Il bando per gli edifici di servizio: preferiti i materiali che provengano da non oltre 350 chilometri da Milano
di Francesco Benucci (Il Sole 24 Ore, 23 Febbraio 2012)
La si può considerare come una legittima voglia di tutela dell'ambiente, come d'altra parte impone il tema Expo 2015 di Milano ("Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita"). O come una sorta di protezionismo pro imprese padane in chiave ecologista.
Di fatto il concorso di idee internazionale perla realizzazione delle architetture di servizio del sito che ospiterà l'esposizione universale tra poco più di 1160 giorni rischia di diventare l'ennesimo pretesto di scontro Nord-Sud. Con probabili strascichi politico-legali.
La procedura di cui è responsabile unico il bolognese Carlo Chiesa (ingegnere voluto dall'ex sindaco Letizia Moratti) è stata lanciata a dicembre quando la potestà politica del grande evento era già sotto la regia dei due commissari Giuliano Pisapia e Roberto Formigoni. Il concorso punta a coinvolgere progettisti da tutto il mondo per l'ideazione del «sistema di edifici - recita il sito ufficiale - (13 edifici di grandi dimensioni e dodici di media dimensione, ndr) che raccolgono le funzioni di servizio: ristorazione, spazi commerciali, servizi ai visitatori, servizi ai partecipanti, sicurezza, logistica, magazzini, locali tecnici per una superficie di 66.978 mq un costo di circa 63 milioni». È in scadenza domani 24 febbraio.
Il 9 aprile è prevista la comunicazione della graduatoria provvisoria dei progettisti cui saranno assegnati 5 premi: il primo di 90mila euro, gli altri da 14mila.
Ma scorrendo il disciplinare di procedura, alla pagina 8 - punto 4.1 - si scopre che sarà assegnata una cospicua dote di punti (tra le più alte previste da tutti gli ambiti posti come elementi valutativi) al concorrente che proporrà soluzioni costruttive che adottino «materiale a basso impatto ambientale...e con provenienza geografica entro i 350 km dal sito dell'Expo di Milano 2015». Ergo, Padania piena o poco più. In pratica, i successivi bandi perla realizzazione degli edifici progettati da architetti e ingegneri di tutto il mondo potranno essere anche aggiudicati a ditte di Caltanissetta, Napoli o Stoccolma: ma queste dovranno acquistare materiali da ditte lombarde.
Il che, essendo in ballo una considerevole dote di fondi pubblici, può apparire come un aggiramento delle norme europee sulla concorrenza. Non è un caso che l'assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, Marco Esposito, e il sindaco di Bari, Michele Emiliano, hanno preparato un ricorso alla Commissione europea per la violazione delle leggi sulla concorrenza. Intanto, si stanno mobilitando numerose associazioni imprenditoriali del Mezzogiorno.
Fonte internet: Marco Esposito
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