“Terroni” (Piemme) racconta tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud fossero saccheggiati, impoveriti e quindi discriminati
Dopo lunghe e appassionanti ricerche, il giornalista-scrittore pugliese Pino Aprile ha esposto nel proprio libro Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero “meridionali” (Piemme, pp. 306, € 17,50) quello che si è sempre taciuto nei libri di storia: il Risorgimento dalla parte dei vinti. In seguito allo straordinario successo, nel 2011 la pubblicazione è stata tradotta in lingua inglese, quindi destinata a sbarcare oltre oceano.
Per capire lo stato di salute economica degli stati preunitari, lo scrittore prende come riferimento le analisi fornite dallo statista Francesco Saverio Nitti, nelle quali si evidenzia la maggiore ricchezza e cultura industriale del Sud, a sfavore del Nord, indebitato con la Francia e sull’orlo della bancarotta. Il saggista dimostra inoltre che dal Sud nessuno emigrava per lavoro, semmai il contrario, e che la delinquenza era presente, ma rimaneva sotto controllo e non organizzata.
Le stragi che hanno macchiato il Risorgimento nel Sud sono state diverse. Ma lo scrittore si sofferma su quelle più efferate, come quelle di Pontelandolfo, di Casalduni, di Bronte, del bombardamento di Gaeta. Per spiegare come sia nata una resistenza contro l’invasore piemontese durata più di dieci anni, che la storia dei vincitori definirà “Il brigantaggio”, Aprile riferisce di come i sabaudi compirono stragi, eccidi e saccheggi, peggiori di ciò che commisero i nazisti a Marzabotto o alle Fosse Ardeatine.
Dal passato glorioso alla questione meridionale. Conclusa la parentesi risorgimentale, il Meridione si trova di fronte a una realtà molto deludente, scopre che la nuova situazione sia peggiorata. Le scuole vengono chiuse per circa 15 anni, le industrie vengono smantellate o trasferite al Nord, vengono quintuplicate le tasse. Con l’educazione alla minorità, inizia la questione meridionale e la nascita metastatica delle mafie.
Tra Gramsci e Salvemini, l’autore racconta, con dati e testimonianze, di come in modo graduale e metodico, il Mezzogiorno d’Italia sia stato svuotato delle sue potenzialità e delle sue risorse, per passare da terza potenza dell’epoca a essere oggi fanalino di coda in Europa. Ma, grazie alla riscoperta di un passato tanto glorioso, Aprile offre al lettore una prospettiva di riscatto del Mezzogiorno, perciò ne consigliamo la lettura a ogni meridionale.
Altri articoli già pubblicati su LucidaMente si sono occupati del libro di Pino Aprile e delle tematiche ivi affrontate: Giuseppe Licandro, Ripensando il Risorgimento, in LucidaMente, anno I, n. 12, dicembre 2006; Mariella Arcudi, Perché i meridionali divennero “Terroni”, in LM MAGAZINE n. 15, 15 marzo 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 63, marzo 2011; Antonio Nicoletta, Quando il Sud era più ricco del Nord, in LM MAGAZINE n. 15, 15 marzo 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 63, marzo 2011; Giuseppe Licandro, La strage rimossa del 14 agosto 1861, in LM MAGAZINE n. 15, 15 marzo 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 63, marzo 2011; Rino Tripodi, L’Unità? Uno specchio dell’Italia di ieri e di oggi, in LM MAGAZINE n. 15, 15 marzo 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 63, marzo 2011; Francesco Fravolini, Brigantaggio ed emigrazione secondo Eugenio Bennato, in LM EXTRA n. 26, 15 novembre 2011, supplemento aLucidaMente, anno VI, n. 71, novembre 2011.
Fabrizio Bensai
Fonte:(LucidaMente, anno VI, n. 72, dicembre 2011)
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