Di Giovanna D' Arbitrio
Nato da padre siciliano e madre lionese, lo scrittore J. N. Schifano, convinto meridionalista “radicato culturalmente e visceralmente a Napoli e alla sua civiltà millenaria”, com’egli stesso ha dichiarato in un’intervista pubblicata su “Il Mattino”, ha esternato tutta la sua indignazione per il modo in cui Napoli è continuamente offesa oggi per il problema dei rifiuti e per come è stata trattata dall’Unità d’Italia in poi.
Secondo lui “essa è stata volutamente ridotta da grande capitale europea a “città bonsai” in 150 anni di sfruttamento, trasformata in una città “assistita” da tenere a guinzaglio mediante connessioni tra potere politico e criminalità organizzata, che risalgono ai tempi in cui il prefetto Liborio Romano, viceministro dell’Interno del Regno sabaudo, mise Salvatore De Crescenzo al comando della città con le sue truppe senza fede né legge.
Dopo tanti secoli di ruberie e violenze, ora la lasciano marcire anche sotto la spazzatura, dopo averne appestato il territorio per decenni con i rifiuti tossici delle fabbriche del Nord.
Quello che hanno fatto nelle campagne tra Caserta, Castelvolturno e Napoli è il “Ground Zero” della storia d’ Italia.
Eppure nel 1960 Napoli era in piena espansione economica e culturale con primati in tutti i campi: la prima flotta mercantile, la più grande industria navale, prima ferrovia, prima cattedra di economia, primo teatro lirico, il San Carlo, primo istituto per sordomuti e primati anche per numero di orfanatrofi, ospizi, collegi, tipografie, giornali, riviste, per risultati in astronomia, sismografia, illuminazione elettrica, navi a vapore e così via.
L’elenco potrebbe continuare, ma è preferibile fermarsi qui poiché chi ne vorrà saper di più potrà leggere i libri dell’autore o di tanti altri scrittori che sull’ irrisolta “Questione Meridionale” hanno versato fiumi d’inchiostro. Purtroppo molti preferiscono offendere invocando un’altra distruttiva eruzione del Vesuvio sulla nostra città, piuttosto che acculturarsi e documentarsi.
Si è parlato anche di “senso civico” che a quanto pare difetta dalle nostre parti. Chi sa se Giancarlo Siani, e tanti meridionali come lui, ne avevano!
Chi sa se i soldati meridionali che muoiono nelle cosiddette “missioni di pace” ne sono provvisti! Oppure se ne sono forniti i numerosi onesti poliziotti del Sud uccisi da black blocks o da folle inferocite (giovani spesso schierati, loro malgrado, per un tozzo di pane contro altri poveri morti di fame).
Schifano ha scritto molto sulla “mala unità” e in “Lettera Aperta agli Italiani non Fatti” ha vinto il “Premio Napoli Racconta” attribuito dall’Università Orientale.
Ci conforta il suo amore per Napoli e gliene siamo grati, pur restando comunque italiani convinti dell’importanza dell’Unità nazionale.
Che dire? E’ davvero assurdo continuare a distruggere Napoli e in genere il Meridione, poiché essi potrebbero diventare davvero per tutta l’Italia un’inesauribile fonte di bellezza, cultura, risorse umane, nonché di notevoli introiti se gli investimenti fossero affidati in mani oneste.
Peccato che il nostro Bel Paese non cerchi di consolidare la sua Unità nazionale, valorizzando tutti gli aspetti positivi del suo intero splendido stivale.
Corre il rischio di diventare un Brutto Paese, come afferma Jean Noël?
Speriamo di no.
Secondo lui “essa è stata volutamente ridotta da grande capitale europea a “città bonsai” in 150 anni di sfruttamento, trasformata in una città “assistita” da tenere a guinzaglio mediante connessioni tra potere politico e criminalità organizzata, che risalgono ai tempi in cui il prefetto Liborio Romano, viceministro dell’Interno del Regno sabaudo, mise Salvatore De Crescenzo al comando della città con le sue truppe senza fede né legge.
Dopo tanti secoli di ruberie e violenze, ora la lasciano marcire anche sotto la spazzatura, dopo averne appestato il territorio per decenni con i rifiuti tossici delle fabbriche del Nord.
Quello che hanno fatto nelle campagne tra Caserta, Castelvolturno e Napoli è il “Ground Zero” della storia d’ Italia.
Eppure nel 1960 Napoli era in piena espansione economica e culturale con primati in tutti i campi: la prima flotta mercantile, la più grande industria navale, prima ferrovia, prima cattedra di economia, primo teatro lirico, il San Carlo, primo istituto per sordomuti e primati anche per numero di orfanatrofi, ospizi, collegi, tipografie, giornali, riviste, per risultati in astronomia, sismografia, illuminazione elettrica, navi a vapore e così via.
L’elenco potrebbe continuare, ma è preferibile fermarsi qui poiché chi ne vorrà saper di più potrà leggere i libri dell’autore o di tanti altri scrittori che sull’ irrisolta “Questione Meridionale” hanno versato fiumi d’inchiostro. Purtroppo molti preferiscono offendere invocando un’altra distruttiva eruzione del Vesuvio sulla nostra città, piuttosto che acculturarsi e documentarsi.
Si è parlato anche di “senso civico” che a quanto pare difetta dalle nostre parti. Chi sa se Giancarlo Siani, e tanti meridionali come lui, ne avevano!
Chi sa se i soldati meridionali che muoiono nelle cosiddette “missioni di pace” ne sono provvisti! Oppure se ne sono forniti i numerosi onesti poliziotti del Sud uccisi da black blocks o da folle inferocite (giovani spesso schierati, loro malgrado, per un tozzo di pane contro altri poveri morti di fame).
Schifano ha scritto molto sulla “mala unità” e in “Lettera Aperta agli Italiani non Fatti” ha vinto il “Premio Napoli Racconta” attribuito dall’Università Orientale.
Ci conforta il suo amore per Napoli e gliene siamo grati, pur restando comunque italiani convinti dell’importanza dell’Unità nazionale.
Che dire? E’ davvero assurdo continuare a distruggere Napoli e in genere il Meridione, poiché essi potrebbero diventare davvero per tutta l’Italia un’inesauribile fonte di bellezza, cultura, risorse umane, nonché di notevoli introiti se gli investimenti fossero affidati in mani oneste.
Peccato che il nostro Bel Paese non cerchi di consolidare la sua Unità nazionale, valorizzando tutti gli aspetti positivi del suo intero splendido stivale.
Corre il rischio di diventare un Brutto Paese, come afferma Jean Noël?
Speriamo di no.
6/7/2011
Fonte: Napoli.com
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