcun modo da mettere in relazione con l'America's Cup. Ribadisco dunque la nostra opinione: la grande competizione velica sarà un'ottima opportunità per dimostrare che Napoli è una città internazionale".
Napoli, è innegabile, soffre di mille problemi. Lei ormai ha sufficiente esperienza per valutarli: quale è il più grave?
"Non voglio essere diplomatico (sorride, ndr) ma sincero: davvero io credo che in ogni grande città in qualsiasi parte del mondo ci siano cose che vanno male e altre che funzionano. Quello che ora conta è che i riflettori siano puntati sulle molte cose che vanno: questo è un luogo con un patrimonio storico e artistico che non è secondo a nessuno, ricco di eccellenze nell'università, nella ricerca, in altri campi. E bisogna che si sappia".
Ma se lei avesse la possibilità di decidere sull'eterna questione rifiuti, ad esempio, cosa farebbe?
"Occorre lavorare insieme, tutte le istituzioni unite, come è accaduto per l'America's Cup. Non ho competenza in materia e so che sui rifiuti esistono opinioni molto diverse, resto convinto che con l'unità di intenti la vicenda si risolverà".
Parliamo del Moore-napoletano, quale strada ama di più?
"Via Caracciolo, tra le più belle al mondo. Che lusso incredibile guardare con uno stesso colpo d'occhio il Vesuvio, Castel dell'Ovo, Capri, che devo dire di più?".
Via Caracciolo, la sua preferita. Via le auto per sempre da lì?
"Beh, quando sono tornato a Napoli dopo aver vissuto qui già molti anni fa e ho trovato piazza Plebiscito pedonalizzata ne sono stato felicissimo e credo che l'immagine della città sia molto migliorata grazie a questo...".
Quale via o zona non le piace?
"Non mi piacciono le strade con le buche. E lo dico da appassionato motociclista. Fortuna che sia in città che in regione diverse sono in buono stato e mi consentono di godermi belle passeggiate domenicali sullo sfondo di magnifici paesaggi".
La giornata-tipo del console Moore?
"Difficile tracciare una giornata-tipo perché variano parecchio. Tranne che per i miei 30 minuti di jogging che cerco di fare con regolarità, ogni giorno è diverso dall'altro. Sono presente a molti eventi pubblici perché cerco di partecipare alla vita della città e di testimoniare l'interesse e l'impegno del mio Paese non solo per Napoli, ma anche per il resto del Mezzogiorno che costituisce il mio distretto consolare. Nella vita privata sono spesso in compagnia dei miei tanti amici italiani che ritengo una imperdibile opportunità per approfondire la conoscenza di questo Paese".
Il consolato Usa a Napoli è una istituzione. Descriva l'importanza di questo presidio.
"Innanzitutto è il più antico d'Italia e tra quelli più antichi nel mondo. E poi esiste, e non lo scopro io, una relazione speciale tra il mio Paese e Napoli. Perché questo legame continui e si rafforzi ancora abbiamo tante iniziative culturali e legate all'impegno civico. Ma il consolato è anche riferimento importante per la comunità militare americana che vive qui e per le migliaia di ex emigranti che, rientrati a suo tempo in Italia, percepiscono le loro pensioni dal governo americano".
Avete organizzato qualcosa di particolare per la Coppa America?
"Al consolato abbiamo una visuale privilegiata del campo di regata e sarebbe sciocco non approfittarne. Daremo alcuni ricevimenti informali per i nostri contatti di lavoro più stretti e, in collaborazione con autorità e associazioni locali, vorremmo ospitare sulla nostra terrazza giovani e studenti perché assistano a un evento di così alto profilo".
Console, parlando di Napoli è inevitabile parlare della febbre per il Napoli. Lei che rapporto ha con il "soccer"?
"Guardi, anche volendo, a Napoli non si può evitare il Napoli. I cittadini hanno la loro squadra nel sangue e non esito a dire che qui ho visto i tifosi più appassionati del mondo. Sono andato al San Paolo diverse volte e la cosa che mi ha più colpito resta il coinvolgimento del pubblico. Oh, naturalmente sempre forza Napoli".
Per chi farà il tifo Donald Moore all'America's Cup?
"Naturalmente spero che il team americano Oracle vada alla grande. Sono piuttosto nuovo alle regate veliche (il console va matto per il baseball, e segue anche basket e football Usa, ndr) e quello che mi auguro è di poter seguire una bella competizione. In realtà il mio tifo sarà tutto per la città di Napoli; voglio che il mondo veda quello che io ho visto in oltre un anno e mezzo qui: una realtà di prim'ordine che, grazie alla collocazione geografica e alla sua gente sa ospitare eventi internazionali con uno stile unico. La Coppa America è anche l'opportunità, per tutti i napoletani, di sentirsi orgogliosi della loro città".
g. marino@repubblica. it
Fonte:La Repubblica - Napoli
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