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SCIOPERO GENERALE
IL PARTITO DEL SUD - SEZIONE VENETO ADERISCE ALLO SCIOPERO GENERALE INDETTO DALLA CGIL GIORNO 6 SETTEMBRE E PARTECIPERA', ALLA MANIFESTAZIONE DI MESTRE, CON I PROPRI SIMBOLI.
Il Partito del Sud accanto alla CGIL per contrastare un provvedimento iniquo che scarica il peso della crisi sul Sud del Paese, sulle fasce deboli e sul pubblico impiego, arrivando ad aggredire anche i diritti costituzionali dei lavoratori.
Una manovra che viola Costituzione, Statuto dei lavoratori e Contratto nazionale, prevedendo la possibilità di licenziare facilmente (art.8) in deroga all'art.18 dello Statuto e delegando ai contratti aziendali/territoriali scelte in materia di organizzazione e produzione del lavoro che sono invece regolate da Contratto e Statuto, in cui fondamentale è il ruolo del sindacato a difesa del lavoratore.
Un decreto legge che non agisce sul costo della politica, come pure era stato promesso dall'esecutivo, rimandando ad un provvedimento costituzionale futuro la soppressione delle province e la riduzione del numero dei parlamentari: chissà se avverrà, chissà quando.
Sul fronte della crescita e dello sviluppo, poi, non ci sono misure sufficienti: la manovra è depressiva, non aiuta la ripresa del mercato e del sistema industriale, essendo completamente assente ogni forma di sostegno a settori strategici come la ricerca e la formazione, in particolare in quei settori su cui investe il resto dell'Europa (dall'università alle energie rinnovabili).
Ci sono tante buone ragioni, di giustizia sociale e di politica economica, per chiedere all'esecutivo di rivedere la manovra.
Lo chiedono, del resto, i sindacati e i lavoratori, oltre che le amministratori locali.
Lo chiede un paese intero, che teme per il suo futuro ma che allo stesso tempo, per fortuna, non si rassegna.
PDSUD -VENETO
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IL PARTITO DEL SUD - SEZIONE VENETO ADERISCE ALLO SCIOPERO GENERALE INDETTO DALLA CGIL GIORNO 6 SETTEMBRE E PARTECIPERA', ALLA MANIFESTAZIONE DI MESTRE, CON I PROPRI SIMBOLI.
Il Partito del Sud accanto alla CGIL per contrastare un provvedimento iniquo che scarica il peso della crisi sul Sud del Paese, sulle fasce deboli e sul pubblico impiego, arrivando ad aggredire anche i diritti costituzionali dei lavoratori.
Una manovra che viola Costituzione, Statuto dei lavoratori e Contratto nazionale, prevedendo la possibilità di licenziare facilmente (art.8) in deroga all'art.18 dello Statuto e delegando ai contratti aziendali/territoriali scelte in materia di organizzazione e produzione del lavoro che sono invece regolate da Contratto e Statuto, in cui fondamentale è il ruolo del sindacato a difesa del lavoratore.
Un decreto legge che non agisce sul costo della politica, come pure era stato promesso dall'esecutivo, rimandando ad un provvedimento costituzionale futuro la soppressione delle province e la riduzione del numero dei parlamentari: chissà se avverrà, chissà quando.
Sul fronte della crescita e dello sviluppo, poi, non ci sono misure sufficienti: la manovra è depressiva, non aiuta la ripresa del mercato e del sistema industriale, essendo completamente assente ogni forma di sostegno a settori strategici come la ricerca e la formazione, in particolare in quei settori su cui investe il resto dell'Europa (dall'università alle energie rinnovabili).
Ci sono tante buone ragioni, di giustizia sociale e di politica economica, per chiedere all'esecutivo di rivedere la manovra.
Lo chiedono, del resto, i sindacati e i lavoratori, oltre che le amministratori locali.
Lo chiede un paese intero, che teme per il suo futuro ma che allo stesso tempo, per fortuna, non si rassegna.
PDSUD -VENETO
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