interessante articolo del nostro amico di Gigi Di Fiore in prima pagina su "il Mattino" di Napoli di oggi 10 Marzo 2012
Istituita la data del 17 Marzo : ora Monti scenda sotto la linea gotica
di Gigi Di Fiore
Alla fine, il governo Monti, è riuscito a partorire anche la << Giornata dell'anniversario dell'Unità d'Italia>>. Dove altri hanno fallito tra le polemiche, è riuscito in sordina il governo dei tecnici. Il 17 Marzo, data in cui nel 1861 Vittorio Emanuele II fu nominato per decreto primo re d'Italia ogni anno saranno organizzate iniziative, convegni, dibattiti, confronti. Tutto bene, se si lascerà fuori la porta la retorica e il già detto. Soprattutto al Sud, dove qualche aspirazione a saperne di più su come diventammo una sola nazione ha molto fondamento. A un anno dal fiume di parole e bacchettate sul valore dell'unità, si è assistito alla scomparsa per consunzione del termine Mezzogiorno dalle agende politiche. Lo stesso governo Monti, preso dalla necessità di uniformare strette e tassazioni al nord, come al sud e al centro, non ha mai annunciato programmi di sviluppo per la parte più debole del paese in crisi. Forse, un segnale potrebbe darlo un viaggio ufficiale, anche brevem del capo del governo tecnico a sud di Roma. Lo fecero tanti primi ministri, in momenti difficili : Giuseppe Zanardelli in Basilicata a inizio Novecento; Ferruccio Parri a Napoli nell'immediato dopoguerra. Vedere Monti nelle regioni meridionali, sentirlo parlare di unità e di storia risorgimentale in questo momento potrebbe essere importante. Sarebbe un segnale : tutte le rinascite partono da valori condivisi e sembra davvero fuori luogo, in un momento in cui si fa fatica a mettere insieme politiche anti-crisi in Europa, qulsiasi ipotesi secessionista. Nei dibattiti, sarebbe ormai miope non parlare di brigantaggio o di divari economici provocati da un'unificazione che 151 anni fa privilegiò lo sviluppo del nord. Anche i modi diversi in cui avvenne la liberazione tra il 1943 e il 1945 nelle due parti d'Italia in quegli anni di nuovo divisa, furono causa di squilibri. E' la nostra storia a raccontarlo : le Am-lire alimentarono più inflazione sotto Roma; le industrie meridionali furono distrutte al 65 per cento dalle bombe mentre quelle del nord rimasero intatte. Chi avrà il coraggio di organizzare dibattiti equilibrati, affrontare argomenti tabù senza urlare? Sempre che una settimana di tempo sia sufficiente. Basta discutere e analizzare, senza timore di poter mettere in forse il valore dell'unità. Solo conoscendo i diversimodi in cui siamo diventati nazione, si possono ritrovare le ragioni dello stare insieme al nord e al sud. Ma è a Roma che si dovrebbe pensare, anche per il futuro, a come rivitalizzare un'identità italiana comune, rileggendo la storia, raccontando i fatti senza chiudersi gli occhi, riconoscere il valore e l'importanza che il Mezzogiorno ha avuto per lo sviluppo del Paese 151 anni fa come nella ricostruzione del dopoguerra. Sarebbe un piccolo risarcimento storico, sul piano politico-culturale. Servirebbe a unire. E non sarebbe male se l'esempio partisse proprio da Monti.
Gigi Di Fiore
interessante articolo del nostro amico di Gigi Di Fiore in prima pagina su "il Mattino" di Napoli di oggi 10 Marzo 2012
Istituita la data del 17 Marzo : ora Monti scenda sotto la linea gotica
di Gigi Di Fiore
Alla fine, il governo Monti, è riuscito a partorire anche la << Giornata dell'anniversario dell'Unità d'Italia>>. Dove altri hanno fallito tra le polemiche, è riuscito in sordina il governo dei tecnici. Il 17 Marzo, data in cui nel 1861 Vittorio Emanuele II fu nominato per decreto primo re d'Italia ogni anno saranno organizzate iniziative, convegni, dibattiti, confronti. Tutto bene, se si lascerà fuori la porta la retorica e il già detto. Soprattutto al Sud, dove qualche aspirazione a saperne di più su come diventammo una sola nazione ha molto fondamento. A un anno dal fiume di parole e bacchettate sul valore dell'unità, si è assistito alla scomparsa per consunzione del termine Mezzogiorno dalle agende politiche. Lo stesso governo Monti, preso dalla necessità di uniformare strette e tassazioni al nord, come al sud e al centro, non ha mai annunciato programmi di sviluppo per la parte più debole del paese in crisi. Forse, un segnale potrebbe darlo un viaggio ufficiale, anche brevem del capo del governo tecnico a sud di Roma. Lo fecero tanti primi ministri, in momenti difficili : Giuseppe Zanardelli in Basilicata a inizio Novecento; Ferruccio Parri a Napoli nell'immediato dopoguerra. Vedere Monti nelle regioni meridionali, sentirlo parlare di unità e di storia risorgimentale in questo momento potrebbe essere importante. Sarebbe un segnale : tutte le rinascite partono da valori condivisi e sembra davvero fuori luogo, in un momento in cui si fa fatica a mettere insieme politiche anti-crisi in Europa, qulsiasi ipotesi secessionista. Nei dibattiti, sarebbe ormai miope non parlare di brigantaggio o di divari economici provocati da un'unificazione che 151 anni fa privilegiò lo sviluppo del nord. Anche i modi diversi in cui avvenne la liberazione tra il 1943 e il 1945 nelle due parti d'Italia in quegli anni di nuovo divisa, furono causa di squilibri. E' la nostra storia a raccontarlo : le Am-lire alimentarono più inflazione sotto Roma; le industrie meridionali furono distrutte al 65 per cento dalle bombe mentre quelle del nord rimasero intatte. Chi avrà il coraggio di organizzare dibattiti equilibrati, affrontare argomenti tabù senza urlare? Sempre che una settimana di tempo sia sufficiente. Basta discutere e analizzare, senza timore di poter mettere in forse il valore dell'unità. Solo conoscendo i diversimodi in cui siamo diventati nazione, si possono ritrovare le ragioni dello stare insieme al nord e al sud. Ma è a Roma che si dovrebbe pensare, anche per il futuro, a come rivitalizzare un'identità italiana comune, rileggendo la storia, raccontando i fatti senza chiudersi gli occhi, riconoscere il valore e l'importanza che il Mezzogiorno ha avuto per lo sviluppo del Paese 151 anni fa come nella ricostruzione del dopoguerra. Sarebbe un piccolo risarcimento storico, sul piano politico-culturale. Servirebbe a unire. E non sarebbe male se l'esempio partisse proprio da Monti.
Gigi Di Fiore
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