Fonte: L'Impronta
“Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto…”E’ l’esordio drammatico di un libro-invettiva da un milione di copie. Credevamo di sapere tutto o quasi sulla storia d’Italia e della sua unità, dei sacrifici e delle problematiche che i nostri connazionali vissero, ma Pino Aprile, ex Direttore di importanti settimanali, ci fa comprendere il contrario. Dopo aver letto questo volume nessuno potrà dire “non lo sapevo”. La tesi di fondo, documentatissima, è che i sudisti sono stati vittime di un vero e proprio genocidio da parte dei nordisti: l’impoverimento del Meridione, è la tesi dell’Autore, non fu la conseguenza ma la ragione dell’Unità d’Italia. Che fare? Come ribellarsi all’oppressione dei “nordisti” che considerano i meridionali, rispetto a se medesimi, una sottocategoria umana, politica e sociale? Pino Aprile una soluzione ce l’ha: tornare soli, lavorare a una separazione tra Nord e Sud, insomma la secessione. Una soluzione ben argomentata, appassionante e molto seducente, contenuta nel libro “Terroni”, edito da Piemme e che sarà presentato domani a Ostuni, nel secondo appuntamento della XV edizione della rassegna letteraria “Un emozione chiamata libro”, alle ore 21, nel Chiostro di Palazzo San Francesco. Un libro che è stato già definito un vero e proprio Manifesto per la fondazione del Partito del Sud, perché, nel momento in cui si festeggiano i centocinquant’anni dall’unità d’Italia, il conflitto tra Nord e Sud, fomentato da forze politiche che lo utilizzano spesso come una leva per catturare voti, pare aver superato il livello di guardia. Pino Aprile, pugliese doc, interviene con grande verve polemica in un dibattito dai toni sempre più accesi, per fare il punto su una situazione che si trascina da anni, ma che di recente sembra essersi radicata in uno scontro di difficile composizione. Percorrendo la storia di quella che per alcuni è conquista, per altri liberazione, l’autore porta alla luce una serie di fatti che, nella retorica dell’unificazione, sono stati volutamente rimossi e che aprono una nuova, interessante, a volte sconvolgente finestra nella facciata del trionfalismo nazionalistico. “Terroni” è un libro sul Sud e per il Sud, la cui conclusione è che, se centocinquant’anni non sono stati sufficienti a risolvere il problema, vuol dire che non si è voluto risolverlo. come dice l’autore, le due Germanie, pur divise da una diversa visione del futuro, dalla guerra Fredda e da un muro, in vent’anni sono tornate una. Un libro in cui si dice, ci si chiede e spiega, perché da noi questo non è successo. Pugliese doc, Pino Aprile è nato a Gioia del Colle, la patria del Sergente Romano, che trasformò il brigantaggio in guerra civile e legittimista. Ha vissuto a lungo a Milano dove è stato vicedirettore Di “Oggi” e direttore di “Gente”. Ha lavorato in televisione con Sergio Zavoli nell’inchiesta a puntate “Viaggio al Sud”. Terminata l’esperienza con “Gente”, ha diretto il mensile “Fare Vela” e ha scritto anche un certo numero di libro intorno a questo argomento. E’ inoltre autore di libri tradotti ampiamente all’estero: “Elogio dell’errore” e “Elogio dell’imbecille”. Questo suo ultimo libro, è un testo che analizza il cambiamento sociopolitico di una nazione e che non teme di svelare quelle che sono le realtà scomode, tanto che persino i libri di storia le hanno da sempre taciute. Con linguaggio provocatorio e altamente professionale, Aprile sviscera in maniera concreta i vari punti di forza di questa “messa in scena”. I Meridionali sono stati definiti per decenni facenti parte di una sottospecie in diversi dibattiti e saggi pubblicati negli anni, a riprova di come il Sud fosse un luogo con un alto indice di inferiorità. E, vale la pena ricordarlo, la ribollente galassia dei Movimenti meridionali viene raccontata anche da Lino Patruno, in Fuoco del Sud, il suo nuovo libro, in libreria da qualche mese. Si tratta, anche in questo caso, di un lavoro importante per chi vuol capire cosa stia accadendo nel Mezzogiorno, nel sostanziale disinteresse (che comincia a mutarsi in stupore) del resto del Paese. L’impianto del libro è giornalistico; le ragioni del Sud sono esposte in maniera chiara, divulgativa e consequenziale, dallo stesso autore e dai protagonisti dei Movimenti: 150 anni di storia vengono rivisti, rivelando una storia negata, un’economia squilibrata a danno del Sud, la creazione, a mano armata, di un “Paese duale” che condanna una parte del territorio e della popolazione, il Sud, al ruolo di colonia interna, per sostenere lo sviluppo del resto del Paese. Il maggior pregio del libro di Patruno è proprio il suo valore giornalistico; anche i temi più ostici dell’economia sono resi chiarissimi. Per esempio, Patruno seziona le tappe della costruzione della minorità economica del SUD, calibrandole su quelle della Via Crucis: un espediente molto efficace “Fuoco del Sud” si inserisce nel filone editoriale il cui successo ha sorpreso tutti: quello che spiega la disunità d’Italia, mentre si celebrano i 150 anni dell’Unità. Gli stessi editori erano impreparati a questo fenomeno e i tanti titoli partoriti da autori diversi tocca ogni aspetto della questione. Il libro di Patruno li riassume tutti, indicando percorsi per approfondimenti, perché”se gli uomini taceranno, grideranno le pietre” (sono le ultime parole del libro).
Carlo Di Stanislao
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