A. Ciano: "i Borbone cacciarono gli austriaci nel 1734. I piemontesi solo nel 1918, ma con l'aiuto delle potenze mondiali. Loro sono Patrioti e noi italioti.Nel parlamento Napoletano si parlava e si scriveva in Italiano, in quello torinese in Francese. Loro gli italiani e noi gli affricani (ff). A Gaeta entrambi gli eserciti combatterono con la bandiera italiana, loro con lo stemma sabaudo e i Borbone con lo stemma delle Due Sicilie. Se qualcuno ha da ridire può farlo, ma la realtà è questa"
http://www.youtube.com/watch?v=zl6DQaKdUDE&feature=share
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mercoledì 7 settembre 2011
L'assedio di Gaeta su HISTORY ( articolo di Claudio Razeto)
A. Ciano: "i Borbone cacciarono gli austriaci nel 1734. I piemontesi solo nel 1918, ma con l'aiuto delle potenze mondiali. Loro sono Patrioti e noi italioti.Nel parlamento Napoletano si parlava e si scriveva in Italiano, in quello torinese in Francese. Loro gli italiani e noi gli affricani (ff). A Gaeta entrambi gli eserciti combatterono con la bandiera italiana, loro con lo stemma sabaudo e i Borbone con lo stemma delle Due Sicilie. Se qualcuno ha da ridire può farlo, ma la realtà è questa"
http://www.youtube.com/watch?v=zl6DQaKdUDE&feature=share
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4 commenti:
Vi invio mia del 5/9 inviata alla redazione di History Italia. Saluti
Spett. Redazione
da cultore della storia risorgimentale, ho atteso l’uscita di History di settembre con un interesse maggiore del solito in quanto, sul numero di agosto, si anticipava l’uscita di un articolo sull’assedio di Gaeta che segnò la definitiva caduta del Regno delle Due Sicilie.
La maggior ragione della personale curiosità va anche e soprattutto ricercata nell’incipit della Vostra pubblicazione che recita “ l’autorevole mensile che va oltre la solita storia”.
Non nascondo la delusione avuta dopo aver letto le pagine da 32 a 37 che riguardavano i fatti della resistenza e della caduta della fortezza di Gaeta ad opera dell’esercito sabaudo comandato dal generale Cialdini.
Non che l’articolo presentasse inesattezze, anche perché molti fatti sono stati ripresi dagli scritti del giornalista francese Charles Garnier presente a Gaeta, ma pensavo che si andasse effettivamente “oltre la storia” in questo caso quella ufficiale, e si raccontassero, se non tutte, almeno alcune delle verità tenute nascoste e che purtroppo sono oggi diventate luoghi comuni ancora duri da estirpare.
Ancora oggi infatti non si sottolinea che quella di Re Vittorio Emanuele II, coadiuvato da Camillo Benso Conte di Cavour fu una vera e propria aggressione ad uno stato sovrano e pacifico, senza dichiarazione di guerra, ed alla quale l’Europa intera, per vari motivi ed interessi di parte, assistette impassibile.
Ancora oggi non si mette nel giusto rilievo come i nuovi “padroni” del nord riuscirono a mettere in ginocchio una economia industriale che dava sostentamento alle popolazioni meridionali a tutto vantaggio delle industrie del nord, basti solo pensare al “boom” dell’Ansaldo di Genova e di altre realtà settentrionali a tutto discapito delle acciaierie di Mongiana in Calabria dei cantieri di Pietrarsa a Napoli.
Pochissimi sanno che i primi caduti sul lavoro furono quattro operai dei cantieri di Pietrarsa che vennero falciati dai bersaglieri di Re Vittorio solo perché scioperavano a difesa dell’imminente chiusura della loro fabbrica, unico sostentamento.
Oggi è di moda bollare come “neoborbonici e revisionisti” tutti coloro che cercano di portare alla luce queste scomode verità che però fanno parte, piaccia o no, della nostra storia e che purtroppo sono state cancellate e quindi taciute alle nuove generazioni .
Come disse il giornalista e scrittore Pino Aprile a margine di un incontro di presentazione del suo best-seller “Terroni” ad alcuni presenti che mostravano un risentimento piuttosto acceso verso i Savoia conquistatori “ Signori, la partita ormai è finita solo che bisogna riscriverne esattamente la cronaca..”.
Si è soliti affermare che chi non conosce il propri passato non può capire il presente ed avere un futuro ma bisognerebbe avere il coraggio di raccontarlo questo passato, che non è solo fatto di eroismi, lealtà, ideali ed andare quindi”….oltre la solita storia”
Distinti saluti
Antonio Armenti
Grazie Antonio, assolutamente condivisibile il tuo commento.Ricordo inoltre che il 6 agosto scorso abbiamo manifestato come PdSUD a Pietrarsa proprio per ricordare gli operai martiri http://partitodelsud.blogspot.com/2011/08/il-partito-del-sud-ha-ricordato-gli.html
Sono l'autore dell'articolo pubblicato da BBC History di settembre e ci tengo a fare alcune precisazioni. Credo di aver onestamente reso una cronaca storicamente esatta dell'avvenimento assedio del 1860 - 1861 visto tra l'altro da chi si trovava entro le mura della fortezza di Gaeta bombardata da Cialdini e difesa strenuamente dalla componente più sana e più professionale dell'esercito napoletano che infatti si rese protagonista di episodi di grande eroismo e indubbio valore. L'articolo d'altra parte non voleva fare propaganda ma raccontare con il massimo rigore storico una battaglia solitamente liquidata in poche righe dai libri di storia. In questa sede non c'era lo spazio per raccontare cosa accadde dell'economia del Sud, le vicissitudini di una parte del Paese che ancora oggi si dibatte tra le sue contraddizioni. C'era l'occasione offerta con la massima onestà intellettuale di vedere chi combatteva dall'altra parte della barricata in pieno 150nario dell'Unità d'Italia. Del resto l'assedio fu un episodio militare e come tale va trattato almeno a mio modesto parere. Trovo d'atra parte ingeneroso liquidare la questione nei termini in cui fa Antonio... al quale ricordo che il risentimento, il giusto senso relativo alla ingiustizia subita venne dopo la capitolazione di Gaeta e non prima allo stesso modo vorrei ricordare il valore di chi senza la nostra visione globale di quello che accadde seppe per onestà, valore, senso del dovere andare a combattere per un Re prossimo all'esilio una coerenza che anche oggi andrebbe ritrovata e custodita in quanto degna di uomini di valore. Fare polemica aiuta solo chi buttandola in propaganda non vuole risolvere nulla e nulla a mio avviso nulla risolverà né relativamente alle giuste recriminazioni del passato né purtroppo riguardo alle legittime aspirazioni del futuro. Cordialmente. Claudio Razeto
Credo di dovere una replica alla lettera di Claudio Razeto, autore dell’articolo di History sull’assedio di Gaeta, dopo che egli stesso ha inteso precisare alcuni aspetti del suo articolo a seguito della mia del 5 settembre.
Innanzitutto non era mia intenzione criticare il “contenuto” dell’articolo, del resto ho premesso che esso non presenta inesattezze in quanto riporta la fedele cronaca di un giornalista dell’epoca presente a Gaeta.
La mia delusione derivava dal fatto che l’articolo altri non è che un riassunto, senza dubbio ben fatto, su un tragico avvenimento che non avremmo difficoltà alcuna a reperire su un qualsiasi libro di testo scolastico delle scuole superiori. Esso non aggiunge perciò nulla a quanto risaputo dalla massa delle persone e quindi mal si colloca, secondo me, nel progetto stesso del mensile che, ricordo ancora, recita in prima pagina “..il mensile che va oltre la solita storia..” . Ma di questo non si può certo incolpare il giornalista.
Venendo poi ad alcuni dettagli:
E’ fuori dubbio che chi restò al fianco di Re Francesco onorò fino in fondo il giuramento fatto e vada ricordato come esempio di onestà e coerenza, ma andate in giro a chiedere, specialmente nella pomposa ricorrenza del 18 marzo, se qualcuno conosce la storia di questi uomini “coerenti”. No signori, si ricordano unicamente Cavour, Garibaldi, Re Vittorio Emanuele, Mazzini come padri della Patria e che conta se i Savoia avevano ben poco di “italiano” rispetto al re napoletano, che conta se il sud venne trattato alla stregua di una colonia con tutte le nefandezze che una conquista coloniale comporta, che conta se, con la scusa della lotta ai partigiani, pardon briganti, venivano massacrati donne e bambini fino alla “normalizzazione”. Non è mia intenzione “.risolvere nulla..”, non ho questa pretesa, ma almeno mi si lasci il diritto di fare, nel mio piccolo, il possibile per far conoscere ciò che si continua a nascondere.
Vorrei ricordare che Il 14 agosto di quest’anno, dopo 150 anni, lo Stato Italiano finalmente ha commemorato la strage (..una delle tante..) perpetrata dai Bersaglieri di Pier Eleonoro Negri ai danni delle popolazioni di Pontelandolfo e Casalduni e questo è stato possibile solo grazie a chi si è battuto in tutti questi anni per la divulgazione della verità storica.
In conclusione, non mi sembra che tutto questo possa essere additata come “..polemica gratuita..” bensì come rifiuto della storiografia ufficiale che ha fatto figli e figliastri confermando ciò che circa due secoli fa Napoleone Bonaparte amaramente scriveva da Sant’Elena “.. La storia è un insieme di menzogne su cui ci si è messi d’accordo..”
Cordialmente.
Antonio Armenti
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