I sindaci di Molfetta e Afragola potranno mantenere l’incarico
Cariche compatibili: i lumbard insieme al Pdl. Pd e Idv lasciano
l'aula: hanno gettato la maschera
GRAZIA LONGO
ROMA
Altro che guerra ai privilegi della casta, ancor più se da «Roma ladrona» in giù. La Lega nord non solo si ricompatta con il Pdl, ma salva pure la poltrona a due sindaci meridionali. Quella dei senatori Marco Azzolini e Vincenzo Nespoli, rispettivamente primi cittadini del centro-destra a Molfetta e Afragola.
Lega e Pdl, avversari in Aula sulla manovra finanziaria, si sono nuovamente alleati nella Giunta per le elezioni del Senato pur di difendere il cumulo degli incarichi e hanno votato contro l’incompatibilità tra la carica di senatore e quella di sindaco di Comuni con più di 20 mila abitanti, stabilita invece dalla Corte costituzionale ad ottobre.
E al di là del dietrofront che suona anche come uno schiaffo istituzionale nei confronti della Consulta -, il Carroccio brilla per atteggiamento quanto meno contraddittorio. Il 14 dicembre la Giunta per le elezioni della Camera aveva infatti deciso l’incompatibilità tra la fascia tricolore ed il seggio a Montecitorio. Tant’è che ieri, mentre al Senato il Carroccio sosteneva la tesi della compatibilità, alla Camera approvava le dimissioni del deputato leghista Luciano Dussin, che ha preferito mantenere solo l’incarico di sindaco di Castelfranco Veneto. Anche in questo caso, peraltro, la lotta ai vantaggi della classe politica è solo propaganda poiché, se non si fosse dimesso subito, Dussin avrebbe dovuto attendere sette anni per il vitalizio. Al Senato, intanto, il voto compatto dei fedelissimi di Berlusconi e Bossi ha scatenato la reazione indignata dell’opposizione. Pd e Idv hanno abbandonato l’aula, compreso il presidente della Giunta, Marco Follini che ha indetto il voto ma è poi uscito. «La vecchia maggioranza Pdl-Lega ha preso una decisione da ancien régime - stigmatizza Follini -. Mi sorprende, inoltre, vedere la Lega attestata come un sol uomo a difesa della trincea dei sindaci di Afragola e Molfetta».
Felice Casson, vicepresidente del gruppo Pd al Senato e componente della Giunta rincara la dose: «Siamo di fronte a una decisione vergognosa che ci fa tornare ai tempi di Berlusconi. Esigenze di trasparenza, correttezza e funzionalità delle cariche pubbliche imponevano alla Giunta di ribadire quanto sancito dalla Corte costituzionale. Così non è stato». E sulla Lega aggiunge: «Alla Camera sostiene una tesi e al Senato un’altra, nei territori attacca la politica e in Senato difende le poltrone dei sindaci di Molfetta e Afragola»
Anche Francesco Sanna critica «la pervicacia dei colleghi di Lega e Pdl: ora abbiamo un diverso orientamento di Camera e Senato. Sarà possibile essere sindaco-senatore, ma non sindaco-deputato. Una cosa assurda». Sul significato politico della posizione della Lega interviene Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato: «Ha svelato in tre mosse il suo inaccettabile doppio gioco, del tutto demagogico, di Lega di lotta e di governo. Alla Camera, con analoga iniziativa, il Carroccio si è espresso, insieme alla vecchia maggioranza, per il rinvio del giudizio su Cosentino. Un modo come un altro per massimizzare il profitto: tenersi stretti i vecchi alleati di governo, ma tornare Lega di lotta e opposizione sul territorio. Un comportamento irresponsabile che gli elettori sapranno giudicare con saggezza».
La sentenza della Consulta superata ieri dalla Giunta del Senato varrà solo dalla prossima legislatura o per quei casi che si verificheranno da oggi in poi, ovvero nel caso in cui un senatore dovesse essere eletto sindaco alle prossime amministrative.
Fonte: La Stampa
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I sindaci di Molfetta e Afragola potranno mantenere l’incarico
Cariche compatibili: i lumbard insieme al Pdl. Pd e Idv lasciano
l'aula: hanno gettato la maschera
GRAZIA LONGO
ROMA
Altro che guerra ai privilegi della casta, ancor più se da «Roma ladrona» in giù. La Lega nord non solo si ricompatta con il Pdl, ma salva pure la poltrona a due sindaci meridionali. Quella dei senatori Marco Azzolini e Vincenzo Nespoli, rispettivamente primi cittadini del centro-destra a Molfetta e Afragola.
Lega e Pdl, avversari in Aula sulla manovra finanziaria, si sono nuovamente alleati nella Giunta per le elezioni del Senato pur di difendere il cumulo degli incarichi e hanno votato contro l’incompatibilità tra la carica di senatore e quella di sindaco di Comuni con più di 20 mila abitanti, stabilita invece dalla Corte costituzionale ad ottobre.
E al di là del dietrofront che suona anche come uno schiaffo istituzionale nei confronti della Consulta -, il Carroccio brilla per atteggiamento quanto meno contraddittorio. Il 14 dicembre la Giunta per le elezioni della Camera aveva infatti deciso l’incompatibilità tra la fascia tricolore ed il seggio a Montecitorio. Tant’è che ieri, mentre al Senato il Carroccio sosteneva la tesi della compatibilità, alla Camera approvava le dimissioni del deputato leghista Luciano Dussin, che ha preferito mantenere solo l’incarico di sindaco di Castelfranco Veneto. Anche in questo caso, peraltro, la lotta ai vantaggi della classe politica è solo propaganda poiché, se non si fosse dimesso subito, Dussin avrebbe dovuto attendere sette anni per il vitalizio. Al Senato, intanto, il voto compatto dei fedelissimi di Berlusconi e Bossi ha scatenato la reazione indignata dell’opposizione. Pd e Idv hanno abbandonato l’aula, compreso il presidente della Giunta, Marco Follini che ha indetto il voto ma è poi uscito. «La vecchia maggioranza Pdl-Lega ha preso una decisione da ancien régime - stigmatizza Follini -. Mi sorprende, inoltre, vedere la Lega attestata come un sol uomo a difesa della trincea dei sindaci di Afragola e Molfetta».
Felice Casson, vicepresidente del gruppo Pd al Senato e componente della Giunta rincara la dose: «Siamo di fronte a una decisione vergognosa che ci fa tornare ai tempi di Berlusconi. Esigenze di trasparenza, correttezza e funzionalità delle cariche pubbliche imponevano alla Giunta di ribadire quanto sancito dalla Corte costituzionale. Così non è stato». E sulla Lega aggiunge: «Alla Camera sostiene una tesi e al Senato un’altra, nei territori attacca la politica e in Senato difende le poltrone dei sindaci di Molfetta e Afragola»
Anche Francesco Sanna critica «la pervicacia dei colleghi di Lega e Pdl: ora abbiamo un diverso orientamento di Camera e Senato. Sarà possibile essere sindaco-senatore, ma non sindaco-deputato. Una cosa assurda». Sul significato politico della posizione della Lega interviene Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato: «Ha svelato in tre mosse il suo inaccettabile doppio gioco, del tutto demagogico, di Lega di lotta e di governo. Alla Camera, con analoga iniziativa, il Carroccio si è espresso, insieme alla vecchia maggioranza, per il rinvio del giudizio su Cosentino. Un modo come un altro per massimizzare il profitto: tenersi stretti i vecchi alleati di governo, ma tornare Lega di lotta e opposizione sul territorio. Un comportamento irresponsabile che gli elettori sapranno giudicare con saggezza».
La sentenza della Consulta superata ieri dalla Giunta del Senato varrà solo dalla prossima legislatura o per quei casi che si verificheranno da oggi in poi, ovvero nel caso in cui un senatore dovesse essere eletto sindaco alle prossime amministrative.
Fonte: La Stampa
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