Gigi Di Fiore, giornalista e storico, tra i migliori d'Italia ha sentito il dovere di mandare un messaggio al Partito del Sud durante il suo terzo congresso tenutosi a Napoli l'8 e il 9 di ottobre. Un messaggio d'amore per il Partito che oggi, più di ogni altra formazione politica rappresenta le istanze del Sud. Ringraziamo Gigi Di Fiore per la sua opera storica prodotta in questi anni e, grazie alla quale, i meridionali,oggi, sono più ricchi culturalmente.Il messaggio è stato letto alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
Antonio Ciano
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Cari amici,
Avrei voluto essere oggi tra voi, darvi un saluto nella mia città. Purtroppo, impegni improvvisi non me l'hanno consentito. Ci tengo, però, a lasciarvi una traccia della mia presenza, almeno virtuale, attraverso Natale Cuccurese. Seguo da tempo con simpatia la vostra attività, ne ho anche scritto qualche volta sul Mattino, giornale per cui lavoro. Mi ha sempre attratto l'impegno di chi non si abbatte nonostante la sua sembri una battaglia contro i mulini a vento. In questa città, nonostante pochi lo sappiano o lo riconoscano, attraverso una coraggiosa operazione politica la giunta De Magistris ha avuto l'appoggio culturale del Partito del sud. Leggo quotidiani inserimenti delle iniziative, dichiarazioni, polemiche del sindaco e dei suoi assessori sui siti e i blog del vostro Partito. A volte, in quelle dichiarazioni e interventi mi piacerebbe anche trovare qualche riferimento ai temi dell'identità e della storia del nostro Mezzogiorno che, a causa di altre e più pressanti emergenze amministrative, la giunta e il sindaco De Magistris hanno finora trascurato. Ma il vostro pungolo, la vostra azione continua, il vostro entusiasmo potranno fare molto anche nel sollecitare iniziative su questo tema fondamentale per qualsiasi collaborazione della gente con l'attuale amministrazione napoletana.
Gaeta e la sua giunta sono un esempio, l'eco delle manifestazioni organizzate quest'anno in quella cittadina per i 150 anni di unità è ancora vivo. E lì il Partito del sud ha avuto i suoi rappresentanti, i suoi pionieri, in quell'organizzazione. Come Antonio Ciano, che conosco da anni.
Sì, vi guardo con simpatia. Da terrone che da quasi 25 anni si è appassionato a ricostruire, studiare e raccontare la nostra vera storia. Credo nell'identità e nella radici, non credo però nelle divisioni e fratture interne al nostro Paese. Sono convinto che la nostra prima battaglia sia quella di superare le divisioni con le altre regioni d'Italia, rivendicando la nostra identità attraverso la diffusione della nostra storia e delle nostre capacità, ma anche facendo uno sforzo di conoscnza reciproca. E' tempo di riprendersi la nostra immagine, macchiata per tanto tempo da interessi, speculazioni e amnesie politiche. Su questo, voi potete tanto in sintonia con tutti coloro che hanno a cuore un Sud integrato e armonizzato con il resto del Paese. Un Sud accettato e non ridicolizzato a macchietta e luoghi comuni. Ma occorre l'impegno di tutti: basta piagnistei, basta solo urlare. C'è un tempo per gridare sui tetti, ma anche uno per la riflessione. C'è da rimboccarsi le maniche. Su questo, i pungoli culturali sono necessari. Poi, ognuno per le sue competenze, si deve passare alla costruzione. Credo che anche per questo vi siete riuniti oggi qui per la terza volta. Immagino che su questi temi e sulle prospettive del vostro Partito vi confronterete. Io avrei ascoltato volentieri le vostre idee e proposte, che hanno bisogno di guardare avanti.
Gli italiani del nord e quelli del sud non si conoscono. Noi per primi dobbiamo contribuire a colmare questo vuoto. Per questo, anche l'impegno politico del Partito del sud può fare tanto. Io vi guardo e vi leggo sempre con rinnovato interesse. Il mio resta un impegno culturale di verità sul quale continuerò a lavorare con entusiasmo. Spero che da questo vostro terzo congresso nascano proposte, iniziative vivaci. Il rischio è che, passato quest'anno, si parli di meno di identità meridionale. Anche a voi sta la responsabilità che ciò non accada.
Auguri, amici. E a presto
Gigi Di Fiore
Napoli, 8 ottobre 2011
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Gigi Di Fiore, giornalista e storico, tra i migliori d'Italia ha sentito il dovere di mandare un messaggio al Partito del Sud durante il suo terzo congresso tenutosi a Napoli l'8 e il 9 di ottobre. Un messaggio d'amore per il Partito che oggi, più di ogni altra formazione politica rappresenta le istanze del Sud. Ringraziamo Gigi Di Fiore per la sua opera storica prodotta in questi anni e, grazie alla quale, i meridionali,oggi, sono più ricchi culturalmente.Il messaggio è stato letto alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
Antonio Ciano
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Cari amici,
Avrei voluto essere oggi tra voi, darvi un saluto nella mia città. Purtroppo, impegni improvvisi non me l'hanno consentito. Ci tengo, però, a lasciarvi una traccia della mia presenza, almeno virtuale, attraverso Natale Cuccurese. Seguo da tempo con simpatia la vostra attività, ne ho anche scritto qualche volta sul Mattino, giornale per cui lavoro. Mi ha sempre attratto l'impegno di chi non si abbatte nonostante la sua sembri una battaglia contro i mulini a vento. In questa città, nonostante pochi lo sappiano o lo riconoscano, attraverso una coraggiosa operazione politica la giunta De Magistris ha avuto l'appoggio culturale del Partito del sud. Leggo quotidiani inserimenti delle iniziative, dichiarazioni, polemiche del sindaco e dei suoi assessori sui siti e i blog del vostro Partito. A volte, in quelle dichiarazioni e interventi mi piacerebbe anche trovare qualche riferimento ai temi dell'identità e della storia del nostro Mezzogiorno che, a causa di altre e più pressanti emergenze amministrative, la giunta e il sindaco De Magistris hanno finora trascurato. Ma il vostro pungolo, la vostra azione continua, il vostro entusiasmo potranno fare molto anche nel sollecitare iniziative su questo tema fondamentale per qualsiasi collaborazione della gente con l'attuale amministrazione napoletana.
Gaeta e la sua giunta sono un esempio, l'eco delle manifestazioni organizzate quest'anno in quella cittadina per i 150 anni di unità è ancora vivo. E lì il Partito del sud ha avuto i suoi rappresentanti, i suoi pionieri, in quell'organizzazione. Come Antonio Ciano, che conosco da anni.
Sì, vi guardo con simpatia. Da terrone che da quasi 25 anni si è appassionato a ricostruire, studiare e raccontare la nostra vera storia. Credo nell'identità e nella radici, non credo però nelle divisioni e fratture interne al nostro Paese. Sono convinto che la nostra prima battaglia sia quella di superare le divisioni con le altre regioni d'Italia, rivendicando la nostra identità attraverso la diffusione della nostra storia e delle nostre capacità, ma anche facendo uno sforzo di conoscnza reciproca. E' tempo di riprendersi la nostra immagine, macchiata per tanto tempo da interessi, speculazioni e amnesie politiche. Su questo, voi potete tanto in sintonia con tutti coloro che hanno a cuore un Sud integrato e armonizzato con il resto del Paese. Un Sud accettato e non ridicolizzato a macchietta e luoghi comuni. Ma occorre l'impegno di tutti: basta piagnistei, basta solo urlare. C'è un tempo per gridare sui tetti, ma anche uno per la riflessione. C'è da rimboccarsi le maniche. Su questo, i pungoli culturali sono necessari. Poi, ognuno per le sue competenze, si deve passare alla costruzione. Credo che anche per questo vi siete riuniti oggi qui per la terza volta. Immagino che su questi temi e sulle prospettive del vostro Partito vi confronterete. Io avrei ascoltato volentieri le vostre idee e proposte, che hanno bisogno di guardare avanti.
Gli italiani del nord e quelli del sud non si conoscono. Noi per primi dobbiamo contribuire a colmare questo vuoto. Per questo, anche l'impegno politico del Partito del sud può fare tanto. Io vi guardo e vi leggo sempre con rinnovato interesse. Il mio resta un impegno culturale di verità sul quale continuerò a lavorare con entusiasmo. Spero che da questo vostro terzo congresso nascano proposte, iniziative vivaci. Il rischio è che, passato quest'anno, si parli di meno di identità meridionale. Anche a voi sta la responsabilità che ciò non accada.
Auguri, amici. E a presto
Gigi Di Fiore
Napoli, 8 ottobre 2011
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2 commenti:
Ma di quale identita' state parlando?
Di Fiore nel suo messaggio lo specifica "della storia del nostro Mezzogiorno"
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