Il Corriere della Sera del 26 aprile scorso pubblicava un compendioso articolo di Enrico Marro sulla disastrosa situazione delle “Baby pensioni”, ancor più accentuata dal vergognoso fenomeno delle pensioni privilegiate o d’annata, di cui si parla in un'intera sezione di questo sito.
Per capirci qualcosa di più, ho messo in tabella i numeri pubblicati dal Corsera che connotano l’iniquità della situazione venuta a crearsi.
Infatti, a sorprendere non è tanto l’esistenza (residuale) di baby pensionati, che per altro diverse categorie di lavoratori “producono” in ogni paese, vedi docenti, militari, poliziotti eccetera.
Chi l’avrebbe mai detto che in Friuli Venezia Giulia, come in Liguria ed in Trentino, un abitante su settanta è un baby pensionato da un ventennio ormai, mentre in Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia ve ne è uno ogni 90-100?
E come farsi una ragione dei 5 miliardi e mezzo di Euro che da quasi due decenni prendono la via del Settentrione e dei suoi “fortunati”, mentre al Sud si sopravvive ancora con la pensione della nonna?
FONTE
2 commenti:
E' vero che ci sono territori che hanno avuto differenti trattamenti. Non so i numeri ufficiali, ma per me in provincia di Venezia la percentuale non è di 1 ogni 90-100 abitanti, ma molto più elevata: negli anni 80-90 sono stati mandati in prepensionamento migliaia di operai che hanno lavorato negli stabilimenti a Marghera nel periodo in cui non veniva fatta l'adeguata attenzione alla salute dei lavoratori. In provincia di Venezia, oltre a questo probabile record di baby pensionati, abbiamo di certo invece uno dei record italiani di incidenza del tumore ai polmoni: volete far cambio?
http://partitodelsud.blogspot.com/2012/02/tumori-la-campania-supera-il-nord.html
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