Le relazione del Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, l'imbarazzo di Giorgio Napolitano nella conferenza stampa congiunta col Capo di Stato tedesco, la necessità di fare qualcosa per combattere la corruzione.Il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino inaugura l'anno giudiziario della magistratura contabile puntando il dito contro “l'illegalità, la corruzione e il malaffare” che funestano il nostro Paese. Nella sua relazione, Giampaolino ha constatato come tali fenomeni siano “ancora notevolmente presenti nel Paese” ed abbiano “dimensioni di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”.
Agire sulla piaga dell'evasione fiscale- Giampaolino ha sottolineato l'importanza di una mappatura efficace dei fenomeni di corruzione, al fine di portare a termine “una ricognizione degli episodi più ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, perché inefficace, inefficiente, diseconomica”. Il Presidente della magistratura punta il dito contro tutti quei comportamenti che cagionano danni alle finanze pubbliche: corruzione nelle attività del settore sanitario, smaltimento dei rifiuti, uso improprio di prodotti finanziari derivati, errori nella gestione del servizio di riscossione dei tributi e via di questo passo. Gli sforzi del Belpaese, però, dovranno concentrarsi anche sulla piaga dell'evasione fiscale. A tal proposito, Giampaolino fa sapere che delle analisi condotte solamente sull'Iva hanno evidenziato per l'Italia un tax gap superiore al 36%, il più alto tra i Paesi europei se si esclude la Spagna (39%). Altro punto importante della relazione del magistrato riguarda la scarsa attenzione “alle misure e alle valutazioni ex post circa l'impatto che le politiche pubbliche esercitano sulla dinamica delle entrate e delle spese”. Se infatti c'è grande attenzione alle previsioni e alle stime degli effetti attesi dai provvedimenti, non può dirsi lo stesso per gli effetti realmente prodotti. Bisogna quindi sforzarsi di produrre strumenti che consentano di verificare a posteriori la bontà della spesa sostenuta per un determinato provvedimento, cosa che oggi non è quasi mai riscontrabile.
L'imbarazzo di Napolitano davanti al collega tedesco- Che il problema della corruzione rappresenti una grossa falla del nostro sistema Paese lo ha ammesso anche Giorgio Napolitano. In una conferenza congiunta con Christian Wulff, capo di Stato della Germania, un giornalista tedesco aveva chiesto ai due: “Uno dei maggiori intralci alla crescita è proprio la corruzione. Cosa intendete fare per combattere la corruzione nei vostri paesi?”. La risposta di Wulff, come riporta il sito byoblu.it è stata fiera e decisa: “La Germania è tra i paesi che hanno un'ottima reputazione a livello internazionale quanto al livello di corruzione. Da noi le autorizzazioni e le licenze vengono date molto celermente, senza dover corrompere nessuno”. Visibilmente imbarazzato, invece, Giorgio Napolitano, che si è limitato a parlare di “una questione di costume” e a richiamare la necessità di un impegno legislativo, politico e culturale.
continua su: http://www.fanpage.it/illegalita-corruzione-e-malaffare-avvolgono-l-italia/#ixzz1mcXsEpuk
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Le relazione del Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, l'imbarazzo di Giorgio Napolitano nella conferenza stampa congiunta col Capo di Stato tedesco, la necessità di fare qualcosa per combattere la corruzione.Il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino inaugura l'anno giudiziario della magistratura contabile puntando il dito contro “l'illegalità, la corruzione e il malaffare” che funestano il nostro Paese. Nella sua relazione, Giampaolino ha constatato come tali fenomeni siano “ancora notevolmente presenti nel Paese” ed abbiano “dimensioni di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”.
Agire sulla piaga dell'evasione fiscale- Giampaolino ha sottolineato l'importanza di una mappatura efficace dei fenomeni di corruzione, al fine di portare a termine “una ricognizione degli episodi più ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, perché inefficace, inefficiente, diseconomica”. Il Presidente della magistratura punta il dito contro tutti quei comportamenti che cagionano danni alle finanze pubbliche: corruzione nelle attività del settore sanitario, smaltimento dei rifiuti, uso improprio di prodotti finanziari derivati, errori nella gestione del servizio di riscossione dei tributi e via di questo passo. Gli sforzi del Belpaese, però, dovranno concentrarsi anche sulla piaga dell'evasione fiscale. A tal proposito, Giampaolino fa sapere che delle analisi condotte solamente sull'Iva hanno evidenziato per l'Italia un tax gap superiore al 36%, il più alto tra i Paesi europei se si esclude la Spagna (39%). Altro punto importante della relazione del magistrato riguarda la scarsa attenzione “alle misure e alle valutazioni ex post circa l'impatto che le politiche pubbliche esercitano sulla dinamica delle entrate e delle spese”. Se infatti c'è grande attenzione alle previsioni e alle stime degli effetti attesi dai provvedimenti, non può dirsi lo stesso per gli effetti realmente prodotti. Bisogna quindi sforzarsi di produrre strumenti che consentano di verificare a posteriori la bontà della spesa sostenuta per un determinato provvedimento, cosa che oggi non è quasi mai riscontrabile.
L'imbarazzo di Napolitano davanti al collega tedesco- Che il problema della corruzione rappresenti una grossa falla del nostro sistema Paese lo ha ammesso anche Giorgio Napolitano. In una conferenza congiunta con Christian Wulff, capo di Stato della Germania, un giornalista tedesco aveva chiesto ai due: “Uno dei maggiori intralci alla crescita è proprio la corruzione. Cosa intendete fare per combattere la corruzione nei vostri paesi?”. La risposta di Wulff, come riporta il sito byoblu.it è stata fiera e decisa: “La Germania è tra i paesi che hanno un'ottima reputazione a livello internazionale quanto al livello di corruzione. Da noi le autorizzazioni e le licenze vengono date molto celermente, senza dover corrompere nessuno”. Visibilmente imbarazzato, invece, Giorgio Napolitano, che si è limitato a parlare di “una questione di costume” e a richiamare la necessità di un impegno legislativo, politico e culturale.
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