Una ponderata lettera di Ivan Esposito, del Direttivo napoletano del Partito del Sud, indirizzata al dott. Giannini (Vice Direttore di "la Repubblica") :Egr. dott. Giannini (vice direttore La Repubblica, giornale progressista) Ho ascoltato e riascoltato la "Fotografia" di Francesco Merlo dedicata ai disastri di Genova e Messina, pubblicata dal suo giornale, per ironia della sorte, proprio nell'anniversario del terremoto dell'Irpinia. L'ho ascoltata più volte, volendo credere fino all'ultimo che il passo riportato su alcuni profili Facebook fosse un'estrapolazione fuorviante. Non era così. Ora, è legittimo che Merlo abbia la sua opinione. E non posso certo chiederle di redarguirlo, rivolgendomi a lei come ci si poteva rivolgere ad una maestra d'altri tempi per un allievo discolo.
Le chiedo solo se il diritto di pensiero e di espressione non porti con sé alcuni corollari, come il dovere di dire la verità e il dovere di separare i fatti dalle opinioni. Nello specifico: si può affermare che tutte le persone perbene ritengono il Sud mafioso etc? A quale sondaggio credibile ed universale si sta riferendo Merlo? Oppure: si può affermare che i recenti disastri del Veneto e di Genova non siano ascrivibili al dissesto idrogeologico che accomuna l'intero Paese?Merlo si stacca dalla notizia e si avventura in una improbabile dimensione antropologica del Sud, senza nemmeno doversi impegnare a cercare fondamenti nell'oggettività della forma dei nostri cranei: in questo non si può certo dire che 150 anni siano passati invano: si possono sparare certezze assolute con frammenti digitali di verità, non occorrono più voluminosi saggi. Ma, le chiedo, queste certezze da osteria, questa plumbea superficialità di analisi in cosa vi differenziano dal berlusconismo e dal leghismo che avete tanto combattuto? Siete meno rozzi? Meno superficiali? Certo l'articolo è di Merlo, e lei non è la sua balia. Ma questo l'autorizza a crederlo il nipote di Lombroso?
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Una ponderata lettera di Ivan Esposito, del Direttivo napoletano del Partito del Sud, indirizzata al dott. Giannini (Vice Direttore di "la Repubblica") :Egr. dott. Giannini (vice direttore La Repubblica, giornale progressista) Ho ascoltato e riascoltato la "Fotografia" di Francesco Merlo dedicata ai disastri di Genova e Messina, pubblicata dal suo giornale, per ironia della sorte, proprio nell'anniversario del terremoto dell'Irpinia. L'ho ascoltata più volte, volendo credere fino all'ultimo che il passo riportato su alcuni profili Facebook fosse un'estrapolazione fuorviante. Non era così. Ora, è legittimo che Merlo abbia la sua opinione. E non posso certo chiederle di redarguirlo, rivolgendomi a lei come ci si poteva rivolgere ad una maestra d'altri tempi per un allievo discolo.
Le chiedo solo se il diritto di pensiero e di espressione non porti con sé alcuni corollari, come il dovere di dire la verità e il dovere di separare i fatti dalle opinioni. Nello specifico: si può affermare che tutte le persone perbene ritengono il Sud mafioso etc? A quale sondaggio credibile ed universale si sta riferendo Merlo? Oppure: si può affermare che i recenti disastri del Veneto e di Genova non siano ascrivibili al dissesto idrogeologico che accomuna l'intero Paese?Merlo si stacca dalla notizia e si avventura in una improbabile dimensione antropologica del Sud, senza nemmeno doversi impegnare a cercare fondamenti nell'oggettività della forma dei nostri cranei: in questo non si può certo dire che 150 anni siano passati invano: si possono sparare certezze assolute con frammenti digitali di verità, non occorrono più voluminosi saggi. Ma, le chiedo, queste certezze da osteria, questa plumbea superficialità di analisi in cosa vi differenziano dal berlusconismo e dal leghismo che avete tanto combattuto? Siete meno rozzi? Meno superficiali? Certo l'articolo è di Merlo, e lei non è la sua balia. Ma questo l'autorizza a crederlo il nipote di Lombroso?
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